La storia
La Basilica Santuario del Carmine è situata nella Città di Mesagne a 15 km da Brindisi. Sorta nel 1305, sul precedente Santuario ipogeo dedicato a San Michele arcangelo del XII secolo circa. Essa conserva ancora, dopo il tempio di S. Lorenzo, le strutture più antiche fra le chiese di Mesagne.
“Nel 1521 venne donata ai Padri Carmelitani. Poiché era in precarie condizioni i frati, insieme all’Università e ai cittadini di Mesagne, fecero richiesta al papa Leone X e a Carlo V, re di Napoli, perchè fosse ampliata e ristrutturata.
L’8 gennaio 1521, il viceré del Regno di Napoli spedì la “licenza” sovrana per questa concessione e il papa, dopo aver verificato le condizioni ambientali e spirituali del luogo, ne autorizzò l’apertura il 15 marzo 1521 con bolla speciale spedita dal Palazzo Apostolico.
La chiesa venne quindi ampliata e ristrutturata e, per la devozione che l’Ordine ha sempre avuto per la Madonna del Carmine, si volle dedicare una delle cappelle alla Vergine Santissima. Per tale compito venne incaricato il pittore Francesco Palvisino di Putignano”.
Il “prodigio”
“Il pittore presentò ai Padri l’opera compiuta, ma non si mise d’accordo circa il prezzo. Sperando di vendere l’immagine altrove, ad un prezzo più ragionevole, uscì dalla chiesa, ma avvenne qualcosa di “miracoloso”: non riusciva più a muoversi, come se una forza sconosciuta lo bloccasse e gli impedisse di camminare. Solamente quando lasciò il quadro in un angolo della Chiesa fu libero. Profondamente colpito da questo straordinario evento, il Palvisino decise di donare quella preziosa icona al Convento. Il quadro ligneo divenne oggetto di grande devozione e la Beata Vergine diventò la Patrona e la Protettrice di Mesagne.
In altri tragici eventi, come la pestilenza del 1657 e il terremoto del 1743, gli abitanti di Mesagne ringraziarono la Vergine Santissima del Carmelo che li aveva aiutati e protetti.”
Vergine SS. del Carmelo
I restauri
“Nel 1854 un violento incendio devastò la Chiesa distruggendo completamente il tetto in legno e buona parte degli affreschi che l’adornavano; rimasero in piedi solo le pareti laterali. Fu necessario ristrutturare tutto l’interno, perché la vecchia struttura non poteva reggere il peso del nuovo tetto. Le navate laterali furono sostituite da piccole cappelle e le vecchie colonne furono incorporate a nuovi pilastri a sostegno della volta.
Un altro restauro si rese necessario nel 1975 poichè, a causa di un’alluvione, il Santuario si era allagato ed il peso dell’acqua, che raggiungeva un metro di altezza, aveva fatto sprofondare il pavimento, riversandosi nell’ipogeo di San Michele Arcangelo.” (1)
Convento e chiesa dei PP. Carmelitani
Particolare della facciata del Convento
Particolare del piazzale
La struttura
“Le caratteristiche forme architettoniche di tipo romanico si frammischiano ad elementi di stile gotico. L’interesse del visitatore è attratto subito dall’abside collocata ad est, dov’è situato l’altare maggiore. Si tratta di un’abside semicilindrica coperta da una bassa cupoletta semiconica rivestita da coppi in terracotta. La parte superiore è ornata da arcatelle trilobate a sesto acuto, inframmezzate da sottili lesène.
Abside semicilindrica
Porzione est della chiesa
Abside e campanile
Madonna del Carmine – scultore Gianni Aricò, 17/8/99
Il prospetto – ad ovest – è ornato, nella cuspide, da decorazioni dello stesso tipo (*). Il portale maggiore, ad arco acuto, è adornato da tre file di elementi decorativi in cui si sovrappongono motivi gotici e romanici. Nella lunetta che sormonta l’architrave, vi sono tracce di affresco non decifrabile (**), mentre l’arco è delimitato da una cornice che, probabilmente, poggiava su due colonnette oggi non più esistenti.
Chiesa del Carmine: ingresso principale
Chiesa del Carmine: portale principale in stile romanico e gotico
Incisione sul portale dell’agnello di Dio, simbolo protocristiano
Lunetta con affresco
Particolare della cornice
Elementi decorativi del portale
La facciata laterale è adornata, superiormente, da arcatelle semicircolari frammezzate da smussi a coda di rondine e da sottili lesène che hanno l’effetto di slanciare la costruzione. Al centro di questa facciata, a due metri circa di altezza, sono ancora evidenti le tracce di alcuni archi a sesto acuto, posti in serie a mo’ di portico. Un portale minore, due nicchie a sesto acuto ed una a tutto sesto completano la facciata.
Chiesa del Carmine: particolare dell’ingresso laterale con due finestre in stile gotico
Parte superiore della facciata laterale
Finestra in stile gotico
Entrata secondaria della chiesa
Ingresso della precedente chiesa
La chiesa fu costruita sopra un ipogeo anacoretico dedicato all’arcangelo Michele; testimonianze del culto micaelico (un affresco raffigurante S. Michele che uccide il drago) sono emerse recentemente, nel 1975, durante i lavori di restauro, nella cripta sottostante.
Antico affresco raffigurante probabilmente il drago, ucciso da una freccia di S. Michele
e una iscrizione datata 1305 non ancora decifrata
Il tetto è databile al 1869, quando all’antica copertura in legno fu sostituita una volta a botte in carparo. Il campanile è ancora più recente, essendo stato ricostruito nel 1959. A quegli stessi anni risale la costruzione del nuovo convento.
Le attuali strutture murarie della chiesa risalgono alla fine del XIII sec., come afferma lo storico Diego Ferdinando secondo il quale, nel Seicento, erano ancora visibili le insegne angioine ed una iscrizione datata 1305. Un frammento di questa iscrizione è conservato in una cappella.
Nel 1521 i Carmelitani presero possesso dell’Abbazia regia e vi costruirono il loro convento; ma fu solo nel 1651 che la Madonna del Carmelo fu elevata a protettrice di Mesagne. Fu in quell’anno, infatti, che il clero mesagnese diede esecuzione ad una bolla di Urbano VIII, che dichiarava decaduto S. Eleuterio, precedente patrono. Da allora, il culto per la nuova patrona è stato rafforzato dai miracoli che le sono stati accreditati. Uno dei più importanti fu la preservazione della città dai danni del terremoto del 20 febbraio 1743. In quell’occasione, Mesagne subì pochissimi danni e il merito fu attribuito alla Madonna del Carmine. A ricordo, ogni anno in questo giorno, una solenne processione segue la statua lignea ( di scuole veneziana del XVIII sec. ) della Madonna.” (2)
Statua lignea del XVIII sec. rappresentante la Madonna del Carmine
Le Cappelle
Particolare dell’interno.
Particolare dell’interno
“Entrando dalla porta principale,troviamo sulla destra la prima cappella raffigurante la Madonna col Bambino e tre Santi Carmelitani: S. Alberto degli Abati, S. Andrea Corsini e S. Alberto di Gerusalemme (sec. XVIII del mandurino Diego Oronzo Bianco ndr).” (3)
Madonna col Bambino e tre Santi Carmelitani: S. Alberto degli Abati, S. Andrea Corsini e S. Alberto di Gerusalemme
Immagine nella lunetta
“La seconda cappella, sulla sinistra entrando, è dedicata alla Transverberazione di Santa Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce (…) Nella lunetta della cappella dedicata a S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce è raffigurata S. Marina di Antiochia, vergine e martire del terzo secolo.” (3)
Transverberazione di Santa Teresa d’Avila
S. Marina di Antiochia
“Continuando nella descrizione delle varie cappelle arriviamo alla terza, la seconda sulla destra, entrando, dedicata a S. Maria Maddalena de’ Pazzi (…) Gli affreschi che circondano questa cappella sono dedicati a S. Rita da Cascia. Nella parte inferiore della cappella è conservata l’urna con la reliquia di S. Ilario.” (3)
S. Maria Maddalena de’ Pazzi
Reliquia di S. Ilario
“La cappella numero quattro, la seconda sulla sinistra entrando, è dedicata alla passione e morte di Gesù, raffigurate dagli affreschi che la ornano. Al centro predomina la figura del Cristo, in dimensioni naturali, su un crocefisso di eccellente struttura in legno del XVII secolo, opera di un sacerdote cappuccino siciliano, donato intorno al 1850 dalla famiglia De Angelis al Monastero S. Maria della Luce. Con la chiusura del monastero il crocifisso divenne di proprietà del Santuario del Carmine.” (3)
Crocefisso di eccellente struttura in legno del XVII secolo
“La cappella numero cinque, la terza sulla sinistra entrando dall’ingresso principale, è dedicata alla Vergine del Carmelo. Questa cappella sorge sul posto dove era situato il vecchio organo donato nel 1735 dalla N.D. Vittoria Ronzini e che attualmente è stato spostato per ornare il soppalco costruito, dopo il 1948, sopra l’ingresso principale. La statua in legno della Madonna, è di pregevole legno veneziano, costruita nel XVIII secolo.” (3)
Statua della Vergine del Carmelo che si porta in processione nei mesi di febbraio e luglio
“La cappella numero sei, la terza sulla destra entrando, è dedicata alla Santa Famiglia. Buoni affreschi tappezzano i lati e la lunetta della cappella. Al centro sono stati riportati alla luce i vecchi affreschi della chiesa. Rappresentano una immagine poco visibile della Madonna col Bambino. Molto meno visibile l’affresco in alto a sinistra che dovrebbe rappresentare il drago ucciso con una freccia da S. Michele Arcangelo. Il disegno non è completo perchè, purtroppo, la restante parte si trova ancora nascosta sotto gli stucchi che adornano la cappella. Nella stessa situazione si trova una epigrafe del 1305 che, a causa della esigua visibilità non è possibile ben interpretare.” (3)
“La cappella numero sette è dedicata a S. Michele Arcangelo. Il quadro principale raffigura l’Arcangelo Michele, ed è stato realizzato da un maestro della cartapesta leccese: Raffaele Caretta nel 1907.
R. Caretta, S. Michele Arc. 1907. Quadro in cartapesta
I cinque dipinti che adornano la cappella rappresentano:
1) S. Michele libera le anime del Purgatorio;
2) S. Michele appare al Vescovo Lorenzo Maiorano;
3) Il Vescovo Maiorano si reca in processione alla Grotta;
4) Nella grotta un toro riceve una freccia da Gargano che rimane colpito a sua volta;
5) Il Vescovo L. Maiorano con altri sacerdoti celebra la liturgia nella Grotta dedicata a S. Michele.” (3)
“La cappella numero otto è dedicata a S. Elia. Egli, pur non essendo il fondatore della vita monastica, ne è sicuramente l’autentico precursore, vero maestro tanto che i monaci si onorano di essere suoi discepoli, soprattutto per quanto concerne la vita contemplativa trascorsa nelle preghiere.” (3)
S. Elia profeta
Sul fondo dell’abside c’è l’altare dedicato alla Vergine del Carmelo, con il miracoloso quadro ligneo del Palvisino (su cui ci siamo già soffermati ndr). ” (3)
Vergine del Carmelo
I pregevoli marmi che rivestono gli altari, sono stati donati, nel 1884, dai figli di Pompeo Terribile.
Al maestro Onofrio Bramante si deve l’affresco realizzato nel 1987 che raffigura S. Simone Stoch mentre riceve lo scapolare.
Tra i quadri presenti, degni di menzione, c’è anche, sull’abside laterale sinistra, il dipinto raffigurante S. Giuseppe. “E’ questa una delle più pregevoli tele del 1700, che si trovano nella chiesa, anche se si ignora il suo autore.” (3)
S. Giuseppe morente, autore ignoto del 1700
Alcuni particolari degli interni particolarmente significativi.
Controsoffitto
Particolare del controsoffitto
Stemma carmelitano realizzato nel 1946
Decorazioni della cappella n. 1 della Madonna col Bambino
Frammenti di antico affresco
A dimostrazione dell’amore dei cittadini di Mesagne nei confronti della Santa Protettrice, un’alta colonna (votiva) sormontata da una colossale statua della Vergine del Carmine e’ posta nella villa comunale dal 1895.(4)
Statua della Protettrice Vergine del Carmine nel centro di Mesagne
Note:
(*) Questo portale si trova rivolto verso l’esterno e non verso l’interno dell’abitato, come tutte le altre chiese di Mesagne, perchè secondo l’usanza bizantina dalla finestrella dell’abside rivolta a levante e quindi verso Mesagne, doveva entrare il primo raggio di luce mattutino. – Fonte A.C. Leopardi, Il Carmine nella realtà mesagnese, Bari 1979 p.52 citata nel libro di T. Cavallo sub 3
(**) Nel corso di lavori di restauro svoltisi, a cura della Soprintendenza di Brindisi-Lecce-Taranto, nel corso del 2006, è stata recuperata, nella lunetta del portale, la rappresentazione, in affresco, dell’Arcangelo Michele, attribuibile al tardo XIV secolo. Fonte Brindisiweb.it
Un ringraziamento all’amico Mario Carlucci che ha collaborato con me nella ripresa delle immagini.
Bibliografia e sitigrafia:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”
(1) http://old.camperclublagranda.it/Luoghi-Speranza/santuarioverginedelcarmelo.htm
(2) Domenico Urgesi, Guida di Mesagne : itinerario storico artistico. Lecce : Capone, stampa 1995
(3) T. Cavallo, Il Santuario della Vergine SS. del Carmelo e i Padri Carmelitani nella storia di Mesagne. Ed. Grafischena srl – Fasano di Brindisi, luglio 1992
(4) http://web.tiscali.it/mesagne.story/cenni_storici.htm