25 Novembre – Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

In mattinata, presso il Salone di Rappresentanza della Provincia di Brindisi, si è tenuta la prevista cerimonia con la firma del Protocollo d’Intesa tra Istituzioni, Forze dell’Ordine, Servizi Sociali, Sanitari e Territoriali, per sostenere le iniziative che andranno a sensibilizzare i cittadini sul tema, quanto mai attuale, del “Rispetto della Donna” e della “Condanna di ogni forma di violenza nei suoi confronti”.

Il sito della Provincia ricorda che “La violenza di genere è riconosciuta dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani: la Provincia di Brindisi mette in condizione le vittime di violenze, donne e minori, di non essere soli quando si trovano a vivere un’esperienza tanto drammatica.

A questo scopo, è stato adottato il Piano di interventi locale per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere che è chiamato a implementare interventi e servizi specifici già presenti sul territorio, suddiviso amministrativamente in 20 Comuni e 4 Ambiti territoriali sociali, anche con l’apporto di ulteriori servizi prestati da soggetti pubblici e privati.

Il Piano rappresenta lo strumento per elaborare e sviluppare la strategia e i servizi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza contro le donne e i minori.”

 

 

In occasione della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” l’Amministrazione provinciale di Brindisi, con il patrocinio della Regione Puglia e in collaborazione con la cooperativa sociale “Artemide” e “Programma Sviluppo”, ha organizzato una serie di eventi e di manifestazioni, intitolati “I temi di LARA” (LAvorare in Rete per l’Antiviolenza),  dedicati all’impegno e alla riflessione.

 

Il neo-Presidente della Provincia M. Bruno saluta i visitatori

Sullo stesso luogo in cui si è accolti c’è un primo segnale inquietante: un paio di scarpette rosse poste accanto a un cartello!

Scarpe rosse: una storia che viene da lontano.
È stata l’artista messicana Elina Chauvet a raccontare per prima, attraverso un’invasione di calzature rosse, il fenomeno del femminicidio. Il suo progetto “Zapatos Rojos” fu realizzato per la prima volta nel 2009 a Ciudad Juárez, la città di frontiera nel nord del Messico dove è nato il termine “femminicidio” (là, infatti, a partire dal 1993, centinaia di donne vengono rapite, stuprate e uccise con totale impunità per gli assassini).
Scarpe rosse: da sempre considerate il simbolo di una femminilità gioiosa, che ciascuna donna ha voluto, vorrebbe, vuole esprimere liberamente e senza costrizioni (la danza incontrollata delle scarpette nella favola di Andersen) e che invece sempre più spesso e senza ritegno si sceglie di uccidere.
Scarpe rosse: strappate dal piede di chi avrebbe potuto portarle e che invece è stata ammazzata. Scarpe rosse che con la loro vuotezza urlano tutto lo strazio, la vergogna, la paura e la condanna di chi non può e non vuole far finta di non vedere.
La marcia silenziosa delle scarpe rosse è diventata un simbolo di protesta e di informazione in tutto il mondo. Dopo la mostra di Elina Chauvet, che ha portato nelle piazze di Milano, Genova, Lecce e Torino un’installazione dedicata alle vittime di Ciudad Juarez, altre piazze italiane hanno fatto da palcoscenico alla sfilata simbolica di scarpe rosse, che non è solo mostra, ma anche raccolta, posa e denuncia del suo significato più crudo.

Una “body apparizione” enigmatica (ma non troppo!) accoglie lo spettatore

Sulla soglia del magnifico Chiostro della Chiesa di San Paolo, il prof. Massimo Guastella esamina ed illustra il programma della serata, invitando i presenti a visitare le varie stanze che, come in un mosaico, compongono l’idea che sottende al tema affidato: “Ritratti di donne. Frammenti di genere nell’arte visiva contemporanea.”

Inaugurazione della Mostra di Arti visive a cura di M. Guastella con opere degli artisti:

– Cosimo Epicoco;

– Nancy Motta;

– Laura di Vittorio:

– Valentina D’Andrea.

Donne Appese di Valentina D’Andrea.

ma le mollette e il filo residuo indicano che la strada da percorrere è ancora lunga, e molte esistenze saranno appese ancora a quei fili.

Non compresa nell’elenco è la foto che personalmente ci è piaciuta di più; ci diceva l’autrice che è stata scattata  nel Togo a una ragazzina che, alla sua giovane età, già lavora a mani nude il carbone.

Portico Marta – “Kenosis (Vacuità) della violenza”

Performance di pittura dell’artista Donato Bruno Leo

Sala Agnese – “Elementi di contemporaneità delle donne nel mondo antico” attraverso rielaborazioni fotografiche tratte da reperti in esposizione presso il Museo F. Ribezzo (MAPRI), a cura del Direttore del Museo Emilia Mannozzi.

Afrodite – Fine del III sec. a.C. Dea dell’amore, della bellezza e della fecondità a simboleggiare la sacralità femminile.

 

Afrodite – Fine del III sec. a.C. Dea dell’amore, della bellezza e della fecondità a simboleggiare la sacralità femminile.

 

Nemesi – III sec. d.C. Dea della Giustizia Compensativa: equilibrio della donna.

 

Antefissa. VI – III sec. a.C. Elemento architettonico apotropaico (che allontana gli spiriti maligni): la Donna simbolo protettivo della Domus.

 

Calco da matrice. Metà del IV sec. a.C. Rilievo con figura maschile recumbente su kline, donna seduta e bambino: la Donna nell’intimità famigliare.

 

Clodia Anthianilla – Età anonima. Giovane poetessa brindisina.

 

Cratere apulo a figure rosse. 360-350 a.C. Menade in danza con satiro: la trasgressione quale mezzo di evasione dai consueti schemi sociali, precostituiti dall’uomo.

 

Artemide – II sec. d.C. Dea della natura e degli esseri umani, garante del matrimonio e protettrice della nascita.

 

Cratere apulo a figure rosse. IV secolo a.C. Menade in danza con giovane nudo: la trasgressione quale mezzo di evasione dai consueti schemi sociali precostituiti dall’uomo.

 

Cratere apulo a figure rosse. 360-350 a.C. Menade in danza con giovane nudo: la trasgressione quale mezzo di evasione dai consueti schemi sociali, precostituiti dall’uomo.

Portico Marta – “(Con)testi da incubo” con l’attrice Francesca Danese. Monologhi dalle interviste del progetto. Riduzione in prosa di Francesco Riondino. Adattamento scenico Salvatore Vetrugno.

Su un soppalco c’è una piccola cappella per le funzioni dei frati, di cui son residuati alcuni affreschi sui muri

Dopo lo spettacolo, nella sala, il giovane Vincenzo De Nitto accompagna mestamente gli ultimi eventi con la fisarmonica: è il momento di andare via.

Più tardi ci saranno altri artisti, altri spettacoli a ricordare con la musica, la recitazione, la pittura, la fotografia, l’importanza della donna nella società e nella vita.

Sarà possibile visitare la mostra di arti visive “Ritratti di donne” ed assistere alla proiezione de “I corti di Lara” sino al 5 Dicembre 2014, ogni giorno dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20.

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