Si è svolta ieri 21 marzo, la giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti di mafia, nel salone dell’Istituto Alberghiero “S. Pertini” sito all’interno del Parco Cesare Braico, con la presentazione del libro “Io non taccio – L’Italia dell’informazione che dà fastidio”, volume pubblicato da Cento Autori per omaggiare il coraggio di chi difende la libertà d’informazione.
Vogliamo dire subito che l’iniziativa voluta dalla Direttrice della Biblioteca De Leo, Katiuscia Di Rocco si è svolta al di fuori della retorica di circostanza ed ha preso toni di emozionante partecipazione in quanto ognuna delle persone invitate, un magistrato e due giornaliste tra gli autori del libro, hanno portato significativi esempi di contrasto alle mafie, raccontando episodi accaduti a loro personalmente durante la vita professionale.
Dopo l’introduzione del Preside della scuola Micia, ha preso la parola Katiuscia Di Rocco che ci ha informati di aver provveduto a costituire presso la Biblioteca De Leo un Fondo Librario intestato ad Angelica Pirtoli, la prima bambina (aveva solo 2 anni e mezzo) uccisa dalla mafia in Salento nel 1991. Il Fondo composto di oltre 300 libri che non sono stati acquistati perché non c’erano disponibilità economiche, ma semplicemente richiesti in rete con il semplice tamtam, sono stati messi ovviamente a disposizione della cittadinanza.
A proposito della morte di Angelica e della madre, il giudice Saso presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati di Brindisi ha raccontato la lunga storia delle indagini, fatta di depistaggi e minacce, fino ad arrivare però all’incriminazione degli autori del delitto e al processo che vedrà la luce in pochi giorni.
Seguendo questo stesso filo conduttore è intervenuta Marilù Mastrogiovanni, direttrice del web magazine “Il tacco d’Italia” di Lecce, che ha raccontato la sua lunga storia di scrittrice e giornalista d’inchiesta (ha scritto anche un libro sulla xilella) che le ha procurato negli anni decine di querele intimidatorie e anche le violenze personali (le hanno ucciso uno dopo l’altro cinque cani).
Sulle querele intimidatorie fatte per mettere a tacere i giornalisti che indagano e raccontano la verità ha detto la sua anche Lucia Portolano giornalista direttrice di Brindisi Oggi, che ha messo in evidenza come, sempre di più, uno strumento di giustizia venga utilizzato dalla criminalità per difendere i suoi sporchi interessi, creando un grosso pregiudizio economico in capo al giornalista che, ove il giudicato non dovesse arrivare alla condanna per qualsiasi motivo o dovesse essere giudicato innocente si vedrebbe costretto a pagare somme enormi e a interrompere la sua carriera. A questo proposito l’Ordine dei Giornalisti si sta impegnando con il Parlamento per ottenere un ordinamento di tutela.
La serata si è conclusa con la proiezione del servizio televisivo “Mesagne e la Scu” di Lucia Portolano, vincitore Premio Ilaria Alpi 2012, da cui è uscito uno spaccato della vita di mafia a Mesagne.