Percorrendo una delle più antiche strade di Brindisi, la via Lata, all’incrocio con via Santa Lucia, nella parte alta della città, nel popoloso quartiere antico, troviamo la chiesa di S. Lucia. “E’ una chiesa molto interessante per il suo vetusto aspetto, per la sua bella chiesa superiore della SS. Trinità, per la sua preziosa minuscola chiesa inferiore e perchè, fino da un primo colpo d’occhio, fa presagire subito, a un complesso monumento importante che testimonia di molte antiche vicende brindisine, e mostra notevoli forme d’arte, dal bizantino ad oggi”. Sono parole dell’architetto C.L. Cesanelli che progettò e diresse i grandi lavori di restauro della chiesa negli anni 1938-1949 e ne relazionò in una monografia.
STRUTTURA ESTERNA
Oggi, dopo ulteriori lavori di restauro, è possibile ammirare la facciata monocuspidata, la cui semplicità di linee è interrotta solo dalla lunetta che sormonta il portale.” (1) Alla chiesa si accede da una scala a due rampe che ha sostituito una scala semiovoidale preesistente, simile a quella della chiesa di San Paolo Eremita.
Si ritiene eretta nel XIII secolo, ed è un tipico esempio di architettura romanica che precorre e si include al linguaggio gotico. È dotata di cripta e in origine doveva esservi annesso un monastero femminile di monache premonstratensi, probabilmente le penitenti di cui è memoria in un documento del 1248, e che monache bianche erano dette dal colore del loro abito.
INTERNI
“L’interno è a tre navate che sostituirono la navata unica probabilmente dopo i gravissimi danni subiti dalla chiesa con il terremoto del 1456. Le navate sono divise da quattro pilastri con archi ogivali; il tetto è a capriate.” (1)
Nella navata sinistra notiamo: “Il Martirio di S. Lucia ove viene raffigurata la giovinetta che volge lo sguardo al carnefice che posto alla sua sinistra sta per pugnalarla, è opera firmata nel 1770 dal pittore Giovanni Scatigno. L’artista, verosimilmente di origine brindisina, ha acquisito una fortuna critica recente e la sua esigua produzione era quasi del tutto sconosciuta sino a qualche anno fa.”;
il Crocifisso ligneo (sec. XV).
Nella navata destra il polittico della Madonna del Dolce Canto proveniente dalla non più esistente Madonna del Ponte era oggetto di culto perchè ritenuta miracolosa. “E’ costituita da una tela centrale, con l’immagine della madre e del figlio incastonata entro una struttura lignea, articolata come una sorta di polittico, su cui sono le rappresentazioni dell’Angelo Annunciante, d’una coppia di Angeli incoronanti e della Vergine Annunciata, dipinti nella parte superiore da sinistra; i vescovi San Leucio e San Pelino raffigurati negli scomparti laterali, e l’Imago pietatis sulla predella…La paternità della Madonna del Dolce Canto è stata ascritta da Rosario Jurlaro al pittore e nobile brindisino Jacopo De Vanis, attivo tra il 1559 e il 1570… Circa le restanti immagini dipinte su tavola che contornano la Madonna del Dolce Canto, si può ipotizzare che furono eseguite nell’ambito di una bottega pittorica locale sul finire del terzo decennio del Settecento allorquando il dipinto fu collocato nella nuova cappella allestita all’interno della chiesa della Santissima Trinità ” (2)
Nella chiesa sono distribuite le seguenti opere:
Santa Lucia e Angelo; autore: monogrammista “G.M.V.” seconda metà sec. XX.
Tabernacolo; autore: marmorari napoletani della seconda metà XIII sec. Navata centrale zona presbiteriale.
Madonna Immacolata di Fatima; autore: monogrammista “G.M.V.” della seconda metà del XX sec.
Altre opere non catalogate:
Nella cripta
CRIPTA – GLI AFFRESCHI, LE COLONNE.
“Di particolare interesse artistico è la Chiesetta inferiore (un tempo sopraelevata rispetto al livello stradale)
dell’originaria struttura romanica conserva il muro di fondo con l’abside,
i resti del matroneo (*) sul muro longitudinale di sinistra,
oltre gli archetti a tutto sesto e due mensole a forma di fantastici volatili (chimere già viste nella facciata lat. ndr), che sostenevano due leoni rampanti, visibili all’esterno, sulla via Lata. Con i resti romanici si fuse nel sec. XII-XIII l’attuale struttura della chiesa a tre navate, con archi a tutto sesto di pietra calcarea che poggiano su colonne dagli elaborati capitelli e sostengono le volte a crociera”. (1)
Queste 4 colonne con capitelli decorati con motivi vegetali dai profili taglienti e tralci che partono da maschere sputaracemi, sono “riconducibili alla cultura delle maestranze pugliesi e abruzzesi della fine del sec. XII e l’inizio del XIII che mostrano significative tangenze con la produzione artistica degli ateliers della Terrasanta.” (3)
“Due pannelli raffiguranti San Pietro e San Nicola decorano due pilastri della parete occidentale della cripta.
Il primo, che solleva la destra benedicente alla greca e regge con la sinistra le chiavi, ha il volto incorniciato da barba canuta e capigliatura che si solleva sulla fronte e sulle tempie in ciocche a “conchiglia”;
il secondo indossa abiti vescovili e si caratterizza per la consueta capigliatura “a mezzaluna”.
I due pannelli…palesemente dichiarano, per il gusto raffinato, quasi miniaturistico dei dettagli fisiognomici e dell’abbigliamento, l’appartenenza a un contesto artistico e culturale che trae linfa vitale anche dall’importazione di modelli d’oltremare ma che allo stesso tempo mantiene un saldo legame con le suggestioni culturali di stampo occidentale, facilmente spiegabili tra l’altro poichè la sede vescovile di Brindisi è stata sempre latina.
…un altro affresco della cripta: la Vergine Kyriotissa (**), databile alla seconda metà del secolo XIII, sita entro due arcosoli della parete ovest
…Coevo alla Kyriotissa è l’affresco molto rovinato dell’altro nicchione: a sinistra solo alcuni frammentirimangono di un abito di vello, appartenente forse a Santa Maria Egiziaca, a destra siede Maria Maddalena raffigurata secondo l’iconografia della mirrofora.
…Alla stessa campagna decorativa devono appartenere le sante martiri (tra le quali, sulla lunetta soprastante gli arcosoli, Santa Margherita, identificabile per l’iscrizione e probabilmente Santa Caterina) dipinte in comparti diversi sul paramento murario della parete occidentale. Rappresentate come di consueto in abiti sontuosamente decorati e preziose acconciature sotto la corona o il copricapo a “cuffia”,…non implicano certamente alcuna ipotesi circa identità di mano, quanto piuttosto un’omogeneità di modelli e confermano la diffusione di un “international style” alla cui formazione contribuirono certamente le vicende crociate (l’occupazione di Gerusalemme nel 1204 e soprattutto lo sfaldarsi dei regni latini in seguito alla perdita di Gerusalemme ed Acri rispettivamente nel 1244 e nel 1291).
… ad un breve salto cronologico induce la lettura degli altri affreschi superstiti della cripta della Santissima Trinità – S. Lucia. Sul lato occidentale il bel busto di grandi dimensioni raffigurante San Nicola a cui si accostano Cristo e la Vergine recanti le insegne vescovili, svela senza dubbio il modello di provenienza: le rappresentazioni del santo a mezzobusto di tali dimensioni sono infatti probabile ricordo della pittura da cavalletto e vengono in genere ritenute indice di un ambito cronologico che parte dal XIV secolo.
Parte Superiore – L’oscillazione tra tradizione culturale orientale e sollecitazioni d’ambito occidentale è il vero leitmotiv della decorazione pittorica della chiesa superiore della SS. Trinità – S.Lucia. La teoria di santi sulla parete meridionale,
nei pressi dell’area presbiteriale sembra per esempio riportarci in un ambito culturale pregno di influenze medio orientali anche per le soluzioni iconografiche: la Santa paludata con copricapo a calotta, l’Arcangelo che indossa il loros imperiale (a cui si appoggia uno scudo con croce latina su campo scuro) e regge con la sinistra il sigillum crocesignato…
Oltre allo scudo con croce latina, rimanda a un contesto crociato il Santo cavaliere, probabile San Demetrio che uccide con la lancia il nemico, che reca uno scudo a rotella e ha sul capo un elmo conico (elementi assimilabili ai guerrieri tartari o islamici) e impugna una lancia spezzata; il riferimento crociato deve intendersi nel senso di una trasmissione di repertori di immagini e motivi decorativi favorita da movimenti degli ordini cavallereschi e di popoli… ” (4)
LA CHIESA – GLI AFFRESCHI. (5)
Se in questi pannelli della fine del XIII secolo si avverte ancora l’eco degli eventi crociati e la rappresentazione del male viene ancora evocata sotto le spoglie del “nemico islamico”, nuovi moduli espressivi già suggeriscono i dipinti della controfacciata e le pareti adiacenti, tutti parte, con ogni probabilità di un medesimo ciclo.
Controfacciata destra
Una successione di figure olosome impegna parte della controfacciata: a destra dell’ingresso un pannello raffigurante San Vito di cui si individuano la tunica e il felonio rosso e in basso due cani in posizione rampante.
segue un affresco raffigurante San Pietro Martire e storie della sua vita; autore frescante meridionale fine sec. XIII e prima metà sec. XIV.
Pie donne al Sepolcro; di autore frescante meridionale fine XIII sec. – prima metà sec. XIV
Controfacciata sinistra
abbiamo Santo Martire, autore frescante meridionale fine sec. XIII – prima metà sec. XIV
Teoria di Santi; autore: autore frescante bizantineggiante, fine sec. XIII – prima metà sec. XIV.
Parete destra
Madonna con Bambino e S. Michele Arcangelo; autore: frescante meridionale di fine sec. XIII – sec. XIV
S. Donato e S. Agata; autore frescante meridionale di fine sec. XIII – prima metà sec. XIV
Teoria di Santi; autore frescante meridionale di seconda metà sec. XIII
S. Barbara e S. Martino ; autore frescante meridionale di fine sec. XIII – prima metà sec. XIV. Iscrizione A/…ABARA; MA../NS
Dormitio Virginis; autore: frescante meridionale di fine sec. XIII – prima metà sec. XIV.
Santo Cavaliere, Santo Vescovo e Madonna con Bambino; autore: frescante meridionale di fine sec. XIII- prima metà sec. XIV.
Parete sinistra
Presentazione del tempio; autore: frescante meridionale di fine sec. XIII – prima metà sec. XIV.
Frammenti; autore: ambito pugliese del sec. XIV. Contiene iscrizione.
Santa Domenicana; autore: frescante meridionale di fine sec. XIII – prima metà sec. XIV.
Santo Vescovo, frammento; autore: frescante meridionale di fine sec. XIII – prima metà sec. XIV.
FOTO D’EPOCA
A questo link è possibile leggere il nostro articolo Una polemica di 58 anni fa – Chiesa di S. Lucia di cui consigliamo la lettura.
Note
(*) Campate generalmente sovrapposte a quelle delle navate laterali, con la funzione strutturale di contenere la spinta della navata centrale.
(**) Questo tipo d’icone ha una caratteristica comune: la Madre di Dio è assisa in trono. Sulle ginocchia tiene il Bambino Gesù.
Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica.
(1) Vittoria R. Petrosillo – Guida di Brindisi, ed. Finiguerra Arti Grafiche – Lavello (Pz) per conto Congedo editore 1993;
(2) La Chiesa della Santissima Trinità Santa Lucia – Amici della A. De Leo – 2000 pp. 47-54 autore Massimo Guastella – Due dipinti della chiesa della Santissima Trinità a Brindisi; note sulla Madonna del Dolce Canto e un contributo alla conoscenza dell’opera di G. Scatigno;
(3) M. Guglielmi – Gli affreschi del XIII e XIV secolo nelle chiese del centro storico di Bindisi. Stampato nel 1990 da Arti Grafiche Pugliesi – Martina Franca (TA)
(4) La Chiesa della Santissima Trinità Santa Lucia – Amici della A. De Leo – 2000 pp. 31-42 autore Maria Guglielmi Protopapa – La decorazione pittorica della cripta e della chiesa superiore della Santissima Trinità – Santa Lucia.
(5) Inventario delle opere – Amici della A. De Leo – 2000 pp. 77-85.
(6) Fototeca con didascalie del prof. Briamo – Per gentil concessione della Biblioteca Arcivescovile A. De Leo – Brindisi
Si ringrazia il sito http://www.viaggiareinpuglia.it/multimedia/335/it/Chiesa-di-Santa-Lucia-o-della-Santissima-Trinit%C3%A0-%28Brindisi%29—interno per il contributo dato con l’immagine in 3D della chiesa che ha permesso la navigazione tra le diverse immagini.
[…] Leggi qui il servizio completo di Brundarte sulla Chiesa di S. Lucia […]