Dal 5 dicembre al 18 gennaio le sale di Palazzo Granafei Nervegna, in via Duomo a Brindisi, ospitano la mostra «The American dream», dedicata ad Andy Warhol.
In contemporanea si svolge la mostra di Paolo De Cuarto intitolata «Tracce».
A me, me piace Andi Varol
Un capitolo del bellissimo libro di F. Bonami: “Lo potevo fare anch’io”, da cui abbiamo preso alcuni stralci, con pochi tratti così ce lo descrive:
“Duchamp, Fontana, Pollock: tutti e tre hanno fatto la loro rivoluzione, uno usando un gabinetto, l’altro tagliando la tela e il terzo sbrodolandoci sopra. A nessuno però era mai venuto in mente di usare come modello per un quadro la spesa fatta al supermercato. Ci penserà Andy Warhol, iniziando la rivoluzione dell’arte consumista.”
“L’arte di Warhol è facilmente accessibile al largo pubblico e da sempre sostenuta da massicce campagne pubblicitarie, ma essa piace soprattutto perché contiene quello di cui siamo fatti noi, il presente. Il passato crea rimpianti e malinconie e il futuro ansie e paure. Solo nell’oggi ci sentiamo a nostro agio. Solo nell’attimo siamo sicuri che nessuna delle nostre gambe è rotta, che l’amico che sta accanto a noi a guardare un quadro è vivo. L’oggi ci rassicura e così anche Andy Warhol.”
“Spesso quelli che ci rassicurano troppo sono dei ciarlatani, come l’impiegato di banca che ci tranquillizza dicendo che i soldi persi nelle azioni Parmalat, da lui consigliate, presto ci verranno rimborsati, o il venditore di scarpe che ci garantisce che il dolore che proviamo per la scarpa troppo piccola è solo temporaneo e presto i mocassini cederanno. Warhol è un ciarlatano, allora, quando con la sua arte insiste nel farci credere che la superficie delle cose e la superficialità delle persone sono le uniche cose che veramente esistono e che alla fine contano? Forse un po’, ma dice anche una grande verità, vista l’ossessione sempre crescente che oggi si ha per il successo e le celebrità, visto il consumo sfrenato e la cura eccessiva per il proprio corpo e il proprio aspetto.”
“Partendo dalla banalità, invece, Warhol riesce alla fine a farci afferrare con più chiarezza di cosa la nostra vita, oggi, sia veramente fatta e quali rischi corriamo. Contrariamente alle sue stesse intenzioni l’arte di Warhol inevitabilmente ci mette in guardia contro le insidie del presente.” (1)
L’inaugurazione della Mostra a Palazzo Nervegna
“Un’esplosione di colori: sulle pareti delle sale espositive di Palazzo Nervegna, “vestito” a nuovo per l’occasione con le variopinte opere di Andy Warhol, ma anche tra la gente accorsa numerosa ad ammirare la mostra “The American Dream” che da ieri e sino al 18 gennaio 2015 va in scena nel Palazzo di via Duomo. Accanto alla personale del genio della Pop Art americana, anche la mostra “Tracce” dell’artista emergente calabrese Paolo De Cuarto.
L’inaugurazione – come da previsioni – è stata un grande successo, con gente giunta da ogni dove pur di essere presente alla “prima” della mostra curata da Achille Bonito Oliva, organizzata da Ema Preziosi d’Arte con la collaborazione di Spirale di Milano ed il patrocinio del Comune di Brindisi. Ingresso rigorosamente gratuito: questa scelta ha reso l’evento maggiormente fruibile al grande pubblico, in una città che sta compiendo sforzi enormi per avvicinare la gente alla cultura ed attirare grandi flussi turistici.” (4)
“Poi è stata la volta di Matteo Bellenghi, giovane critico d’arte, che ha illustrato le cinque sessioni in cui è divisa la mostra di Warhol che comprende 63 opere: le “Grandi Tele” (le “Canvas”), i “Multipli d’autore” o “Icone”, le “Cover”, la sezione dedicata al “Consumismo” (tra cui i famosi barattoli della “Campbell”) ed infine otto opere inedite dedicate alle favole dello scrittore danese Hans Christian Andersen realizzate dall’artista sei mesi prima della morte, avvenuta il 22 febbraio 1987.
Tra i pezzi più pregiati, due serigrafie della mitica Marylin del 1967 ed un’altra – pezzo unico – di Mao del 1972, appartenente ad una collezione privata. E poi due acrilici su tela, “Ritratto di Carla”, pezzi pregiatissimi ed unici, del 1974.” (4)
Le Opere di Andy Warhol
Icone
Cover 1949-1960
Sono oltre 50 le cover disegnate da Warhol durante la sua carriera, documentate per la prima volta nel 2008 da Paul Maréchal nel volume Andy Warhol: The Record Covers 1949- 1987, che
fa luce sulla centralità rivestita da questa attività parallela nella vita di Warhol e quanto il sodalizio con le star del pop e del rock abbia contribuito alla sua personale affermazione. (5)
Cover 1964-1987
Nella Factory Andy Warhol elabora una strategia d’espansione a tutto campo e sln dal 1963 tenta di creare un proprio gruppo musicale. (..)
Warhol porta nella band l’attrice, modella e cantautrice tedesca Christa Paffgen, alias Nico, produce il loro primo Lp, The Velvet Underground & Nico, distribuito nel 1967 dall’etichetta Verve Records, di cui disegna personalmente la copertina: una banana-adesivo su fondo bianco accompagnata dall’invito “sbuccia lentamente e guarda”, anticipando con la trasgressività dell’immagine lo stile torbido delle canzoni dell’album.
La prima copertina in cui l’artista ricorre a ritratti fotografici da lui scattati con la Polaroid è quella per l’album del 1976 di Paul Anka The Painter, seguito l’anno dopo dal doppio Lp Love You Live dei Rolling Stones (1977) basato su una sessione di 24 polaroid, in cui i musicisti cercano di divorarsi a vicenda. (6)
Ladies and Gentlemen
Per Warhol chiunque può essere una star ed egli è pronto a conferire un effetto glamour a tutti i suoi modelli: attraverso il colore sgargiante, la posa, l’enfatizzazione di un trucco atto a dissimulare identità funzionali, che meglio di altre rispecchiano la confusione tra realtà e artificio proprio della metropoli.
Da qui l’attenzione data al tema del travestitismo e al maquillage, che ispira nel 1975 gli oltre 100 scatti fotografici realizzati da Warhol alle drag queen nere del club newyorkese The Gilden Grape, dai quali nascono i Drag Queen Painting, esposti nell’ottobre 1975 in Palazzo dei Diamanti a Ferrara con la presentazione in catalogo di Pier Paolo Pasolini, e due cartelle serigrafiche dal titolo Ladies and Gentlemen. (7)
Opere dedicate allo scrittore danese Hans Christian Andersen
Supermarket
“La Pop Art è per tutti. Non credo che l’arte dovrebbe essere soltanto per pochi eletti, ma penso che al contrario dovrebbe essere per la massa del popolo americano, gente che di solito accetta comunque l’arte (1967).
Comprare è molto più americano che pensare, e io sono molto americano. ln Europa e in Oriente la gente ama commerciare – comprare e vendere, vendere e comprare – fondamentalmente sono dei mercanti. Gli americani non sono così interessati a vendere, infatti preferiscono buttare via piuttosto che vendere.
Quel che amano fare veramente è comprare: gente, denaro, paesi (1975).” (8)
Interview
“L’intervista botta e risposta è uno dei veicoli di comunicazione preferiti di Andy Warhol, da qui l’idea di un periodico in cui pubblicare interviste e conversazioni con personaggi noti del mondo della moda, dell’arte, del cinema, della musica e della letteratura. L’intento della rivista, pubblicata fino al 1987 dalla Brant Pubblications Inc., è di infrangere ogni rigido confine tra le arti.” (9)
Miths
Flower
Flowers
Paolo De Cuarto
“Paolo De Cuarto (all’anagrafe Paolo Scozzafava) nasce a Catanzaro nel 1972, è il quarto di cinque figli maschi (da qui lo pseudonimo De Cuarto).
La prima tappa della sua formazione ha luogo in Calabria, dove inzia la sua ricerca sull’utilizzo della materia e della plasticità dell’immagine. Nel 1994 De Cuarto si trasferisce a Milano dove frequenta gli ambienti artistici dell’Accademia di Brera e dello storico Bar Jamaica, e dove inizia a affinare la sua passione per tutte le forme artistiche espressive che lo portano a trasferirsi, per motivi di ricerca e studio, per tre anni in Spagna.
Ritornato, più maturo e consapevole, a Milano, inizia a collaborare come assistente artistico nello studio del Maestro Mimmo Rotella. Da questa esperienza nasce un grande sodalizio intellettuale con il Maestro e la sua “vera formazione artistica”, come ama ricordare. La collaborazione tra i due finisce alla fine del 2002 quando Paolo inizia a percorrere autonomamente la sua strada nel mondo dell’arte.” (Wikip.)
L’artista Paolo De Cuarto, espone contemporaneamente a Warhol la sua “Tracce”, in cui “riporta su tela piccoli brandelli di pubblicità degli anni ’50 e ’60, epoca in cui grandi marchi (Olivetti, Pepsi, Vespa), rimasti confinati per decenni a una dimensione provinciale, si affermano e s’impongono sullo scenario mondiale.” (4)
Il nuovo Andy Warhol è un italiano:
http://vivisanpaolo.com.br/2014/12/17/il-nuovo-andy-warhol-e-un-italiano/
De Cuarto ha anche donato alla città una sua tela che simboleggia i trulli, punto fermo per l’orgoglio della provincia di Brindisi.” (4)
“L’esposizione presenta una preziosa selezione di opere, alcune inedite, realizzate tra il 2010 e il 2014 che scavano nella memoria collettiva italiana, attraverso la riproduzione di frammenti di vecchie réclame che hanno fatto la storia della pubblicità.
Tracce, progetto itinerante, (..) propone un ritorno a un passato recente della storia del costume e della società italiana, attraverso i marchi di prodotti, come Coca Cola, Bialetti, Vespa, Supercortemaggiore e altri, che De Cuarto seleziona, isola, ingrandisce e quindi riporta sulla tela.
Anche la sua particolare tecnica ritrova le proprie radici nel passato. In un’epoca dove la riproduzione digitale è diventata una pratica comune, De Cuarto utilizza la tela grezza sulla quale stende dell’intonaco che accoglierà il suo disegno e il suo intervento pittorico, così come si usava per comunicare un messaggio pubblicitario, intorno agli anni venti del secolo scorso, direttamente sul muro dei palazzi e delle case.
Come afferma lo stesso artista: tecnicamente cerco di riprodurre l’intonaco sulla tela grezza, unendo lo stucco alla sabbia e a una piccola quantità di colla. A questo composto omogeneo aggiungo poi anche altri tipi di materiali.” (10)
Note:
(*) Nel 1967 Andy Warhol realizzò un portofolio di 10 serigrafie con il ritratto di Marilyn Monroe, preso dalla locandine del film Niagara. Il portfolio di 10 serigrafie fu poi stampato in una edizione originale di 250 copie.
Tutte le 250 stampe dell’edizione originale erano firmate, alcune a matita e numerate sul retro, alcune a penna, alcune avevano solo le iniziali. A parte questa edizione, c’erano 26 prove d’autore, firmate e contrassegnate con una lettera dalla A alla Z. Le prime edizioni delle Marilyn e dei Fiori ebbero un enorme successo, tanto che in molti speravano in una seconda edizione delle stampe.
Nel 1970 mentre Warhol lavorava con stampatori tedeschi e belgi per la sua mostra europea, gli viene proposto di ristampare i portfolio di Marilyn e dei Fiori per proporli al pubblico europeo. Tuttavia l’idea non interessò Warhol, che infatti si rifiutò di collaborare per l’edizione europea. Ciononostante le serigrafie originali vennero comunque portate in Europa e la prima stampa non autorizzata venne prodotta con colori leggermente diversi dagli originali. L’edizione di 250 copie non autorizzate vennero timbrate con la scritta sul retro “Publisehd by Sunday B. Morning” e “Fill with your own signature”. Andy Warhol a conoscenza delle stampe europee, accettandole dal momento che erano state stampate e pubblicate da due suoi cari amici, decide di firmare alcune stampe con “This is not by me”.
Data la popolarità della prima edizione non autorizzata, Sunday B. Morning ha continuato a pubblicare le stampe delle serigrafie originali. Le edizioni dopo furono pubblicate con i colori originali, non numerate e timbrate con l’inchiostro blu invece di quello nero per differenziarle da quelle della prima edizione. (http://www.deodato.com/deodato_arte_italy/artisti/andy-warhol/serigrafie.html)
Un ringraziamento all’amico Mario Carlucci che ha collaborato con me nella ripresa delle immagini.
Bibliografia e sitigrafia:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”
1) “Lo potevo fare anch’io” di Francesco Bonami. Mondadori Printing SpA Stab. di Cles (TN)
2) TeleBrindisi Webtv
3) AgendaBrindisi
4) http://quotidianodipuglia.it/spettacoli/sogno_americano_di_andy_warhol_in_mostra_a_brindisi/notizie/1052314.shtml
(5) Stralci dalla locandina Cover 1949-1960
(6) Stralci dalla locandina Cover 1964-1987
(7) Stralci dalla locandina Ladies and Gentlemen
(8) Stralci dalla locandina Supermarket
(9) Stralci dalla locandina Interview Magazine
(10) http://www.museincampania.com/?tribe_events=tracce-mostra-di-paolo-de-cuarto
La mostra è sta immessa su questo blog, Sia lode al Blog e a chi lo confesione così sapientemente!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie e Auguri di Buone Feste!!!