Il nome di San Giusto e il motto della Nave in dialetto triestino “Coragio no manca co’ semo nel giusto” (il coraggio non può e non deve mancare quando ci si batte per una giusta causa) legano indissolubilmente l’Unità alla città di Trieste. Il Crest, come lo stemma di Trieste, reca infatti l’alabarda, rappresentata emergente dai flutti, per ricordare come, secondo la leggenda, San Giusto, gettato in mare durante la persecuzione di Diocleziano (303 a.a.) fu restituito dalle acque sulla spiaggia di Trieste.
La vocazione “anfibia” dell’Unità è rappresentata dal leone simbolo da sempre dell’omonimo Battaglione (oggi Brigata Marina), che ha scritto innumerevoli pagine di eroismo nella storia della Marina Militare ed imbarca sull’Unità nel corso di eventi operativi e addestrativi.
Infine il timone, simbolo dell’Accademia Navale, ricorda la funzione con cui è nata l’Unità (e recentemente “sacrificata” ad un più assiduo impiego operativo), di Nave Scuola destinata ad addestrare le giovani leve della Marina e ad educare all’amore per la Patria e per il mare.
Nave SAN GIUSTO è la prima ed unica nave della classe SAN GIUSTO, costituisce una versione migliorata e potenziata della classe SAN GIORGIO.
Il suo abituale porto di assegnazione è la Base Navale di Brindisi, dove dal 1 novembre 2013 dipende organicamente dal COMGRUPNAV UNO.
Secondo le denominazioni standard della NATO essa è definita una LPD (Landing Platform Dock), cioè una Unità da trasporto anfibio dotata di un bacino allagabile, designata per sbarcare truppe di assalto anfibio in operazioni di proiezione di potenza dal mare. La configurazione di uomini e mezzi trasportabili varia a seconda della tipologia di missione e, a titolo di esempio, si riportano di seguito le seguenti capacità: una compagnia d’assalto della Brigata Marina San Marco (330 uomini con il relativo equipaggiamento bellico e logistico); fino a 34 veicoli corazzati leggeri per il trasporto di fanteria (VCC-1 e/o LVTP-7); 3 motozattere per assalto in spiaggia (MEN) capaci di caricare in bacino e spiaggiare 2 mezzi corazzati alla volta ciascuna, 3 motoscafi veloci d’assalto a propulsione idrogetto (MDN), 170 ton. di equipaggiamenti speciali di fuoco ed infine 3 elicotteri tipo EH 101 sul ponte di volo attrezzati sia per il supporto di fuoco ad una operazione anfibia, sia per azioni di eli-sbarco.
Si attraversano i corridoi e si salgono alcune rampe di scale per arrivare sul ponte
Sul Ponte incontriamo l’Eliporto
I Droni
Il ponte è stato accorciato per permettere l’installazione a prua di un cannone da 76/62mm Super Rapido per aumentare le capacità difensive dell’unità. (Wik.)
Mezzi di salvataggio e antincendio
Il Ponte di comando.
Il panorama visto dalla nave
Le sue elevate capacità di trasporto rendono l’Unità anche molto versatile per operazioni di assistenza umanitaria, protezione civile, intervento in caso di calamità naturali nelle quali è stata più volte impiegata.
In particolare, l’Unità può essere facilmente adattata per compiti del tipo:
• assistenza sanitaria (medico e logistico) in seguito a calamità naturali;
• trasporto di veicoli speciali;
• evacuazione della popolazione civile via mare e via elicotteri.
Gli ampi spazi e le capacità di alloggio ne consentono inoltre l’impiego come Nave Scuola per gli Allievi ufficiali dell’Accademia o delle Scuole Sottufficiali. A tale scopo è stata dotata di attrezzature didattiche e specialistiche ad-hoc.
Inoltre un sistema integrato di Comando, Controllo e Comunicazioni comprensivo anche di comunicazioni satellitari e di reti informatiche di distribuzione a bordo delle informazioni, rende l’Unità idonea quale sede di Comando per operazioni navali e/o anfibie condotte da staff multinazionali ed interforze.
Le caratteristiche di impiego della Nave, estremamente flessibile per costruzione e di collaudata funzionalità a seguito delle numerose attività svolte, la rendono capace di operare con diversi profili di impiego nell’ambito delle missioni assegnabili.
Unità di assalto anfibio con possibilità di impiego per due elicotteri tipo SH-3D/EH-101/AB212/NH90. La funzione di gestione dei carichi trasportabili è sfruttabile anche per l’imbarco/sbarco di materiali per il supporto a popolazioni colpite da calamità naturali e/o che versano in condizioni socio-economiche di necessità;
– Unità di supporto sanitario, con un’area ospedaliera attrezzabile fino alla classificazione NATO di livello Role 1 (in fase di potenziamento a Role 2), ovvero la possibilità di effettuare:
• visite mediche e terapie ambulatorie e d’emergenza;
• terapie odontoiatriche d’urgenza;
• esami radiologici e di laboratorio;
• interventi chirurgici salvavita e salva arti;
• terapia precoce delle ustioni.
Per garantire questo livello di supporto sanitario, quando necessario, viene imbarcato un team di chirurgia d’urgenza (anestesista, chirurgo, ortopedico ed odontoiatra). Anche in questo settore, le apparecchiature mediche imbarcate, gli spazi e le professionalità disponibili a bordo sono sostanzialmente compatibili e paragonabili a strutture sanitarie quali i Posti Medici Avanzati (PMA) ed i Posti di Assistenza Socio-Sanitari (PASS), indispensabili per il pronto ed immediato intervento in aree calamitate.
Tutte le informazioni sono state prese dal sito della Marina Militare: http://www.marina.difesa.it/uominimezzi/navi/Pagine/SanGiusto.aspx
https://www.facebook.com/groups/106381092731412/
Ho inviato l’articolo sulla nave San Giusto al link sopra indicato che è un Blog del mio amico e “compagno” Paolo Geri di TRIESTE che scrive dettagliatamente intorno alla storia e vicende di Trieste. L’articolo sulla San Giusta è dettagliatissimo, la nave è stata “visitata” in ogni suo recondito accesso!!! BRAVO!
Grazie Alfio! Quella nave è stata una scoperta anche per me! Ha salvato migliaia di vite umane nell’operazione “Mare nostrum” utilizzando droni ed elicotteri. Mi piacerebbe far vedere l’articolo anche al comandante che, senza conoscermi, gentilmente si è avvicinato ed ha chiesto che cosa ne pensavo!