La proposta di un Monumento Nazionale al Marinaio D’Italia (per vedere la seconda parte clicca QUI)
“Il 20 giugno del 1925 Mussolini, accogliendo le istanze dei cittadini e degli amministratori di Brindisi, accordò il suo consenso a che il Monumento Nazionale al Marinaio Italiano fosse eretto in quel porto e accettò la presidenza del relativo comitato d’onore che la città gli aveva offerto.
Qualche tempo prima lo stesso Presidente del Consiglio aveva deciso che un monumento in onore dei marinai caduti in guerra sorgesse in una città marinara; Trieste e Spezia avevano avanzato la loro candidatura ma la scelta, appoggiata dal Ministero della Marina, cadde su Brindisi “per meriti acquisiti …durante la prima guerra mondiale”, quando era stata sede della base navale del Basso Adriatico, e per i quali era stata insignita della croce di guerra.
Pochi giorni dopo Vittorio Emanuele III, con il nulla osta di Mussolini, concesse al comitato d’onore per il monumento il suo alto patronato.” (1)
Il Municipio di Brindisi
Fu “L’apertura del canale di Suez, (che) dopo la proclamazione dell’Unità Italiana, riaffermò nel mondo la missione geografica e storica di questo celebratissimo porto della romanità.
Nell’ultima guerra (Prima guerra mondiale ndr) esso accolse e difese nelle sue sicure rive tutta la nostra flotta, la flotta inglese, francese, giapponese, americana.
Partecipò alla guerra con la generosità di chi dona senza patti, e con la fede di chi ama senza riserve.
Dal mare ebbe le offese, dall’aria ebbe le offese. Il popolo soffrì, ma tacque: dolorò in silenzio.
Ogni commercio era finito, ogni ricchezza esausta, ogni bene era lontano.
Il porto aveva vestito le sue armi di guerra: non vide più se non convogli di truppe, navi ospedali e piroscafi ingombri di cannoni.
Le sue banchine brulicarono di armati; si popolarono di treni; si appesantirono di munizioni.
Ogni angolo divenne una fucina, ogni sponda fu segnata da un confine.
Le madri pensarono a questo porto come alla vivezza della loro ansia: i fanti del mare, partendo, pensarono ad esso come al volto della madre lontana.
Brindisi viveva in tutti i cuori della famiglia marinara.
E quando la Vittoria spiegò le ali sul mare, qui sorse bianca dalle acque, nella salsedine marina, e si eresse gigante: il fragore cessò d’incanto.
Compose allora i caduti e raccolse i feriti, diè nome alle battaglie e celebrò i forti.
Il Duca del Mare (P. Thaon di Revel) qui disse che per Brindisi si potè giungere alla vittoria sul mare e senza Brindisi non si sarebbe potuta fare la guerra in Adriatico.
Egli perciò faceva gli auguri che qui fosse fatto sorgere il Monumento al Marinaio Italiano, perché nessuna Città come questa ha il diritto di avere così grande onore.
La storia ritorna per le grandi vie: Roma e l’Italia di Vittorio Veneto si congiungono sul mare nel nome fedele di Brindisi.
Dal Palazzo di Città, marzo 1925.” (2)
Deliberazione del Consiglio Comunale del 15 novembre 1924
Il Consiglio, all’unanimità, delibera di adottare la proposta sopradistinta e per lo effetto di autorizzare, con allocazione della somma nel bilancio 1925, il contributo di lire cinquantamila nelle occorrenti spese per il monumento al Marinaio d’Italia da sorgere in Brindisi. (2)
Pubblici consensi
“Delle infinite lettere di plauso all’iniziativa di costruire un Monumento Nazionale al Marinaio a Brindisi, arrivate da tutto il mondo politico e militare dell’epoca, si riporta, significativamente, solo quella del Cap. di Vascello GREGORETTI che, dopo i ringraziamenti di rito e avere espresso il proprio consenso alla proposta, dice:
“Dal maggio 1915 al febbraio ’17, quale Comandante di cacciatorpediniere, ho vissuto a Brindisi la vita intensa di quei primi anni di guerra, e rammento tutte le ansie, gioie e disillusioni così intensamente condivise da codesta patriottica popolazione.” (2)
“Rientrando dalle lunghe estenuanti crociere, sempre sconfortati per il mancato incontro col nemico, invano febbrilmente cercato, l’apparire all’orizzonte del magnifico Castello ci dava un senso di calma, che permetteva di ritemprare il corpo e lo spirito per la imminente nuova missione.” (2)
“L’alta colonna, che domina il porto meraviglioso e sicuro, ci sembrava essere stata eretta in quel porto quasi per irradiare sulle nostre piccole navi l’antica gloria di Roma. Verso di essa convergevano i nostri sguardi nel rientrare in porto e per essa era il nostro ultimo saluto, quando partivamo senza la certezza di far ritorno.” (2)
I marinai d’Italia vedrebbero con gioia sorgere nella città, che per quattro lunghi anni ha assistito al loro diuturno lavoro, quel Monumento nazionale, che giustamente si vuole erigere per esaltare la memoria di tutti coloro che, sul mare, ben spesso oscuramente, sacrificarono la vita per la grandezza della nuova Italia.” (2)
L’arte fascista
Il fascismo che, nella sua opera di consolidamento della fascistizzazione dello Stato, aveva già imposto i canoni di un’arte che metteva da parte l’individualismo dell’artista per integrarsi in uno stato totalitario, scelse l’architettura per lasciare un’immagine indelebile di sé, e, anche, per poter avere una scenografia imponente per le celebrazioni di rito. In tutta Italia sorsero monumenti e Case del fascio. E anche la città di Brindisi, nel corso del ventennio, vide nascere il Monumento al Marinaio, la Fontana delle Ancore, il Collegio Navale del Littorio, la Casa della G.I.L. (poi distrutta dai bombardamenti alleati), alcuni edifici scolastici, ed altro ancora.
La raccolta dei fondi
“Negli anni successivi il Comitato Cittadino s’adoperò in tutti i modi per raccogliere i fondi necessari per la costruzione del Monumento, promuovendo sottoscrizioni, vendite di francobolli celebrativi, veglioni e concerti del famoso tenore leccese Tito Schipa. Ma la somma necessaria non veniva raggiunta.
Il problema finanziario si risolse definitivamente quando Achille Starace (allora Vice-segretario del Partito Naz. Fascista ndr), che aveva sempre seguito ed appoggiato con passione il progetto dell’erezione a Brindisi del monumento, divenne commissario straordinario della Lega Navale Italiana: infatti questa si assunse l’onere di integrare con 1.200.000 lire le somme già raccolte dal Comitato Cittadino fin dal 1925. (3)
Il concorso per il miglior progetto
“Nel bando di concorso, indirizzato ad architetti e scultori (consistendo il monumento in opera di architettura e scultura) si sottolineavano i criteri di sobrietà, solennità ed austerità che dovevano ispirare i lavori concorrenti e si fornivano le indicazioni di massima per la realizzazione dei bozzetti.” (1)
“Tra i 92 lavori, esposti in mostra nel luglio del 1932 nell’antico Granario Barberini a Roma, risultò vincitore il progetto dal motto (il motto era richiesto nel bando ndr) “Sta come torre” dell’architetto Luigi Brunati e dello scultore Amerigo Bartoli.” (1)
Un interessante intervento in video del Prof. Massimo Guastella, ci svela alcuni segreti legati alla realizzazione del Monumento.
“Secondi classificati a pari merito, i progetti “Luce di gloria” di A. Di Castro e E.Martino,
ed “Oltremare”, di E. Mongiovì e F. Coccia.” (1)
Gli altri progetti presentati al concorso
La costruzione
“I lavori di costruzione del Monumento iniziarono il 28 ottobre 1932, anniversario della “marcia su Roma”, diretti dall’arch. Brunati ed eseguiti dall’impresa romana dell’ing. Armando Simoncini. La Lega Navale provvedeva alle spese di costruzione, mentre al Comune di Brindisi spettava l’onere dell’acquisto del suolo necessario, la realizzazione delle opere murarie laterali, la sistemazione a parco delle zone adiacenti e la creazione del viale alberato di accesso da terra al Monumento.” (3)
“Il Monumento, alto complessivamente 54 metri, fu realizzato in pietra di carparo di Trepuzzi, di colore ocra, con i gradini in pietra bianca di Trani, mentre in travertino bianco erano i due grandi fasci littori posti sui fianchi del timone.” (3)
“In corso d’opera furono eliminate le due grandi statue di marinai, poste ai lati del timone che dovevano rappresentare le virtù di esplorazione dei mari e le virtù militari, sostituite con due cannoni di navi austro-ungariche affondate dagli italiani durante la prima guerra mondiale.
Pochi anni dopo, sul piazzale superiore, ai lati del Monumento, furono collocate due ancore, sempre provenienti dalla marina austro-ungarica (appartenute alle corazzate Tegetthoff e Viribus Unitis ndr).” (3)
“Al piazzale (davanti alla cripta) si accede per archi praticati nei muri d’ala e nel centro di esso (nel progetto originario), tra il Monumento e il mare, avrebbe dovuto essere scavata una darsena di perimetro parabolico, digradante al mare con ampli scalini e larga 60 metri. Il mare avrebbe specchiato più direttamente nel suo liquido elemento il Sacrario eretto a gloria dei suoi figli. Ma questo non si è potuto fare, per difficoltà finanziarie. “ (4)
“La cripta posta all’interno del basamento era profonda metri 27 e presentava un’unica navata suddivisa in cinque campate con volte a crociera, ad evocare lo scafo capovolto di una nave.
Sul fondo, la statua in bronzo della Madonna “Stella Maris” dello scultore Amerigo Bartoli era poggiata su un altare in pietra di Trani. Ai lati della navata erano collocate grandi lastre di marmo nero con incisi i nomi dei marinai caduti in guerra dal 1860 alla prima guerra mondiale (successivamente è stato aggiunto anche il numero di quanti perirono nella seconda guerra mondiale: 33.900 caduti, ndr)” (3)
“Se alla cripta si accede dal piazzale inferiore, salendo le gradinate si può giungere allo spiazzo più alto: una sorta di ponte che permette sia di entrare nella cavità del timone, sia di avviarsi, scendendo un’ulteriore scalea, ai belvedere delle rotonde laterali. Il piccolo ingresso che dà accesso all’interno del timone, permette anche di raggiungere, servendosi di scale o di un ascensore, la sommità del Monumento, riproponendo così la veduta panoramica del belvedere sulla città.” (1)
Così come programmato, i lavori di costruzione del Monumento furono completati nel termine di un anno, entro il 28 ottobre 1933. Il costo finale dell’opera ammontò a 2.300.000 lire. (3)
“Nell’assieme questo monumento ripete la torre costruita nel 1929 a Laboe (Kiel) come monumento agli eroi della marina tedesca, su progetto di G.A. Munzer – Dusseldorf.” (5)
L’Inaugurazione
“L’inaugurazione del Monumento al Marinaio ebbe luogo il 4 novembre 1933, alla presenza di Vittorio Emanuele III e del Duca Thaon de Revel, in rappresentanza del Capo del Governo.
La solenne cerimonia richiese una lunga e accurata preparazione da parte del Comitato Esecutivo, presieduto dal Prefetto Mutinelli, sia per la presenza del Re e delle massime autorità dello stato, che per l’enorme afflusso dei partecipanti alla sfilata d’onore e di pubblico, proveniente da tutta l’Italia: erano stati predisposti dieci treni speciali per gli ex marinai e i soci della Lega Navale.
All’Amministrazione Comunale spettò il compito di provvedere ai posti di ristoro per il pubblico, al reperimento delle automobili per il corteo reale, all’acquisto delle centinaia di bandiere tricolori che adornarono i corsi, all’addobbo con piante e fiori dei giardinetti cittadini e dell’area adiacente il monumento.” (3)
“La mattina del 4 novembre, a mano a mano che i treni speciali arrivavano, i partecipanti furono inquadrati e accompagnati al porto, dove la Marina aveva costruito un ponte galleggiante, lungo oltre 250 metri, tra la banchina Montenegro e l’opposta riva del Seno di Ponente; attraversato ordinatamente il ponte di barche, andarono ad occupare i posti loro assegnati, nell’attesa dell’arrivo del Re.” (3)
“Nello stesso tempo, le organizzazioni fasciste cittadine e provinciali, i mutilati, i combattenti e così via, si riunivano in diversi punti di raccolta per poi raggiungere il Monumento. Un pubblico numerosissimo, intanto, fin dalle prime ore del mattino assiepava ogni punto disponibile lungo la via Regina Margherita e sulla scalinata delle Colonne, per vedere il corteo che avrebbe accompagnato il Re dalla Stazione Marittima al Palazzo Montenegro.” (3)
“All’arrivo del Re, giunto al piazzale del Monumento a bordo di un motoscafo, si diede inizio alla cerimonia inaugurale: il rito religioso, il saluto del podestà Giannelli, i discorsi di Starace e del Ministro della Marina Sirianni, la visita alla cripta e al Monumento da parte del sovrano e dei Principi reali.
Durante la cerimonia d’inaugurazione la Lega Navale Italiana consegnò ufficialmente alla Regia Marina il Monumento al Marinaio.” (3)
La consegna della statua della Madonna alla Marina – 18 Dicembre 1955
“Il 18 dicembre 1955 ebbe luogo la cerimonia di consegna alla Marina Militare della statua della Madonna posta sul Monumento al Marinaio, nel dente del timone.
Voluta da Mons. Margiotta, arcivescovo di Brindisi, a conclusione dell’anno mariano 1954, era stata offerta dall’associazione religiosa Figlie di Maria “Ali azzurre” di Brindisi e, come si legge nell’epigrafe, posta “quale vigile sentinella del nostro mare, del nostro porto…”. La statua della SS. Vergine dei Raggi realizzata in lega di cemento, alta 4,50 metri e del peso di circa 10 tonnellate, era stata costruita dalle maestranze dell’Arsenale Militare Marittimo di Taranto.” (3)
Inaugurazione dell’Ara Votiva al Marinaio d’Italia: 18 luglio 1965
“Il ministro della Difesa on. Giulio Andreotti il 18 luglio 1965 inaugurava l’Ara Votiva ai Caduti del Mare, posta sul piazzale inferiore del Monumento al Marinaio, davanti alla cripta.
L’Ara Votiva era offerta dalla Provincia di Brindisi con il concorso di altri enti pubblici e l’avv. Vincenzo Palma, presidente dell’Amministrazione Provinciale, era stato il presidente del “Comitato esecutivo erigenda Ara Votiva”.
Presenziarono alla cerimonia numerose autorità militari e civili, come il Capo di Stato Maggiore della Marina amm. Ernesto Giuriati, l’on. Italo Giulio Caiati, l’on. Mario Marino Guadalupi e il sen. Antonio Perrino, esponenti di spicco della classe politica brindisina.” (3)
“Dopo l’accensione della fiamma perenne, furono scoperte all’interno della cripta del Monumento le lapidi in ricordo dei Caduti sul Mare della seconda guerra mondiale e di tutti i decorati di medaglia d’oro alla memoria della Marina Militare.” (3)
La gestione
“I rapporti tra la Marina, proprietaria del Monumento, ed il Comune proprietario dei parchi circostanti e dei bastioni, furono regolati con una convenzione stipulata il 22 dicembre 1934 per la gestione patrimoniale e d’uso del Monumento al Marinaio.
Restò insoluto il problema, più volte sollevato dall’Amministrazione Comunale, della presenza di un deposito di carbone della Regia Marina nelle immediate vicinanze del Monumento, in una zona destinata a parco, né ebbe seguito il progetto, avanzato sempre dal Comune, di un prolungamento del viale di accesso al Monumento per oltre 3 km. fino a Punta Penne. Il viale opportunamente alberato, doveva diventare un Parco della Rimembranza dei Caduti del Mare, e dare uno sfondo prospettico nella sistemazione paesaggistica del Monumento.” (3)
(per vedere la seconda parte clicca QUI)
Note:
Tutto il materiale fotografico di: Collezione privata e Collezione famiglia Simoncini sono esposti al pubblico all’interno del Monumento al Marinaio di Brindisi.
Ringraziamenti:
All’amico Mario Carlucci che ha collaborato con me nella ripresa delle immagini;
All’Archivio di Stato per aver consentito l’accesso al materiale disponibile;
Alla Biblioteca Arcivescovile A. De Leo di Brindisi, per aver gentilmente messo a disposizione le fotografie dell’archivio personale fotografico T.Col. Briamo, comprensivo di didascalie del presente articolo.
Bibliografia e siti web:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica.”
(1) Brindisi 1927-1943 da capoluogo a capitale, i progetti, le architetture, di Archivio di Stato – Brindisi e Ordine degli arch. Della Prov. Di Brindisi. Mostra doc. 1994 Editrice Alfeo
(2) Municipio di Brindisi, Monumento al Marinaio d’Italia. Pubblici consensi. Tip. Del commercio (Brindisi) 1925.
(3) Materiale espositivo della “Mostra sulla costruzione, inaugurazione e testimonianza a stampa nel tempo; a cura dell’Archivio di Stato in occasione dell’80° Anniversario dell’inaugurazione del Monumento Nazionale al Marinaio d’Italia. – 1933 – 2013”
(4) Architettura – Rivista del Sindacato Naz. Fascista Architetti diretta M. Piacentini – Milano. F.lli Treves editori, Roma. Febbraio 1934 – fasc. II e IX
(5) Storia e cultura dei monumenti brindisini, di R. Jurlaro. Ed. Salentina – Galatina (Le), aprile 1976
notizie e foto particolareggiate ne fanno un lavoro molto interessante ,grazie.
Grazie a te. Gentilissimo come sempre!
Relativamente al Monumento al Marinaio d’Italia:
All’interno della cripta sacrario alla base del monumento c’è o c’era una lampada votiva perenne, fatta fare da mio padre Ugo Galasso verso il 1935 a Firenze col ricavato di una colletta fra gli iscritti all’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di cui era il segretario provinciale. Nessuno ne parla, nessuno ne scrive e non si riesce a rintracciarne neanche una foto!
Mio padre ne fu l’ideatore e quello che si adoprò per la sua collocazione. Occorre dire che non si tratta della lampada votiva esterna che restò spenta per circa un decennio, e venne riaccesa in occasione di una cerimonia alla presenza di Carlo Azelio Ciampi (e poi subito spenta!).
Nell’occasione la mia famiglia fu non dico invitata a partecipare ma nemmeno avvertita dell’evento!
http://www.brundisium.net/12nov_gdm.asp
Come figlio posso dire che l’imponente collezione di medaglie navali relative al periodo 1860-1960 ma principalmente fra il 1900 ed il 1950 iniziata da Ugo mio padre, continuata da mio fratello Luciano ed alla sua morte da me, sarà donata alla mia morte per essere inserita nella cripta in apposite bacheche, a maggior gloria della Regia Marina e della Marina Militare. Si tratta di medaglie coniate per ogni nave militare in occasione del varo o della consegna della bandiera di combattimento. La collezione è seconda solo a quella del Museo della Marina Militare di La Spezia, ed ha alcuni pezzi importanti che mancano al museo spezzino.
Gent. Sig. Mario Galasso,
La ringrazio molto per la bella lettera e sono contento che il lavoro sul Monumento Nazionale al Marinaio d’Italia Le sia piaciuto.
Vorrei sinceramente che si facesse chiarezza sulla faccenda che mi ha descritto, per un dovere verso i vivi ma soprattutto verso i morti, e per questo Le sarei grato se mi autorizzasse a divulgare il contenuto della sua email, anche alla stampa e su Internet. In ogni caso, meglio sarebbe se potesse dare anche maggiori dettagli sugli accordi presi da suo padre per la collocazione della lampada, con la eventuale documentazione a corredo.
Per quanto riguarda la donazione di medaglie che intende fare al Monumento a nome della sua famiglia, posso solo dire che il suo attaccamento alla Patria, all’Arma e alla Bandiera, soprattutto di questi tempi in cui sembra che i valori morali siano stati sostituiti dall’interesse economico, non può che farle onore e servire da esempio ai giovani. Tutto ciò mi rende fiero di averla conosciuta!
In attesa di leggerla in seguito, La saluto con cordialità.
Francesco Guadalupi
Devo aggiungere che il lavoro di ricerca sul monumento al marinaio d’Italia mi piace molto.