“E’ risaputo che questa fontana, in origine romana, fu restaurata dal normanno re Tancredi, l’unico monarca nato nel Salento e precisamente in Lecce. Egli nel 1191, dopo aver assoggettati gli Abruzzi, venne in Brindisi per fare incoronare il figlio come co-reggente del regno.
Nel 1192 egli tornò a Brindisi col figliolo per fargli sposare la principessa Irene di Grecia (..) che approdò a Brindisi.
Le nozze furono celebrate con grande solennità e in ricordo del fausto avvenimento il re fece restaurare la Fontana Grande.” (1)
“Legato a questo avvenimento è il quadro di Luigi de Luise (..) del quale ci è rimasta una buona riproduzione litografica inserita nella rarissima “Storia del Regno di Napoli dalla fondazione della monarchia infino al XIX secolo descritta e pubblicata da Antonio Zenon” (Napoli 1838 in folio grande). In essa si legge: “Gli sponzali (di Ruggiero con Irene) furono celebrati con gran pompa e magnificenza nella chiesa principale (di Brindisi). Era di antico costume presso i principi normanni di viaggiare sui destrieri, più per mostrare trionfo certamente che aggio”. (1)
“La fontana, in quell’epoca, era nota perché riversava acqua copiosa e pura che era destinata in primo luogo agli uomini ed ai cavalli che da qui transitavano per entrare in città e imbarcarsi (pensiamo ai soldati e ai pellegrini in viaggio per la Terra Santa) o per irrigare orti e giardini in una area ricca, peraltro, di sorgenti d’acqua, ma anche, secondo quanto si riporta, per ammalati, perché considerata dai medici e dai periti la migliore in assoluto della città e dei dintorni.” (2)
” La Fontana fu restaurata nell’anno 1549 da Ferdinando Loffredo, gevernatore della provincia di Otranto, che vi fece incidere la seguente iscrizione: “Appia. Appio. Fons tancredo. Rege. Aedita/ambo Ferdinando. Loffredo. Heroe. instaurata./quare – sta. Bibe. Et. Propera. Et tria. Haec commoda/his tribus procebirus. Accepta. Referto/Sindaco ioanne. Maria. Stefanio. Ex publicis. Brundusinorum. Impensis. A.D. MDIL” (3)
Nell’epigrafe si fa riferimento alla fontana costruita dal re Tancredi e restaurata dall’illustre Ferdinando Loffredo a spese pubbliche durante l’amministrazione di Giovanni Maria Stefanio nell’anno 1549. Il resto è pressocché incomprensibile: si può intuire che ci sia un invito al viandante a bere e affrettarsi…
“Nell’Ottocento la fontana, ridotta quasi in macerie, venne ricostruita ed ampliata ad opera del Decurionato brindisino e vennero sistemati, come ci appaiono oggi, gli stemmi della Città, di Loffredo e l’arme di Carlo V sul fronte centrale.” (2)
A questo periodo si riferisce l’immagine del Castellan nelle Lettre sur l’Italie, pubblicata a Parigi nel 1819.” (2)
Nel 1828 la fontana, ridotta ormai ad un cumulo di rovine, fu ricostruita ed ingrandita.
La Fontana Tancredi detta anche Fontana Grande, la si incontra percorrendo la Via Prov. San Vito (direzione Bari). La vediamo alla nostra sinistra, addossata ad un’altura naturale.
“Essa è formata da un muro rettangolare e da due edicole (con cupole) congiunte da una grande vasca di raccolta dell’acqua che sgorga dalla bocca di alcune teste scolpite in marmo.” (2)
“Di rilievo i due mascheroni presenti all’interno delle nicchie laterali con archi a tutto sesto, coperte da piccole cupole di tradizione araba, elementi certo di reimpiego e risalenti probabilmente al XII secolo.
I due ultimi restauri risalgono al 1998-99 ed al 2011-12. In quest’ultimo sono stati compresi i lavori di riqualificazione delle aree verdi circostanti.” (2 )
Lettura storica. Fonte del re Tancredi – tratto dalla “Memoria historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi, del revpadre Andrea Della Monaca (pp. 369-371)
“Non manca alla città qualche vestigia dell’opera di questo re; perciò che egli arricchì d’un bellissimo e copiosissimo fonte, che sino ad oggi si vede, che è di grandissima utilità al pubblico, chiamandosi Fonte Grande, sull’estremità del Ponte, dove cominciava la via Appia, che porge copiosissime acque alla città e agli animali, che vi concorrono a bere, irrigando tutti quei giardini, che nella sottoposta costa di mare si trovano, senza che si sappia aver mancato mai nei tempi delle maggiori siccità, quando tutti gli altri pozzi e fonti d’acque sorgenti son disseccate, di scorrere con la medesima abbondanza d’acqua, che dal principio gli fu data dall’industrioso artefice.
Il modello di questo fonte è all’uso antico, ma riguardevole e vago, poiché consiste in un vaso grande di grosse pietre fabbricato lungo palmi ventidue circa e in proporzione largo, che stà continuamene pieno di acqua per il beneficio comune.
Nelle due estremità o angoli del predetto vaso vi sono due nicchi grandi con le cupole sulla sommità e da ciascun nicchio per sotterranee strade scorrono abbondantissimamente acque dolcissime nei loro recipienti, e di là comunicano al vaso maggiore detto di sopra.
La qualità di queste acque, secondo l’esperienza fatta da medici e da periti, si è ritrovata ad esser la migliore di tutte le altre, che sono dentro e fuori dalla città; …nel mezzo di essa vi è l’iscrizione su pietra in ricordo delle nozze del figlio Ruggero con la principessa Irene (oggi, purtroppo, completamente illeggibile ndr).
Il che diede materia a Nicolò taccone dottissimo poeta brindisino di scherzare con un suo epigramma intorno alla figura della testa di cervo, che il porto accenna, unito con detto Fonte, fingendo esser stato quel Fonte, ove Diana vista ignuda da Atteone fu da quella convertito in cervo e dai propri cani lacerato e ridotto in sangue si formò quel porto, che perciò ne ritiene il nome e la forma.”
GLI STEMMI
Carlo V
“Gli stemmi brindisini di Carlo V sono inseriti nelle opere fortificate e di ristrutturazione volute dall’imperatore nel castello di terra, nella cinta muraria cittadina e sul frontale della fontana Tancredi.” (4)
“Lo stemma posto sulla Fontana Tancredi è del 1549, anno in cui furono ultimati i lavori di restauro al monumento per volontà di Ferrante Loffredo. (4)
Descrizione e ubicazione. Scudo del tipo sannitico con punta arrotondata circondato da una decorazione nastriforme; il tutto poggiante su base a semplice, lineare cornice. Lo stemma in pietra bianca è abraso nel campo dello scudo, presenta distacchi e irregolarità nel margine sinistro e negli angoli inferiore destro e superiore sinistro della cornice, con nastro consunto ed interrotto in più punti. Si trova inserito sul corpo centrale della Fontana Tancredi, alla sinistra dello stemma della città.
Mutila lungo il margine destro ed al capo, l’arme imperiale della Fontana Tancredi è priva di cornice, verosimilmente perduta durante le operazioni di spostamento della lapide. (..)” (4)
“Estremamente complesso dal punto di vista araldico è lo stemma di Carlo V. In esso sono rappresentati tutti i suoi numerosi dominii espressi per simboli e strutturati in gran inquarti, contro inquarti ed inquarti (*). ” (4)
Si ritiene di poter dire che, il dominio sulla città di Brindisi viene significato dal simbolo delle colonne sul quarto inferiore destro.
“Lo stemma della città, raggiunge la sua configurazione definitiva con l’introduzione della testa di cervo. L’emblema rappresenta la trasposizione araldica del nome della città (..). La prima rappresentazione araldica, dopo l’introduzione della testa di cervo, è data dallo stemma posto sulla Fontana Grande detta di Tancredi. La lastra calcarea, ancora ben conservata, fu collocata in sito durante i lavori di restauro voluti da Ferrante Loffredo nel 1549 e, insieme allo stemma di Carlo V e a quello dello stesso Loffredo, ne ornò la facciata. Durante i lavori di ripristino del monumento, avvenuti a cura del decurionato nel 1828, anche gli stemmi furono cambiati di posizione e la fontana assunse l’aspetto attuale.Lo stemma di ottima fattura, non presenta nè scudo nè cornice.” (4)
Nostro intervento Facebook del 15 gennaio 2021
Note
(*) Inquartato è lo scudo diviso in 4 parti uguali (che sono chiamati quarti) da una linea verticale e una orizzontale che si incontrano al centro; se le linee che si intersecano sono diagonali si chiama inquartato in decusse o in croce di s. Andrea.
Controinquartato è lo scudo in cui uno dei quarti o tutti i 4 quarti sono nuovamente inquartati.
Bibliografia e siti web:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica.”
(1) Brindisi ignorata, di Nicola Vacca. Vecchi e C. Editori. Trani – 1954.
(2) Guida di Brindisi, di Vittoria R. Petrosillo. Congedo Ed. Galatina (Le) 1993.
(3) Cartellonistica municipale in loco.
(4) Delle insegne che ancora veggonsi nella città di Brindisi, di Giuseppe Maddalena e Francesco P. Tarantino. Ed. Alfeo 1989
Grazie, buone cose
Stefania.
Buongiorno, mi chiamo Alessandro, e anche se non vivo a Br ormai da diverso tempo mi sono spesso chiesto come mai i monumenti più belli come questa fontana per esempio oppure anche castello Alfonsino o altri ancora non vengano valorizzati come dovrebbe essere, aperti al pubblico, o si crei percorsi turistici ad ok da diffondere su guide per i turisti. Abbiamo una delle città più ricche di storia di tutto il sud, che fino a questo momento non è mai stata valorizzata come si deve. Grazie a voi per per avermi consentito di esprimere la mia opinione.
Ciao Alessandro, io vivo a Brindisi e la penso esattamente come te. Anzi, aggiungerei che abbiamo la fortuna di avere un clima mite tutto l’anno e spiagge, e bellezze naturali, vedi Torre Guaceto, rinomate in tutto il mondo! Se finora non siamo riusciti a valorizzare adeguatamente questo gran patrimonio artistico- storico- architettonico-naturale – ecc.ecc. probabilmente la colpa è anche nostra, ma, soprattutto di una classe politica che, finora, poco ha fatto e male, secondo il mio modesto avviso. Da qui è nata l’idea del blog, che scavalcasse ogni barriera burocratica e si rivolgesse direttamente ai cittadini e stranieri, nel tentativo di far conoscere e valorizzare chiese, monumenti e bellezze naturali, in una parola: Brindisi!
Visito periodicamente Brindisi, e vi sono tornato ieri sera nell’ambito degli Open Days. La citta’ vanta un patrimonio monumentale ed artistico di tutto rispetto, anche per quanto riguarda l’eta’ contemporanea. I crocieristi, tra gli altri, devono essere invitati a sostarvi un po’ di piu’, anche perché il centro storico non e’ lontano dal terminal del porto. A lei, un sentito ringraziamento per gli stupendi servizi fotografici e le note storiche, succinte ma utilissime. Molto belle le pagine sulla Fontana Tancredi (il suo e’ il primo servizio fotografico decente disponibile in rete) e sulla chiesetta di Aurio.I piu’ vivi complimenti, e un invito a proseguire nella stessa direzione.
Nicola Morrone-Manduria (TA)
La ringrazio sig. Morrone per le gentili parole usate che, Le confesso, sono molto gradite! Anche perchè, purtroppo, come dicevano i latini: “nemo propheta in patria” e la mia modesta opera, forse proprio perchè gratuita, suscita insieme alle normali invidie e gelosie, anche malumori e proteste in quantità ben superiore ai consensi! Ma, vedo che Lei è di Manduria,una città molto importante dal punto di vista storico-artistico, e che vorrei visitare! Basti dire che ha dato i natali ai Bianco di Manduria! Poichè ho capito dalle Sue parole che ha anche una certa competenza in materia, Le sarei grato se mi potesse dare qualche “dritta” circa i luoghi (monumenti, chiese, musei) aperti e gli orari, per cominciare a fare una certa programmazione. La ringrazio anticipatamente per quello che potrà fare e La saluto.