p style=”text-align:justify;”>Riceviamo da Maurizio Russo, collezionista salentino, questo suo intervento sul pittore brindisino Salvatore Fantasia (Brindisi 1879 – Siena 1959) corredato dalle foto di due suoi quadri che pubblichiamo con piacere e soddisfazione in quanto poco si conosce di questo nostro concittadino che tanti successi raggiunse a suo tempo, pur non cercandoli. Uno dei due quadri, un acquarello del 1924, raffigura una veduta del porto di Brindisi, mentre il secondo, datato 1920, le prime nevi della Val D’Aveto. Alleghiamo anche un trafiletto di giornale con un’opera di Fantasia intitolata Brindisi: Nel giardino (1910)
SALVATORE FANTASIA – PITTORE
Mi è parso doveroso celebrare su questo blog con una breve critica e con due dipinti, Salvatore Fantasia pittore brindisino, artista estroso, sensibilissimo, intelligente.
L’artista non aveva un genere preciso in cui era specializzato, ma ne abbracciava diversi, dall’olio all’acquerello, dalla tempera al pastello con una freschezza inventiva di alto livello; forse sul suo temperamento aveva influito il lungo soggiorno al Cairo (dal 1892 al 1911) in quel mondo complesso, misterioso, avvolto di esotismo.
Quel mondo Salvatore Fantasia ce l’ha restituito in molte sue tele che “fermano” certi angoli di mercati, una ragazza velata dai grandi occhi, un tramonto nella Valle del Re. Momenti, ricordi che il pittore teneva nell’anima e da questa portava sulla tela senza intenzione di trarne dei capolavori, sebbene avesse frequentato al Cairo l’Accademia “Leonardo Da Vinci” conseguendo il diploma di pittura e ottenendo un buon successo nel 1908 all’Esposizione Internazionale del Circolo Artistico Francese.
Dal 1912 al 1920, eccolo a Brindisi, sua terra natale dove acquistò il potere di riuscire a rendere la luce, il sole e l’atmosfera del nostro mare con grande fedeltà. Si succedono, dal 1928 al 1930 “ personali” a Bari e a Brindisi al Circolo degli Artisti; c’è una parentesi a Bergamo nel 1931 , una romana l’anno dopo ed a Siena nel 1945. Da ricordare la partecipazione a tutte le collettive dell’Associazione Culturale Senese dal 1934 al 1958: si era trasferito infatti a Siena nel 1935 dove rimase fino alla morte nel 1959. Fu artista “puro” perché non volle aggregarsi a scuole rimanendo fuori da movimenti e correnti, ma seppe lavorare in solitudine disdegnando gli onori e il successo, senza partecipare a premi né a concorsi, incurante di medaglie e diplomi, un caso perlomeno esemplare in quanto l’esibizionismo, l’arrivismo e il compromesso sono stati di gran moda in tutte le epoche sia nel campo dell’arte che in altri. Ed ecco perché dobbiamo guardare con grande interesse ai lavori di Salvatore Fantasia pensando che è stato un uomo che non ha fatto a gomitate per conquistare il lustro e la benevolenza dei potenti che manipolano la cultura come pretesto di propaganda.
Il Savelli nel 1928 di lui scriveva “… è un pittore che va oltre la semplice forma e il semplice colore, tanto vero che i suoi lavori sono concettosi“ e il Villani pochi anni dopo aggiungeva “.. il segno spezzato dei suoi disegni e la pennellata breve e nervosa dei suoi dipinti, contribuiscono a rendere meglio le vibrazioni della luce e dell’atmosfera che avvolge le sue immagini piene di carattere, siano esse paesaggi o figure..”
Salvatore Fantasia è vissuto nel suo mondo artistico da padrone e non da servo; ha sublimato i suoi pensieri, realizzando tele di grande effetto, ha sognato non la gloria, ma la gioia della vita che si immedesimava nella pittura, nel lavoro e tra i colori.
Maurizio Russo
SALVATORE FANTASIA – Brindisi: particolare del porto – acquarello, anno 1924
Particolare
SALVATORE FANTASIA – Val d’Aveto: Prime nevi nell’attesa della primavera (1920)
SALVATORE FANTASIA – Val d’Aveto: Prime nevi nell’attesa della primavera (1920) – retro
SALVATORE FANTASIA – Brindisi: Nel giardino (1910)
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Brindisi, 8 dicembre 2015
A seguito dell’intervento di Maurizio Russo abbiamo ricevuto un ulteriore prezioso contributo da una nostra lettrice: sua nonna, Clio Fantasia, le ha lasciato il quadro di suo cugino, Salvatore Fantasia, che vedete sotto e un articolo di giornale, pubblicato sulla rivista specializzata “Il Pungolo Verde” (di cui alleghiamo anche la copertina) del settembre 1967 a lui dedicato. Autore dell’articolo fu Guido Massari. Ne riportiamo il testo a riprova dell’importanza che Salvatore Fantasia ebbe a suo tempo:
SALVATORE FANTASIA, che noi dobbiamo ricordare, fu un artista «puro», perchè non volle aggregarsi a scuole o conventicole, ma seppe lavorare in una splendida solitudine, disdegnando gli onori, non sollecitando gli appoggi, ma dipingendo, convinto di creare tele dense di spiritualità, e di poesia. E’ vissuto nel suo mondo artistico, da padrone e non da servo; ha sublimato i suoi pensieri, realizzando tele degne del grande Michetti; ha sognato non la gloria ma la gioia della vita, che si immedesimava nel lavoro, nella pittura e tra i colori. Recentemente DINO VILLANI, commemorando e ricordando l’illustre artista-scomparso, poteva scrivere con esatta convinzione: Nato a Brindisi, vissuto per parecchi anni al Cairo, passato ancora alla sua città natale e poi a Bari ed a Siena dove restò per venticinque anni, egli trasse sempre e soltanto ispirazioni dal paesaggio, dalle cose e dalle persone che gli erano divenute familiari e delle quali era riuscito a scoprire il segreto potere suggestivo. Gli studi compiuti all’Accademia del Cairo avevano influito in senso positivo poichè Fantasia non si lasciò prendere da un facile gusto orientale che poteva esercitare molto fascino su un giovane meridionale, ma acquistò soltanto il potere di riuscire a rendere la luce, il sole e l’atmosfera tersa del mediterraneo africano, con grande fedeltà. Il segno spezzato dei suoi disegni e la pennellata breve e nervosa dei suoi dipinti, contribuiscono a rendere meglio le vibrazioni della luce e dell’atmosfera che avvolge le sue immagini piene di carattere, siano esse paesaggi o figure. Se fosse nato qualche anno prima, Fantasia avrebbe potuto lavorare per qualche importante giornale come illustratore, di fianco a Matania, Fortuny, Salvadori, Ferraguti, Xìmenes, poichè dotato di un accentuato spirito di osservazione e di notevoli facoltà interpretative. Egli riusciva particolarmente a scavare in fondo ai suoi personaggi in modo da offrirci di essi non solamente il ritratto esteriore ma una specie di radiografia interiore se non addirittura una biografia. Nelle Mostre alle quali ha partecipato nei suoi sessant’anni di attività pittorica: Cairo, Brindisi, Bari, Lecce, Bergamo, Roma, Siena, ecc., non passò mai inosservato perchè i suoi oli, i suoi acquarelli, i suoi disegni mostravano sempre una particolare comunicativa, volta specialmente ad aprire il colloquio con gli spiriti semplici. Ma noi dobbiamo e vogliamo aggiungere che le sue tele hanno il pregio della concettosità, per la loro ardita semplicità. Quando nel lontano 1928 il critico del POPOLO di Roma, andò a trovarlo nel suo studio di Bari, ebbe a scrivere: Il Fantasia dà nei suoi quadri l’impronta di se stesso. Nei quadri che rappresentano il mare, non vedi soltanto la tempesta o la quiete, e la senti e la vedi come fossi davanti al reale soggetto della natura. I suoi lavori vivono del suo continuato tormento. . . Il Savelli, che firma l’articolo, polemizzando con gli artisti contemporanei, invita i giovani a seguire il Fantasia, che è un autentico artista, avviato al *più luminoso successo. Nato a Brindisi il 3 dicembre 1897 morì a Siena il 26 luglio 1959, dopo una Vita intensa dedicata all’arte e per la quale sognò un luminoso cammino, perchè l’Italia continuasse la sua tradizione umanistica. Lavorò in silenzio e rifiutò ogni premio; non aderì al Comanducci e volle che le sue tele fossero acquistate per il loro valore e non per premure di altri. Tenne « personali » prima a Bari e poi di seguito nelle città di Brindisi, Bergamo, Roma e Siena. Il suo nome apparve sulle terze pagine dei maggiori quotidiani attraverso le squisite critiche di grandi nomi: Scarpa, Biancale, Mele e Tridenti. Molte pinacoteche hanno i quadri del Fantasia e in non poche collezioni di Enti e di privati.
Articolo di Guido Massari per la rivista specializzata “Il Pungolo Verde”del settembre 1967 su Salvatore Fantasia
Copertina della rivista “Il Pungolo Verde” del settembre 1967
Salvatore Fantasia – La veglia, acquerello
Questo il quadro di Salvatore Fantasia donato a sua cugina, Clio Fantasia. Anche Clio si dilettò come pittrice amatoriale e realizzò alcune mostre a Brindisi negli anni ’70. A lei che purtroppo non c’è più e ai nostri lettori i più vivi ringraziamenti per aver voluto condividere con noi tutte le informazioni condivise.