Londra – Victoria & Albert Museum

Il Victoria & Albert Museum è uno dei luoghi più affascinanti di tutta Londra.

Nasce e si sviluppa intorno al mondo dell’arte e del design nel XIX secolo, tanto da essere stato chiamato in passato Museum of Manufactures (1852, anno della sua fondazione). Dopo aver portato anche il nome di South Kensington Museum nel 1859, assume nel 1899 il nome attuale, in onore della regina Vittoria e del suo amato principe consorte, Albert (a cui è inoltre dedicata parte dell’area culturale di South Kensington, per l’appunto Albertopolis).
Il museo è oggi familiarmente conosciuto come V&A, un edificio dalla squisita architettura, situato nell’elegante e celebre Cromwell Road.

Si accompagna ad altri noti musei di Londra, come il Museo di Storia Naturale e il Museo delle Scienze. La sua fondazione avvenne, come per molti edifici della zona, durante il periodo della Great Exhibition of London, una delle più grandi fiere che il mondo di allora abbia mai conosciuto.


Nella stessa sede dell’esposizione universale, ad Hyde Park (che poteva vantare l’altrettanto grandioso progetto architettonico del Crystal Palace), si ebbe modo di collezionare le opere che poi sarebbero servite al Museo della Manifattura, che allora si trovava a Marlborough House (nel quartiere di St James, presso St James Park). L’attuale sede del museo vide la luce nel 1857, ancora oggi ammirabile nella Sheepshanks Gallery, e venne progettata dall’architetto vittoriano Francis Fowke (lo stesso della Royal Albert Hall e del Museo di Storia Naturale).
Il museo si presenta con un’architettura elegante e armoniosa, suddivisa in diversi periodi storici.
All’esterno la contraddizione di una imponenza delicata e allo stesso tempo imperiale: un edificio bianco in stile neo rinascimentale con una grande torre centrale. L’attuale facciata venne realizzata dall’architetto reale Aston Webb nel 1909.

La struttura stessa del Victoria and Albert Museum è un vero e proprio capolavoro, oltre alle opere, balzano agli occhi i pavimenti e i soffitti, e il palazzo racchiude in se uno splendido giardino.

La collezione presente all’interno del museo è definita come la più grande e significativa del mondo nelle arti figurative e nel design. Un miscuglio eclettico di opere, che raggiunge ben oltre i quattro milioni di manufatti esposti: 145 gallerie suddividono 5.000 anni di storia di reperti appartenenti a diverse civiltà del mondo, tra ceramiche, arredamento d’interni, abbigliamento e accessori, gioielli, fotografie, sculture e dipinti, arte tessile e altro. Il tutto è esposto in diverse sezioni o livelli, organizzati in modo tematico in base all’esposizione e alle opere: percorsi geografici e cronologici, strumenti, materiali e tecniche di produzione e così via.

All’interno, il periodo vittoriano è rappresentato dalla Sheepshanks Gallery, che dà origine all’intero edificio (1857), la Turner Gallery e la Vernon Gallery (1858) che rispettivamente ospitano la sala dipinti e la sala dell’arte tessile, la sala a nord e la sala a sud oggi usate per mostre temporanee.
Una delle più recenti inaugurazioni è la galleria adibita alla storia dell’architettura, una delle maggiori al mondo. Sono presenti rari pezzi d’architettura antica, tra cui alcuni disegni del Palladio, preziosi progetti degli architetti inglesi più famosi della storia come Inigo Tones, Cristopher Wren e John Nash (a cui si devono i maggiori gioielli architettonici di Londra).

Le collezioni d’arte decorativa del museo V&A provengono da ogni parte del pianeta, passano dall’India, fino agli anni cinquanta parte dell’impero britannico, con le collezioni della galleria Mehru e arrivano fino all’Italia, con la presenza della più grande collezione di scultura rinascimentale italiana fuori dalla penisola. Da non perdere infine l’area dedicata all’arte islamica, con oltre 19.000 opere esposte, tra cui il Tappeto di Ardabil (il tappeto persiano più prezioso del mondo), e l’area dedicata alla Cina, con un’infinità di pezzi in ceramica di grande effetto artistico.

Il Victoria and Albert Museum si trova in Cromwell Road (South Kensington) a Londra. È il più importante museo a livello mondiale dedicato alle arti applicate e alle arti minori, ma non mancano sezioni dedicate alla pittura (soprattutto il disegno), alla scultura e all’architettura. Alcune sale del museo sono dedicate alla “Cast Courts”, dove si può vedere un’ampia raccolta di calchi integrali eseguiti a fine ‘800 che riproducono le più importanti opere scultoree italiane e alcune europee, fra cui addirittura il portale maggiore della Basilica di San Petronio a Bologna e il Portico della Gloria della Cattedrale di Santiago di Compostela.

Cast Courts

 

Sopra: Apollo, 1577 Firenze. Pietro Francavilla, (1548-1615). Questa statua appartiene a una serie di tredici marmi commissionati da Antonio Zanobi Bracci nel 1574 su raccomandazione dello scultore Giambologna per il giardino della Villa Bracci a Rovezzano, vicino a Firenze. Le statue furono acquisite nel 1750 da Federico, principe di Galles. Apollo è uno dei dodici dei dell’Olimpo, e nel mito greco è il figlio di Zeus (Giove) e la sua amante Leto. La sua lira simboleggia Apollo patrono della poesia, della musica e capo delle Muse. Indossa una corona di foglie di alloro, premio per la realizzazione nel campo delle arti.

Zeffiro, 1577 Firenze. Pietro Francavilla, (1548-1615). Questa statua appartiene a una serie di tredici marmi commissionati da Antonio Zanobi Bracci nel 1574 su raccomandazione dello scultore Giambologna per il giardino della Villa Bracci a Rovezzano, vicino a Firenze. Le statue furono acquisite nel 1750 da Federico, principe di Galles. Zephyr nel mito greco è il vento di ponente della primavera ed è sposato con la dea greca dei fiori Clori (che i romani chiamavano Flora). Accanto al suo piede sinistro è il volto rovesciato di un cherubino, che soffia a simboleggiare il vento che Zeffiro rappresenta.

Fontana a muro, Firenze 1520. Benedetto da Rovezzano (1474-1554). L’Acquaio era una caratteristica comune dei palazzi fiorentini nel tardo Cinquecento e l’inizio del Seicento. Sebbene fornito con acqua corrente l’acquaio non era una vera fontana, il flusso dell’acqua non era costante, essendo controllata dai rubinetti. L’acqua scorreva solo quando era necessario. Nel centro del fregio dell’acquaio è una bestia enigmatica che potrebbe strappare i testicoli. Secondo una tradizione che risale a Plinio, i castori salvavano la loro vita attraverso l’auto castrazione, perché erano cacciati per i loro testicoli, apprezzati per le proprietà medicinali.

 

Torre di Babele. In esposizione dal 8 settembre novembre 2015. La torre di Babele è la rappresentazione di Barnaby Barford a Londra oggi. Sei metri di altezza, si compone di 3000 piastrelle di porcellana, ognuna raffigurante un vero negozio di Londra fotografato dall’artista. Alla base ci sono consulenti e negozietti, mentre al vertice vi sono boutique e gallerie esclusive di Londra.

Sansone che uccide il filisteo, Firenze 1560-1562. Giambologna, 1519 – 1608. Sansone è visto qui brandire la mascella d’asino per uccidere uno dei Filistei che lo hanno insultato. Questo è il primo dei grandi gruppi marmorei di Giovanni Bologna (chiamato Giambologna). Commissionato da Francesco de ‘Medici, è stato successivamente installato su una fontana a Firenze. Nel 1601 la fontana fu inviata in Spagna come dono al Duca di Lerma, primo ministro di Filippo III di Spagna, dal Granduca Ferdinando I di Toscana. Il gruppo è stato poi presentato a Carlo d’Inghilterra Principe di Galles per la sua visita in Spagna nel 1623. Al suo arrivo in Inghilterra, è stato dato al favorito del re, il duca di Buckingham, e, successivamente, passò di mano tre volte prima di arrivare al Museo nel 1954 .

Vera di pozzo, Venezia 1425-1430. Bottega di Bartolomeo Bon (attiva dal 1421-64). Questo oggetto è anche una dimostrazione di virtuosismo dello scultore. I suoi lati raffigurano uno scudo con lo stemma della famiglia Contarini, la Giustizia impugna una spada, un putto appoggiato ad un tronco d’albero, e la Fortezza di proprietà della corona. Bartolomeo Bon era stato precedentemente alle dipendenze del ricco mercante Marino Contarini nel suo sontuoso palazzo, la Ca’ d’Oro.

Narciso. 1560 ca. Cioli Valerio (1524-1599) Narciso è mostrato come un giovane di ritorno da una battuta di caccia. Si ferma a guardare in una pozza di acqua ed è ipnotizzato dal suo riflesso, che non ha mai visto prima. Si innamora della bella immagine che vede e che non può smettere di guardare. La scultura potrebbe essere stata in origine destinata al centro di una fontana, per dimostrare che la figura si stava ancora guardando in uno specchio d’acqua.

 

Medioevo e Rinascimento

Anno 1230 ca. Carta geografica del mondo conosciuto dell’epoca, con la Terra Santa nel mezzo e l’Italia in giù. La Sicilia circoscritta in un cuore, tradisce forse l’origine dell’Autore che rimane sconosciuto. Del nostro Paese è significativa la presenza, oltre alla già detta Sicilia, di Roma e la Calabria, che all’epoca si identificava con l’attuale Salento. (Ringraziamo Mario Guadalupi per le foto che seguono: 1-2-3-4)

Foto 1
Foto 2
Foto 3
Foto 4

 

Pala d’altare della Cappella di S. Chiara, 1909.
La resurrezione di Lazzaro. Piero di Giovanni Bonaccorsi, detto Perino o Perin del Vaga (Firenze, 23 giugno 1501 – Roma, 19 ottobre 1547).

I Cartoni di Raffaello per gli arazzi della Cappella Sistina
1514 – 1516 ca. – Gesso nero e tempera su carta incollata su tela.
Degli originari cartoni eseguiti da Raffaello se ne sono conservati sette raffiguranti rispettivamente la Pesca miracolosa, la Consegna delle chiavi, la Punizione di Elima, il Sacrificio di Listra, la Guarigione dello storpio, la Predica di san Paolo e la Morte di Anania; i restanti tre, corrispondenti agli arazzi con il Martirio di santo Stefano, la Conversione di Saulo e San Paolo in carcere, sono andati perduti.
I cartoni sono disegnati a gesso nero, poi colorati a tempera e incollati su numerosi fogli di carta per formare un cartone più grande, della stessa misura che avrebbero dovuto avere poi gli arazzi, ed è sempre in relazione alla funzione di guida, anche cromatica, svolta da questi speciali modelli nella fase di lavorazione dei tessuti, che si spiega l’uso del colore. Il loro trasferimento su tela risale probabilmente alla fine del Seicento, quando, dopo essere stati acquistati nel 1623 per Carlo I d’Inghilterra, furono collocati a Hampton Court (1698). Oggi sono esposti a Londra, nel Victoria and Albert Museum; gli arazzi invece, esemplati sui cartoni raffaelleschi e tessuti a Bruxelles nella celebre
bottega di Pieter van Aelst, si conservano a Roma nella Pinacoteca Vaticana.
Nel ciclo, il cui titolo tradizionale è Atti degli apostoli, Pietro e Paolo hanno un ruolo decisamente centrale (ci sono quattro scene con Pietro e sei con Paolo).
Quando il 26 dicembre del 1519 arrivarono a Roma i primi arazzi finiti, furono subito esposti nella Cappella Sistina, e immediatamente tutti si resero conto della straordinaria bellezza e dell’importanza di quei manufatti, pregiatissimi per il lavoro d’invenzione che comportavano e per il valore dei materiali utilizzati nella tessitura. Il giudizio fu unanime: non si era mai visto nulla di simile. (I grandi maestri: Raffaello – I. Di Maio per “Il sole 24ore” – 2012 E.ducation.it)

La guarigione dello storpio
Lapidazione di S. Stefano
La conversione di Saulo
Il sacrificio di Listra
Punizione di Elima
La consegna delle chiavi
Pesca miracolosa
Arazzo della pesca miracolosa

Pala d’altare di San Giorgio, 1410 ca. Questa pala d’altare riccamente dorata è stata probabilmente realizzata per la cappella della Confraternita del Centenar de la Ploma, una truppa di miliziani che ha preso il nome dalle piume inserite nei loro caschi. Il santo patrono della Confraternita era San Giorgio, e la maggior parte delle scene sono della sua vita. I pannelli centrali raffigurano la Vergine col Bambino, la battaglia di Puig (1237) dove il Santo ha aiutato il re di Aragona sconfiggere i Mori, e San Giorgio e il Drago. Questo lavoro è stato tradizionalmente attribuito all’artista tedesco Marzal de Sas. Tuttavia, la sua forma quadrata e numerosi scomparti intagliati e a cuspide sono tipicamente valenciani.

Il periodo elisabettiano (Elisabetta I d’Inghilterra 1533-1603)

Il grande letto di Ware. Misura più di tre metri di larghezza e può accogliere almeno quattro coppie. Probabilmente era un’attrazione in una locanda di Ware, Hertfordshire. Le tende e le sculture sono tipiche del periodo Elisabettiano.

Spinetta con i dispositivi per Elisabetta I (1570-1580)

La sala delle sculture

Abbiamo dedicato un articolo specifico a Le sculture di Rodin al Victoria & Albert Museum di Londra. Di seguito invece vi mostriamo le opere in queste gallerie, sia monumentali che su piccola scala,destinate ai più diversi contesti: effigi funerarie e  targhe per le chiese, i busti per le camere delle più importanti case, altri pezzi destinati ai giardini.  Alcuni sono stati acquisiti nel continente, prodotti da importantissimi artisti come Canova e Bernini, ma la maggior parte sono state eseguite in Gran Bretagna dove, nella prima metà del 18° secolo, vennero a lavorare alcuni importanti scultori olandesi e francesi, tra cui Rysbrack e Roubiliac. Più tardi, con la fondazione dell’Accademia Reale nel 1768, artisti britannici poterono vincere borse di studio per la loro formazione a Roma. Là perfezionarono le loro abilità nella scultura del marmo e iniziarono a lavorare nello stile neo-classico di nuovo di moda. Il Neoclassicismo rimase in voga fino al 1850 circa, dopo di che la scultura iniziò a divenire più naturalistica, annunciando gli sviluppi della fine del secolo.

Scultura in Gran Bretagna 1600-1900

 

 

 

 

 

 

Ivan Mestrovich (1872-1973), Torso di B. Strahinja – 1908

 

A. Toft (1862-1949). La bagnante – 1915
Francis D. Wood (1871-1926). Psiche 1908-1919 ca.

Alfred Drury (1856-1944). L’età dell’innocenza. Firmato e datato 1897

Aimè-Jules Dalou (1838-1902). Ritratto di Eugenie Maria Wynne – 1875
Aimè-Jules Dalou (1838-1902). Donna che allatta il bambino – 1873
Aimè-Jules Dalou (1838-1902). Baccanale – firmato e datato 1879
Lorenzo Bartolini (1777-1850). Le sorelle Campbell danzano il walzer – 1820 ca
Alfred Gilbert (1854-1934). Ritratto di Ignacy Jan Paderewski – 1891
Jacob Epstein (1880-1959). Mrs Mary McEvoy – 1909
J. Epstein (1880-1959). Ritratto di Albert Einstein – 1933
George Frederich Watts. Clytie 1868-1878 ca
Alfred Stevens (1817-1875). Verità e falsità 1857-1866

Antonio Canova (1757-1822). Teseo sul Minotauro, 1781-83.L’eroe, seduto sul corpo del mostro che ha ucciso, è rappresentato dopo la lotta: il momento scelto dall’artista, quindi, è successivo all’azione. L’opera appartiene al genere della scultura neoclassica e viene rappresentato l’eroe che siede sul Minotauro come un cacciatore su una preda. L’essere semiumano è riverso su una roccia in una posizione a S rovesciata. Teseo, appoggiandosi su una gamba del mostro è inclinato indietro, mentre osserva il nemico. I due corpi sono perfetti. L’eroe è simbolo della vittoria della ragione sull’irrazionalità. La scultura appare ben definita nei dettagli.

Alfred Stevens (1817-1875). Valore e codardia, 1866

Antonio Canova (1757-1822). Busto in marmo di Elena di Troia 1800-1812

Giovanni Lorenzo Bernini (1598-1680). Nettuno e Tritone 1622-3 ca. Questo lavoro del grande scultore italiano Bernini fu uno dei più celebri mai visti in Roma. Fu commissionato dal cardinale Montalto e mostra Nettuno, dio del mare, con il figlio Tritone.

Edward Hedges Baily (1788-1867). Eva ascolta la voce di Adamo, firmato e datato 1842

 

Edward Hedges Baily (1788-1867). Affetto materno, firmato e datato 1837

Rysbrack John Michael (1694 – 1770). Thuner, (1728-1730) Il dio del tuono, fu una delle sette divinità sassoni eseguite dal Rysbrack per il giardino di Mr. Cobham a Stowe, nel Buckinghamshire. Ogni dio Sassone era associato ad un giorno della settimana, e Thuner, il più potente degli dei, fu collegato a Giovedì. Originariamente posto in un boschetto all’aperto intorno a un altare, dal 1744 le statue furono riposizionate intorno al Tempio gotico della Libertà, progettato da William Kent, e hanno fatto parte integrante del tema di fondo del giardino.

John Noste senior (attivo dal 1680 al 1710). La Venere accovacciata, firmato e datato 1702

Rysbrack John Michael (1694 – 1770). Sunnah 1728-1730. Come la figura seduta del Tuono, Sunnah proviene da una serie unica di divinità sassoni che Lord Cobham commissionò per i suoi giardini di Stowe. Ogni dio sassone è tradizionalmente associato a un giorno della settimana, e Sunnah rappresenta Domenica.

Antonio Corradini (1668-1752). Zefiro e Flora 1730 ca. Flora era la dea romana dei fiori, e la moglie di Zefiro, il vento di ponente di primavera. Zefiro è mostrato mentre soffia il vento di primavera e i fiori rappresentano la rinascita della natura che arriva con la nuova stagione.

Antonio Corradini (1668-1752). Apollo che scortica Marsia 1750. Il soggetto di questo gruppo è uno dei più inquietanti nella mitologia classica. Quando il dio Apollo batte il satiro Marsia in una gara musicale, Apollo sceglie di scorticare vivo Marsia come sanzione per aver perso. Questo gruppo insieme al suo compagno Zefiro e Flora, appartenevano a una serie di sculture per giardino fornite da Corradini ad Augusto il Forte, re di Polonia e Elettore di Sassonia per i suoi giardini a Dresda.

Laurent Delvaux (1696-1778). Vertumno e Pomona – 1725.Vertumno era un dio della natura capace di assumere qualsiasi forma, ed è qui mostrato mentre corteggia la ninfa Pomona. Si è introdotto alla sua presenza travestendosi come una vecchia, e ha perorato la sua causa. Quando questo non è riuscito, ha rivelato la sua vera identità. Egli è qui mostrato avendo appena tolto la maschera.

Caius Gabriel Cibber (1630-1700). Ragazzo che suona la cornamusa – 1690.

Lawrence MacDonald (1799-1879). Monumento a Emily Georgiana, Lady Winchilsea – 1850

La scultura religiosa in Europa dal 1300 al 1600

Immagini religiose potrebbero essere trovate ovunque in Europa, nelle cattedrali, nelle chiese parrocchiali e monasteri, e anche a casa. Con il loro aspetto realistico tridimensionale, hanno evocato la presenza di Cristo, della Vergine e dei santi. I fedeli hanno pregato per loro ogni giorno. Alcune sculture facevano parte di grandi pale d’altare, con santi e scene del Vangelo. Altre sono state collocate singolarmente come punto di riferimento per la preghiera e la devozione. Immagini più piccole, tenute in casa, hanno agito come talismani protettori della famiglia. La vetrata colorata spesso ha avuto un ruolo complementare. Ha offerto una tela più ampia per le storie bibliche, con narrazioni estese, colori brillanti e attentamente osservato nei dettagli dai contemporanei.

La Vergine e il Bambino
S. Maurizio, 1500 ca
Gruppo di Santi
Cristo sulla croce con la Vergine e S. Giovanni Evangelista (1460-70 ca)
Cristo coronato di spine, 1500-1520 ca
La Passione di Cristo
Santo Vescovo, 1470-1480 ca
L’Ascensione – 1490 ca
S. Giacomo, la Vergine e l’Angelo Gabriele, S. Simone, 1360-90
S. Anna con la Vergine e il Bambino, 1520-30 ca.
Santa Barbara (?) – 1520 ca
San Giorgio, 1500 ca. Pedro Millan (attivo dal 1487-1515)
S. Caterina d’Alessandria – 1520 ca

Compianto sul Cristo morto
La Vergine e il Bambino (1520-5)
S. Pietro – 1510-1520

La sala caffè (o sala Morris)

Gamble, Poynter e Morris sono sale interconnesse che costituivano il ristorante del Museo di South Kensington. Queste sale sono oggi ancora in uso come parte del Museo. Sebbene fossero spazi funzionali, le sale di ristoro nel tempo divennero il volto pubblico del Museo e furono decorate molto sontuosamente. La sala più occidentale, originariamente chiamata Green Dining Room (oggi Sala Morris), fu disegnata da William Morris e ancora oggi è un’attrazione importante. I colori profondi ci indicano che all’epoca del suo allestimento si era ancora sotto l’influenza del neo-gotico. Le pareti vennero arricchite con pannelli in stile elisabettiano sotto una sezione di gesso verde con un bassorilievo di rami di ulivo, mentre sulle vetrate vennero dipinte da Edward Burne-Jones e Philip Webb figure femminili.

Le didascalie presenti, relative agli oggetti esposti sono state fotografate e tradotte da Brundarte.

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