L’Azzurro – Brindisi 5 novembre 1899
Asterischi mondani
Tipi femminili
Ecco quattro arguti schizzi che tolgo e riassumo da un giornale parigino
La feminista
Non è una donna. Ad un tempo perora, vota, fuma, va al circolo, fa conferenze e dimostrazioni, si lamenta, si impazienta, aspetta, pretende e si agita (come!). Non ha niente e ha bisogno di tutto. Gelosa dell’uomo, vuol detronizzarlo. Non le basta dominarlo in segreto, vuol combatterlo apertamente, vuol rivaleggiare con lui, dovunque, in tutto, schiacciarlo in pubblico, al cospetto di tutti e tutte, in un’apoteosi sfolgorante. E per meglio trionfare dell’uomo comincia con l’imitarlo in tutto ciò che ha di buono, e più in tutto ciò che ha di cattivo.
Ella rinunzia alla forza della propria debolezza e mascolinizza (ahi, la brutta parola) il suo vestito, i suoi modi, la sua pettinatura, la sua voce le sue idee. La si scambierebbe per un altro.
E’ pratica, positiva, corretta negli affari – sentimentali e no – e ci offre la commedia – spesso divertente – della sua piccola gravità, della sua ambizioncina smodata, della sua piccola attività irrequieta.
La petite femme – Signorina o Signora Chiffonette
Le manifestazioni collettive la lasciano indifferente. Purchè sia amata, careggiata, divertita, lasciata libera, purchè abbia aperti dei piccoli crediti coi buoni sarti sopralodati, purchè sia condotta nei teatri, dove si ride, e non sia troppo sermoneggiata, ella non chiede altro.
Non si solleva nè alle grandi idee, nè alle grandi ammirazioni! Tutto è piccino in lei, ma pur così carino: piccole gioie, piccoli dolori, piccoli amori. E’ una deliziosa miniatura, una statuina che si vorrebbe conservare e mostrare in una vetrina. Nella sua testolina e nel suo cuoricino v’è un piccolo meccanismo di orologeria, e nella sua testolina o nel suo cuoricino si nascondono a volta pensieri e sentimenti così piacevoli e così squisiti! E tutto ciò è sì fragile e sì delicato! Per non guastare un così fine congegno bisogna aver dita più delicate ancora. Oh graziosa e cara donnina, quanto siete amabile di essere così piccoletta
L’eroina
La sua vita passa in una serie di scenari ed ella aspetta incessantemente l’occasione di una grande scena da quinto atto. Ella vi è pronta in ogni tempo, in ogni stagione, a ogni ora; e ciò che si vede, si sente, s’intuisce, si sospetta. Ella è non comune nel suo mondo; gli uomini la avvicinano, ma per scostarsene immediatamente; giacchè ella sgomenta un poco, ha il fisico inquietante ed enigmatico, gli occhi foschi, la fronte pensosa, il gesto solenne, la toilette austera. I sui amori sono pieni di mistero e rasentono, sempre, il dramma. Tutto ciò che è semplice le sembra volgare.
Ella disprezza le donne che non hanno un ideale; ella si che ne ha uno. Quale? Non lo ha ben dimenticato ma è certo che l’abbia, e questo è l’essenziale. Aspettando di precisarlo si nutrisce di romanzi e calma così la sua impazienza di rappresentare una parte. Ella si prepara alle devozioni più alte e ai più atroci attentati, indistintamente. Farà, un giorno, alcun che o di bellissimo o di feroce; secondo le circostanze!
La vera donna
La compagna. Colei che vive tranquilla, non troppo in evidenza e non troppo nascosta. Colei che ama la casa e il focolare. che ha coscienza del proprio valore e non lo esagera, che non fa teorema, fa del bene intorno a sè, senza ostentazione e senza pompa: colei che ci risparmia le declamazioni e ci da talvolta l’elemosina del suo dolce silenzio benefattore e così eloquente; colei che ritroviamo sempre per tiepide intimità del cuore, quando il freddo della indifferenza e dell’isolamento ci vince; colei che ci aspetta sempre, che è sempre pronta a soccorrerci, a medicarci, a consolarci, a cullarci, a sacrificarsi per noi, senza una parola, in qualunque momento; colei che veneriamo e che inganniamo e che talvolta dimentichiamo tanto siamo sicuri di lei; colei che non è possibile sostituire – madre, sposa, sorella! – Colei che si ama.
Zeffiro
Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo” – Emeroteca