Chiesa greco-ortodossa di S. Nicola – Brindisi

IL RITO E LA LINGUA GRECA IN BRINDISI

“A ridosso delle Scuole Pie era il rione abitato da schiavoni, greci, albanesi, coronei, ecc. le cui case si aggruppavano intorno alla chiesa di S. Pietro detto degli Schiavoni, ora non più esistente, e dove il culto divino era officiato col rito greco come in S. Basilio, ch’era vicino alle Colonne, in S. Giovanni dei greci e in S. Maria greca della quale si parla in un documento del 1260 (..).
In questo quartiere degli Schiavoni vi era nel ‘600 l’arco dei Cavalloni che probabilmente nel secolo successivo era chiamato Arco dei Greci.

Fiorentissimo il rito greco in Brindisi e nel Salento al tempo della dominazione bizantina, cominciò a decadere sotto i normanni decisi, d’accordo con la Curia romana, a troncare i vincoli religiosi, politici e linguistici che legavano saldamente le nostre popolazioni con Bisanzio. Essi sopprimevano i calogerati, convertendoli in monasteri benedettini, sostituivano i vescovadi greci con i latini, proibivano a questi ultimi di ordinare papi (papa è il prete greco ndr), sicchè man mano si riduceva il loro numero. Veniva tolta ai papi la direzione delle parrocchie; si facevano andare in rovina le chiese greche che, non riparate, finivano coll’essere demolite; si proibiva ai preti greci di officiare nelle chiese latine.

Finchè rimanevano greche, le popolazioni non disponevano di notai e di “giudici a contratti” che sapessero la loro lingua, mentre buone condizioni erano fatte a coloro che erano disposti ad abbandonare la loro parlata e il loro culto. Nella chiesa di S. Giacomo Maggiore ch’era nel sito dove poi sorse il monastero di S. Francesco di Paola (nei pressi dell’attuale Capitaneria di porto), dal vescovo Lupo o Lupone, nel 1173, il culto greco fu sostituito dal culto latino. Tuttavia le due potestà, regia ed ecclesiastica, non riuscirono del tutto ad estirpare culto, costumi e lingua radicati tenacemente nelle nostre popolazioni che seppero conservarle per vari secoli.

Nel 1199 tale era il prestigio che godeva Domenico, Arciprete dei greci di Brindisi, che fu incaricato dal papa Innocenzo III di recarsi presso il re dei Bulgari per ottenere la sua adesione alla chiesa di Roma.Codici greci del 1284, scritti o copiati in Brindisi, sono ora posseduti dal Museo britannico di Londra e dall’Ambrosiana di Milano.

Ancora agli inizi del secolo XIV i cittadini di Brindisi che parlavano la lingua greca erano tanti che l’Università (istituzioni cittadine ndr) si adoperò presso il re Carlo II d’Angiò per ottenere un notaio “perito in lettera greca”. Il sovrano non potè fare a meno di accordare il detto privilegio a un Giovanni figlio del prete greco Stefano Frisci.

A seconda della loro consistenza economica, nonchè del loro numero, clero e comunità religiose dovevano contribuire alla Chiesa di Roma con la colletta. Nel 1325 preti latini della chiesa cattedrale di Brindisi pagavano once 6, mentre cappellani e chierici greci pagavano once 4, evidentemente perchè il loro numero era di poco inferiore a quello dei primi. (..)

Nel ‘400 nuove immigrazioni dall’Oriente, favorite dalla politica degli Aragonesi, rinfoltirono la comunità greco-albanese-schiavona che assunse notevole importanza, tanto che Federico d’Aragona nel 1485 nel riorganizzare il governo della città ordinò che dell’Amministrazione facessero parte due della nazione greca albanese o schiavona. (..)
Agli inizi del ‘500 le loro condizioni dovevano essere ben misere, poichè alcuni loro rappresentanti nel 1507 si recarono a Venezia presentando al Senato della Repubblica alcuni loro capitoli e privilegi ottenuti dai precedenti re scongiurando la Signoria di farli rispettare dai governatori brindisini. La Signoria a tutte le lamentele rispose che avrebbe provveduto favorevolmente nei limiti del possibile, specialmente riguardo al desiderio che i greci, gli albanesi e gli altri levantini scampati dai turchi e rifugiatisi a Brindisi, avendo controversie con la città che li ospitava, potessero far valere le loro ragioni mandando a Venezia i loro rappresentanti nel caso non fossero soddisfatti delle decisioni del governatore.

Non si sa da quando, ma era antico uso, persistito fino ai giorni nostri, che nella domenica delle Palme si cantasse sull’Osanna, ch’era nei pressi del convento dei cappuccini fuori Porta Mesagne, l’epistola e il vangelo della messa in greco (abbattuto il Sannà, l’usanza è rimasta: un sacerdote nella Cattedrale, il giorno delle Palme, legge tuttavia l’epistola in greco). L’arcivescovo Dionisio Odriscol malvedeva questa usanza e nel 1659 tentò di abolirla, ma il clero ne fece rimostranza al pontefice il quale obbligò al silenzio l’arcivescovo. Scrive il Rodotà che sparsasi la notizia di tal fatto in Oriente si constatò una nuova immigrazione di Schiavoni e albanesi in Brindisi.
Sperando di veder rinascere i riti greci, i brindisini destinarono al soggiorno delle nuove colonie uno spazioso recinto che fu poi denominato “S. Pietro degli Schiavoni” (per saperne di più clicca QUI) poco distante dal quartiere volgarmente detto di S. Pietro dei greci. Avevano data a questo sito una tale appellazione quei avanzi dei greci antichi i quali vi si erano ritirati, dopo che il loro rito restò nella città estinto.

Area di S. Pietro degli Schiavoni prima dell’abbattimento dei fabbricati avvenuto negli anni ’60

La stessa area come si presenta oggi

In seguito ad accordi diplomatici dell’anno 1791 con la repubblica di Ragusa, furono immigrati nel regno soldati albanesi che costituirono il reggimento Real Macedonia. Per effetto di tali accordi si introdussero in Brindisi popolazioni albanesi alle quali furono accordate speciali concessioni, tra le quali quella di costruire nella nostra città edifici nella strada di Lecce verso la Terra rossa.
A questo popolo furono date anche chiese per il loro rito greco.” (1)

Breve guida alla visita della Chiesa Ortodossa di San Nicola – Brindisi (2)

Notizie storiche

L’ attuale chiesa ortodossa è l’ultima sede storica di tante chiese bizantine sparse per la città, come testimoniano i dati archeologici e documentari. La comunità ortodossa è sempre stata presente in Brindisi, porto naturale per la Grecia. Oltre ai greci, comprendeva gli albanesi e gli slavi ortodossi. Si può dunque affermare che questa presenza è tra le più antiche d’Italia. L’attuale chiesa è stata costruita a partire dal 1891, con il contributo dei cittadini e dello Zar Alessandro III (1881- 94).

Attualmente la comunità si interessa non solo dei greci presenti in città, ma anche di tutti gli ortodossi che sono presenti sul territorio: russi, rumeni, albanesi.
L’ortodossia non è legata ad alcuna nazionalità ma è universale ed accoglie tutti con lo stesso rispetto, pur nelle rispettive e legittime differenze nazionali. La chiesa di Brindisi dipende giuridicamente dalla sede di Venezia, dall’unico arcivescovo ortodosso d’Italia S.E. Gennadio. Gli ortodossi in Italia sono circa 180 mila, raggruppati principalmente secondo le nazionalità di provenienza. In Puglia abbiamo comunità di antica e nuova formazione: Bari, Brindisi, Barletta, Francavilla Fontana, Lecce, Foggia, soprattutto per curare spiritualmente gli studenti ortodossi che affollano le nostre università.

Foto storica della chiesa subito dopo l’edificazione

Esterno

L’edificio è situato su via Indipendenza, centralissima e trafficata a ridosso delle antiche mura cittadine, nei pressi della stazione ferroviaria. Appare nella sua semplicità neo-classica ottocentesca, con le iscrizioni in italiano e greco su bronzo dorato.

Al lato spicca un piccolo campanile, con movenze neo gotiche e con quattro pinnacoli, lateralmente si trova l’ingresso della casa del prete (il papàs) spesso ammogliato perché la Chiesa greca, secondo le leggi dei Concili antichi non impone il celibato, ma pur avendone grande rispetto, lascia liberi nella scelta.

Nelle grandi feste compare la bandiera ellenica, con il suo colore caratteristico azzurro, come il mare di Grecia. Associata ad essa si trova la bandiera gialla con l’aquila bicipite, simbolo un tempo dell’Impero Bizantino ed ora della Chiesa Greca.

 

Traduzione della iscrizione lapidea: “”Chiesa Greco-Ortodossa San Nicola Fondata il 12 Aprile 1891 

Gioisci, Santa Sion, Madre delle Chiese, Dimora di Dio”” (2)

Traduzione: Chiesa Greco-Ortodossa San Nicola – “Quanto è terribile questo luogo!

Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo” (Genesi 28,17)

 

Interno: Iconostasi e pitture antiche

All’interno ci appare un’unica navata. La prima cosa che ci colpisce è la caratteristica disposizione dei banchi per l’ascolto della Divina Liturgia (così i greci chiamano la S. Messa).

Osserviamo di fronte all’entrata la struttura più importante delle chiese ortodosse: l’Iconostasi.Essa è un divisorio in muratura o in legno, che divide in due l’edificio sacro, e vuole indicare ai fedeli  il luogo santo per eccellenza dove si compiono i Divini Misteri. L’Iconostasi è costituita da una serie di quadri (le icone) espressione più alta dell’arte bizantina. Le icone sono oggetti di culto che vanno venerati e baciati, non per uno sterile ritualismo, ma perché ci riportano alla fede spirituale di cui ne ricordano i contenuti.
A Brindisi, le icone sono in parte ottocentesche e raffigurano cominciando della destra: S. Giovanni Battista, l’Arcangelo Gabriele (sulla porta destra), il Cristo benedicente, la Theotokos (Madre di Dio), S. Michele Arcangelo (sulla porta sinistra), S. Marina Martire.
Di fianco all’iconostasi, lateralmente ci sono i due santi più importanti: Agios. Nicolaos Di Mira (S. Nicola di Bari), e di fronte, sul lato opposto, S. Spiridione, protettore di Corfù (Kerkira) da cui molti greci provenivano nel passato.

Al centro dell’immagine è l’attuale archimandrita Padre Arsenio Aghiarsenit

Iconostasi sullo sfondo

Parete destra

S. Giovanni Battista

Arcangelo Gabriele

Cristo benedicente

Parete sinistra

Theotokos (Madre di Dio)

S. Michele Arcangelo

S. Marina Martire

Il secondo ordine di icone comprende la rappresentazione dei Quattro Evangelisti,

Evangelista Marco

Evangelista Luca

Evangelista Giovanni

Evangelista Matteo

Il terzo ordine comprende la Nascita del Cristo, il Battesimo nel Giordano, il Mistico banchetto, la Crocifissione, la Deposizione.

Nascita del Cristo

Battesimo nel Giordano

Mistico banchetto

Crocifissione

Deposizione

Sulla sommità dell’iconostasi

La Trinità

Sull’Iconostasi altre icone

S. Costantino ed Elena (madre)

Vergine fonte vivificante

Sudario

Angolo destro

Agios. Nicolaos di Mira (S. Nicola di Bari)

Cristo sommo sacerdote

Angolo sinistro

S. Spiridione – protettore di Corfù (Kerkira)

Interno: pitture neo-bizantine moderne

A queste pitture ottocentesche dell’iconostasi si affiancano altre più moderne, ma sempre di grande spiritualità. Sono pitture neo-bizantine che si rifanno a modelli antichi anche di mille anni, nel periodo di massimo splendore di Bisanzio, capitale politica e religiosa di tutti gli ortodossi, detta anche Nuova Roma, perchè al pari della Antica Roma governava le Sante Chiese ortodosse d’oriente e d’occidente.
Troviamo in alto, vicino al grande lampadario dorato, il  Cristo Pantokrator, l’onnipotente, Dio vero da Dio vero, benedicente che con la sinistra porta la Nuova Legge raffigurata dal libro.
Questa immagine, si trova o nella cupola (quando è presente) o sul punto più alto, perché Cristo deve essere sempre al centro dei nostri pensieri.

Cristo Pantocratore

Interno: pitture neo-bizantine del Vima (Altare)

Altre pitture neo-bizantine si trovano nel VIMA, che è la parte più interna, dietro all’iconostasi. Rappresentano la Vergine che prega con le mani protese in alto ad impetrare per tutti noi intercessione: è la Platitera, che signiflca più grande del cielo, perché sul suo petto è dipinto il Cristo che essendo Dio è più grande dell’universo.
Di fronte all’altare laterale sinistro, detto della protesi, si trova la raffigurazione della Natività alla maniera greca, con la Vergine distesa, che i cattolici conoscono attraverso le pitture giottesche del duecento italiano.

Vergine Platitera con i tre gerarchi S. Basilio, Crisostomo e Gregorio il teologo

Natività

Interno: pareti laterali

Ai lati della chiesa troviamo immagini di Santi, di Profeti, tra cui un S. Demetrio a cavallo, un tempo molto popolare in Brindisi.
Altre icone sono dono di devoti che si sono succeduti nel tempo. Tra le icone spiccano quelle dei Santi Teodoro, di cui uno, il Tiron corrisponde al S. Teodoro di Brindisi, protettore della arcidiocesi ma santo ortodosso, i cui resti si conservano nella Cattedrale cittadina, a comune venerazione delle due Chiese, nella convinzione , che un giorno possano ritornare a ricomporre l’antica unità tra la Chiesa Cattolica Romana e le Chiese Ortodosse Orientali.

Parete laterale destra

S. Demetrio

S. Teodoro di Tiro e S. Teodoro lo Stratilatis

S. Teodoro

S. Teodoro Stratilatis

Altre icone sulla parete

S. Fanurio

S. Arsenio di Cappadocia

S. Maria Egiziaca

S. Nilo di Rossano Calabro

S. Gerasino a Cefalonia

San Nektario

Mistica Cena (icona)

Santa Paraschiva (la Nuova, le cui reliquie si trovano in Romania a Yazi

S. Giorgio

Interno: parete di fondo

Sulla porta dell’ingresso compare una grande scritta in greco, con calligrafia ispirata ai modelli antichi, che ricorda i restauri effettuati nel 1987 all’edificio, con l’aiuto della regione Puglia dall’allora archimandrita padre Eftimios Kulumbis e da Giorgio Manolas, che chiamarono un pittore iconografo greco proveniente da Patrasso, chiamato Krità, per dipingere parte della chiesa alla maniera bizantina.

Parete di fondo

“Questo tempio è stato abbellito e affrescato nell’anno di salvezza 1987, mentre era sacerdote il reverendissimo archimandrita padre Eutimio Koulombi e presidente di questa comunità greca Giorgio Manolà”

Altre immagini sulla parete di fondo

S. Leone vescovo di Catania

I dodici apostoli che reggono la chiesa

S. Agata

S. Giorgio neo-martire di Iammina in Grecia

Presentazione di Gesù al Tempio

Nascita della Vergine

Ingresso di Gesù a Gerusalemme

Morte della Vergine

S. Massimo il confessore

Vergine Axioen estin (veramente giusta)

Sinassi dei Santi Angeli

Apparizione di Cristo risorto alle donne

S. Partenio e S. Eumenio del Monastero di Creta

S. Elia e Filareto da Seminara

Entrata al tempio della Vergine

Elia il Giovane di Melicuccà (Calabria)

Interno: parete sinistra, Epitaffio

Osserviamo sulla parete sinistra i quadri caratteristici con il Cristo Morto e le donne piangenti. Sono gli Epitaffi, che letteralmente vuol dire ”sulla tomba”; questo lenzuolo ricamato si usa nella settimana Santa, per ricordare il Crinto sofferente, e con esso si compie la caratteristica processione che ogni anno attira molti fedeli anche cattolici. Dietro ad esso i cantori recitano antichi lamenti funebri che commuovono nella loro mistica semplicità. Un epitaffio in particolare, è prezioso, ricamato in oro e documenta un modello russo.
Noterete  tutti che nelle chiese bizantine non esistono statue dei Santi, perché gli antichi Concili Ecumenici proibivano le statue perché richiamavano pericolosamente gli antichi idoli pagani.

Parete sinistra

Epitaffios – Lenzuolo ricamato rappresentante la sepoltura del Signore

Altre immagini sulla parete sinistra prima della porta

S. Giovanni il mietitore (di Bivangi, Calabria)

I SS. Martiri Raffaele, igumeno, Nicola, diacono, e Irene

Icona del Cristo sposo

Madonna col Bambino

Ascensione in Cielo

Donne mirofore al Sepolcro

S. Anastasia romana

S. Caterina d’Alessandria

Esaltazione della S. Croce

Apparizione di Gesù risorto a Tommaso

S. Matrona (reliquie custodite in Russia)

Altre immagini sulla parete sinistra dopo la porta

Icona su legno (Epitaffios tridimensionale)

Trasfigurazione del Signore

Crocifissione

Pentecoste

Profeti Salomone, Davide e Daniele

I profeti vengono raffigurati sulla fascia superiore delle pareti

Il Profeta Davide

Il Profeta Salomone

Il Profeta Daniele

Interno: altri oggetti artistici

Si possono osservare molti oggetti sacri tipici della spiritualità ortodossa.

In primo luogo l’imponente lampadario dorato che domina tutta la navata; notate le piccole icone inserite tra le luci, perché i santi sono la luce di Dio sulla terra, che prendono forza ed energia dall’Unico Sole di Giustizia: Gesù Cristo.

Un grande quadro di S. Nicola troneggia, a ricordare il Santo a cui è dedicata la chiesa, Santo popolarissimo nel mondo ortodosso.

S. Nicola

Immagine di S. Nicola di fianco al Sepolcro che si adorna con fiori per il venerdì Santo

Altre immagini del Santo

S. Nicola

Altre icone presenti nella chiesa

Nascita del Signore

Annunciazione

Resurrezione

Annunciazione

Crocifissione

All’ingresso della chiesa ci sono due palchetti con le immagini di S. Nicola, S. Teodoro e la Deisis

S. Nicola e S. Teodoro

Deisis (Supplica)

Nell’aula lo stendardo di S. Nicola, il leggio in legno e il portacandele in ferro battuto

S. Nicola

Leggio

Portacandele in ferro battuto con lo stemma dell’Impero Romano d’Oriente

Sull’ambone in alto a sinistra, domina una grande aquila in legno dorato. A destra dell’altare c’è il trono del vescovo e il posto per il coro.

Trono del Vescovo. In questa immagine si scorge anche il fonte battesimale per immersione coperto da una stuoia di lino bianco

Tappeto con aquila bicipite

Coro ligneo

Tutte le liturgie sono cantate ed il capo coro si chiama Protopsaltis

Altre notizie

La chiesa ortodossa di Brindisi è un luogo di culto cittadino, di alta valenza culturale ed artistica e svolge una funzione spirituale e culturale non solo per i propri fedeli, ma anche per tutti i Brindisini. Mantiene buoni rapporti con la gerarchia locale e con la vicina parrocchia cattolica dei padri francescani, detta della Pietà.

Attualmente officia il reverendo archimandrita Padre Arsenio Aghiarsenita, viceparroco Giovanni Giannoccolo. La liturgia domenicale è a scadenza quindicinale ogni prima e terza domenica del mese alle ore 10.00.

Gli orari delle funzioni religiose sono affissi sulla porta della chiesa.
Tutti possono partecipare anche se non sono ortodossi, si prega solamente di non chiedere di accostarsi alla S. Eucarestia, perché tra le due chiese non c’è unione completa. E’ questa una reale sofferenza sia per gli ortodossi sia per tanti  cattolici.
La comunità non fa proselitismo, ma non chiude la porta a chi sinceramente la cerca.

Alcune norme ed usanze religiose greco ortodosse

Il fedele che entra in chiesa, fa il segno della croce, riunendo le tre dita, per ricordare la SS. Trinità, cuore e centro della nostra fede, poi prende le candele, simbolo della fede, per sè e per i cari vivi e defunti, lascia una piccola offerta e le pone vicino alle Sante Icone, che bacia devotamente.
Sul banco di destra ci sono immagini o altri oggetti, tra cui l’incenso, che i fedeli portano anche in casa ed accendono nelle grandi feste, per ricordare le presenza di Dio.
Il segno di croce si fa dalla destra alla sinistra in maniera opposta a quella dei cattolici, perché quando si pronunzia “e del Figlio” bisogna toccare la spalla destra, perchè il Cristo siede alla destra del Padre, come dicono le Sante Scritture.
La Liturgia ortodossa-greca è detta in greco antico, perché i Vangeli e gli altri scritti sacri o sono stati scritti nei testi originali, in greco, o si sono diffusi nelle prime comunità cristiane in greco.
Ascoltare una liturgia nella chiesa ortodossa, vuol dire tornare spiritualmente al cristianesimo antico. Al termine della Liturgia, i fedeli che non si sono comunicati ricevono il pane benedetto chiamato Antidoron, che si consuma subito o si porta a casa. Anche gli ospiti cattolici possono prenderlo.

PER LE VISITE GUIDATE:
al mattino solo di GIOVEDI’ e la DOMENICA dopo la Liturgia.
il pomeriggio tutti i giorni da concordare.
TELEFONARE al numero telefonico
0831/528460 – 349/3941022

indirizzo email: padrearsenios@gmail.com

Ufficio dell’archimandrita Padre Arsenio Aghiarsenita, viceparroco Giovanni Giannoccolo

Un ringraziamento all’amico Mario Carlucci che ha collaborato nella ripresa delle immagini e a Padre Arsenio Aghiarsenita che ha fornito ed autorizzato la pubblicazione della nota “Breve guida alla visita della Chiesa Ortodossa di San Nicola – Brindisi”, nonchè comunicato tutte le didascalie relative alle icone presenti nella chiesa.  Un  grazie anche a Telenorba per il filmato.

Bibliografia e sitigrafia:

“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”

(1) Brindisi ignorata, di Nicola Vacca. Vecchi e C. Editori, Trani 1954

(2) Breve guida alla visita della Chiesa Ortodossa di San Nicola – Brindisi

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