Settanta anni fa le donne italiane poterono esercitare per la prima volta il diritto di voto in una consultazione politica generale. Era il referendum che determinò la nascita della Repubblica Italiana.
In foto alcuni articoli su giornali locali del 1946 conservati presso la Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo” di Brindisi.
“Così preparate noi donne dell’Italia democratica che, riscattata dalla tirannide interna, si accinge all’opera fattiva della rinascita, scendiamo nell’agone della lotta politica al grido: Donne, alle urne!”.
Il voto e la donna
Vinta la prima battaglia, e cioè ottenuto il voto, la donna ha ora il preciso dovere, partecipando alla vita politica, di dimostrare la sua maturità in modo da contribuire e raggiungere quelle finalità e collaborare per il superamento delle immani difficoltà che si frappongono onde fare dell’Italia una nazione democratica e libera.
Primo dovere, quindi, di ogni donna italiana è quello di giungere alle prossime votazioni preparata politicamente in modo da dare il proprio voto con sicurezza e coscienza. Non si deve dimenticare che da queste elezioni dovrà uscire non solo il nuovo governo, che sarà il governo voluto dal popolo, ma il nuovo Stato Italiano, attraverso la nuova Costituzione. Non dobbiamo neppure dimenticare che da questa consultazione elettorale dipenderanno in gran parte le sorti internazionali della nostra Patria, perché gli Alleati ci guardano e attendono questa prova di maturità e di consapevolezza.
Noi donne perciò, non dobbiamo mancare in questa ora di decisione; l’assenteismo sempre deprecabile, in questo momento suonerebbe quale tradimento per la nostra terra e per i nostri ideali. Non abbia scrupoli la donna in questo momento e in questa circostanza, scrupoli e dubbi che molte volte sento ripetere da chi afferma che siano nuove alla vita politica e che ci è quindi impossibile dare un parere saggio e utile.
Mi sia consentito rispondere a queste donne titubanti che i lunghi anni di sofferenze e di guerra, senza parlare di quelle fra noi che hanno partecipato attivamente alla vita clandestina e hanno fatto parte di bande partigiane esponendo ogni giorno la loro vita per un’Italia migliore, hanno temprato e preparato ogni donna, anche la donna più casalinga retrograda. La donna, che fra le sue altre doti, non manca di spirito di sacrificio e di adattamento che largamente elargisce in seno alla sua famiglia e le consente quasi sempre di raccogliere i frutti di questa sua abnegazione, oggi questa donna è chiamata a porgere il suo appassionato aiuto e tutte le sue forze attive ad una famiglia più grande ed estremamente in pericolo: la grande famiglia del popolo italiano.
Queste mie modeste parole rivolgo principalmente a quella numerosa falange di donne, che pur non mancando di grande discernimento e pur considerando un’Italia pacificata ed unita, sono esitanti e stanno a guardare quello che avverrà. Bisogna dire a queste donne che il loro assenteismo tornerebbe di danno a loro stesse e alle loro famiglie, perchè molto facilmente restando assenti dalle urne, vedrebbero respinte le loro idee. In tal caso la colpa ricadrebbe su loro. E’ finito il tempo delle incertezze; ora l’Italia ha bisogno di personalità sicure, di idee concrete, di principi solidi; qualora questa esigenza non fosse appagata, l’Italia cadrebbe per sempre in quel baratro dal quale con ogni sforzo vuole risalire.
Votate quindi, o donne, senza dubbi e senza incertezze, e non siate proprio voi nuove alla vita politica, a impedire il risorgere della vostra Patria.
“L’uomo, dominatore della vita, esercitava e forse pensava di esercitarlo per sempre, il suo imperio anche sulla compagna della vita, su colei che aveva generato una prole.
L’uomo invero, per un suo istinto di prepotenza aveva asservito la donna, l’aveva incatenata alla sua dura e pur nobile missione d’essere madre. La politica oggi ha compiuto il riscatto delle donne italiane; e ciò come conseguenza della guerra, alla quale noi donne demmo un contributo uguale e talvolta maggiore, per significato morale, a quell’uomo, tanto che finalmente ci è stato riconosciuto il diritto di voto e di eleggibilità.”