Chiesa di Sant’Anna – Ceglie Messapica (Br)

Cenni storici
“La chiesa di sant’Anna, collocata sulla collina a Nord-Est del centro abitato di Ceglie è, dal XII secolo, uno dei principali luoghi di culto della città, e non solo. Infatti, negli anni della peste, fu rifugio colonico per gli abitanti, oltre ad essere utilizzata, nei vani sotterranei, come cimitero per i morti di peste; si narra, tra l’altro, che i corpi venivano gettati nelle cisterne da un canale posto sotto l’altare maggiore.” (1)

“Alle spalle della chiesa era localizzato un piccolo cimitero, in uso fino al 1884 quando furono “suggellate” le vittime dell’epidemia colerica del 1854-55, seppellite in quel camposanto. L’accesso alla necropoli avveniva attraverso un corridoio che corre sul lato destro della chiesa stessa, ma vi si può arrivare anche dall’interno attraverso la sacrestia. Quell’ingresso indipendente dava la possibilità di far visita ai propri cari defunti anche quando la chiesa rimaneva chiusa.

Della vecchia costruzione rimane solo un protiro nascosto nella parte posteriore della chiesa stessa.” (2)

Corridoio laterale che conduce sul retro
Sul retro, portale sormontato da protiro trecentesco chiuso nel 1710 allorchè fu aperto quello attuale

“L’edificio sacro è affiancato da un ampio soccorpo, oggi ispezionabile tramite botule ma anticamente utilizzato per le sepolture.

Esso interessa tutto lo spazio retrostante la chiesa e si sviluppa su due livelli: il primo livello è costituito da tre vani (con copertura a botte) mentre il secondo livello è un unico vano (con copertura a botte) delle stesse dimensioni del livello superiore.” (3)

Il soccorpo (3)
Sul retro era un piccolo camposanto, che raccoglie i resti dei morti di colera del secolo XIX
Per terra, coperte da vetri, le botole che conducono all’antico edificio sacro
Angelo del Signore che “pensa e piange” sul dolore lasciato dalla perdita di un caro
Veduta della valle d’Itria

Nei pressi della chiesa c’era la cosiddetta “ruota” dove venivano portati ed abbandonati alla loro sorte i bambini meglio conosciuti come “figli di nessuno”. In occasione della festa, usanza antichissima cegliese vuole che si debba accendere un cero alla Santa. (2)

In origine, era un vasto monastero benedettino, ma rilevamenti recenti hanno stabilito, con certezza, come l’Abbazia di Sant’Anna sorga sui resti di un antico tempio pagano, in un primo tempo frettolosamente ritenuto di Giunone e successivamente attribuito alla dea Latona che, “come la Madre della Vergine Maria nel mondo cattolico, era invocata dalle popolazioni elleniche e latine a protezione delle partorienti. Infatti, nei primi secoli, i Cristiani, per analogia, solevano dedicare i templi pagani trasferiti al culto cristiano e le chiese che sorgevano sui loro resti, ai santi che nel martirologio contassero poteri identici a quelli degli dei della vecchia mitologia. (2)

“Le prime notizie che la riguardano sono contenute nel Codice Diplomatico Brindisino, compilato nel XVIII secolo dall’arcivescovo di Brindisi Annibale de Leo, uomo di vasta cultura e di profonda erudizione, e risalgono al 2 gennaio dell’anno 1182, data in cui il Pontefice Romano Lucio III, con una bolla, confermava all’arcivescovo di Brindisi, Pietro, tutti i diritti e i possessi inerenti quella “Cattedra” – tra gli altri, veniva menzionata anche l’Abbatiam Sancte Anne in Villa Cilie che all’epoca, unitamente con l’attuale diocesi oritana, rientrava nell’ambito della giurisdizione ecclesiastica del prelato brindisino.” (4)

“Seguì per l’Abbazia un lungo periodo di abbandono e di decadenza che fu causa di danni e di rovine tali, che la stessa basilica correva il pericolo di scomparire per l’incuria e la trascuratezza. Intervenne il clero di Ceglie che, con proprio denaro, riparò ed abbellì l’antico tempio che minacciava di crollare per la vetustà.
Gli stessi preti, per ricordare ai posteri l’avvenimento, dettarono una epigrafe-ricordo che nel latino ecclesiastico recita così:

Basilicam Divae Amine Sanctissimae Virginis Dei Genitricis Marine Matris Vetustate Labascentem Ecclesiae Coeliensis Clerici Proprio Aere Ex Integro Restihierunt Et Ornarunt. A. D. MDCCX.

Epigrafe recante la data del 1710


Allora Ceglie iniziava a risorgere, il centro abitato si ingrandiva e la vita degli abitanti diveniva più prospera. Si avvertiva l’avvento di un’epoca nuova che doveva culminare nella stagione felice del governo di Carlo di Borbone che, dalla reggia napoletana, forniva esempi ed impartiva direttive.

La basilica di S. Anna si arricchì di un nuovo altare in pietra viva locale, di stile barocco, con robuste colonne tortili e fantasiose decorazioni, che doveva accogliere nella nicchia la stupenda statua lignea della Santa che ancora oggi si venera con filiale devozione.” (4)

“Durante il periodo risorgimentale, i liberali di Ceglie, per sfuggire ad occhi indiscreti e per nascondere le loro riunioni segrete, si riunivano nella chiesa di S. Anna che, situata ancora fuori del centro urbano e circondata da maestosi alberi di olivo, si prestava efficacemente ad occultare chi non amava i controlli della polizia borbonica. ” (4)

Esterno
“La chiesetta, preceduta da un piccolo giardino, presenta un prospetto molto semplice, con in basso al centro un portale d’ingresso sormontato da una lunetta, su cui è ubicata l’epigrafe del 1710. La facciata si conclude seguendo l’andamento della volta, in modo geometrico, con sulla sommità un Crocifisso in pietra.“ (1)

“E’ fornita di un campanile a vela con due piccole campane e di una casetta che veniva utilizzata dal custode (odierno sagrestano).” (2)

Facciata monocuspidata con copertura a spiovente rivestita da coppi.

Portale del 1710

Croce esterna in pietra
Campanile a vela con due campane

Interno
“All’interno la chiesa si presenta ad unica navata, con volta a botte ogivale, stuccata con finte marmorizzazioni che la dividono in sedici rettangoli, in ognuno dei quali è disegnato un ovale, decorato con motivi vegetali.

Sulla controfacciata troviamo un affresco trecentesco raffigurante La Morte di Sant’Anna, mentre in alto la finestra divide due ovali raffiguranti, quello di sinistra, San Pietro, quello di destra San Paolo, mentre sopra c’è una Madonna con Bambino, il tutto decorato con motivi floreali.

Tutto il perimetro interno, fino a circa due metri di altezza, è decorato con finte lesene che scandiscono gli archi, alternati da pannelli marmorizzati, dai colori molto accesi. Dall’imposta degli archi, fino all’imposta della volta troviamo, invece, una decorazione più sobria, intervallata dagli ovali che raffigurano, rispettivamente, San Tommaso, San Giacomo, Educazione della Vergine Immacolata, Sant’Antonio da Padova.

Le pareti laterali sono percorse da tre archi ciechi per lato; il primo a sinistra contiene un affresco dell’Annunciazione, il secondo una porta centrale contornata da una marmorizzazione, il terzo un affresco con la Madonna ed il Bambino (..).

Al centro troviamo l’altare maggiore, in stile barocco, del XVIII secolo, realizzato in pietra dipinta, con al centro la statua di Sant’Anna, in cartapesta, del XVIII secolo. In alto al centro, quasi a concludere l’altare, c’è una tela raffigurante l’Annunciazione. La parete termina verso l’alto con un affresco ormai poco visibile che fa pensare a un’Adorazione della Madonna col Bambino (o Incoronazione della Vergine (?) ndr).  ” (1)

“L’interno vanta, inoltre, la decorazione di importanti tele tra cui la Madonna con Bambino e Santi, del Galeone (Vito Nicola Galeone 1807-1883? ndr) di stampo ottocentesco, ai cui piedi sono in ginocchio i due Santi Cosimo e Damiano ed il taumaturgo Antonio da Padova; inoltre una Sacra Famiglia di autore ignoto, dai tratti simbolici probabilmente di scuola napoletana.” (3)

L’Altare

“Fastosità e splendore per lo scenografico altare del 600′ in pietra viva, nella cui nicchia, accantonata da due vistose colonne tortili, è custodito il settecentesco simulacro ligneo di Sant’Anna , tuttora oggetto di ossequiosa venerazione, che rapisce lo sguardo dell’osservatore intento a scrutare i rivoli più arditamente concepiti e le sinuosità viluppanti della pietra così baroccamente generata. (La statua della Santa), recata in processione il 26 luglio di ogni anno costituisce un irrepetibile modello della scultura in legno del 700’ salentino e pugliese.” (3)

Statua di S. Anna (secolo XVIII)
Incoronazione della Vergine (?)

Acquasantiera
Acquasantiera

Parete laterale (a sinistra di chi entra)

S. Tommaso
Annunciazione (parz. coperta)

S. Giacomo

Madonna con Bambino
Madonna con Bambino e Santi
Soffitto dipinto

Parete laterale (a destra di chi entra)

Don Giovanni Bosco
Dedica a S. Anna
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, attorniata da S. Anna e S. Gioacchino
S. Antonio da Padova
Madonna del Carmine con Bambino che consegna lo scapolare

Retro-facciata

Affresco sulla controfacciata: Morte di Sant’Anna con due ovali raffiguranti, San Pietro, e San Paolo, e l’immagine di una Madonna con Bambino

Affresco sulla controfacciata: Morte di Sant’Anna con due ovali raffiguranti, San Pietro, e San Paolo, e l’immagine di una Madonna con Bambino
Part.
Part.

“Particolare del divino trapasso nella quotidianità umana della vita, è rappresentato dal  fazzoletto da notte, allacciato “a nocche”, che fascia il capo della veneranda Vecchia, che tuttora costituisce il copricapo più comune delle donne del Meridione d’Italia.” (3)

Part.
Part.
Part.
S. Pietro
S. Paolo

Particolari di disegni su muri e pavimenti

Sul nuovo pavimento spicca “Il Boccio”, opera progettata a titolo gratuito dall’artista Maestro Uccio Biondi, dedicata alla santa protettrice delle puerpere (da Senzacolonne).

Sul nuovo pavimento spicca “Il Boccio”, opera progettata a titolo gratuito dall’artista Maestro Uccio Biondi, dedicata alla santa protettrice delle puerpere (da Senzacolonne) .

Sacrestia

“Parallelamente all’asse longitudinale della navata è presente la sacrestia (con volta a crociera) collegata alla chiesa attraverso una porta di accesso collocata al centro della navata. Qui si conservano vari arredi sacri di un certo interesse storico-artistico insieme con stampe e campane di vetro, che racchiudono simulacri di Santi e immagini della Vergine, in cartapesta salentina del XIX secolo.

Nella parte retrostante la sacrestia è presente, inoltre, un piccolo locale deposito con volta a padiglione.” (3)

Antica acquasantiera

 

Di seguito un video girato da Andrea Ecclesie  che ci ha accompagnato nella visita:

 

Ringraziamenti:

  • Agli amici Mario Carlucci e Andrea Ecclesie per la collaborazione
  • Alla nostra simpatica guida di Ceglie, Michele Miccoli per la pazienza dimostrata

Bibliografia e sitigrafia:

Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica/sitigrafica.”

(1)http://www.itriabarocco.net/web/guest/home/articolo?p_p_id=pis11_articolo_WAR_pis11&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&_pis11_articolo_WAR_pis11_f=index_articolo.jsp&_pis11_articolo_WAR_pis11_articleid=71914
(2) http://www.altosalentorivieradeitrulli.it/chiese_di_ceglie_di_pasquale_elia.htm#ABBAZIA_DI_SANTANNA
(3) http://www.rilievo.poliba.it/studenti/aa02/Pepe/tema/soccorpo.htm

(4) Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti, Le pietre della fede – L’Abbazia di S. Anna nella storia medievale di Ceglie Messapica. Tip. Tiemme, Manduria (Ta) – 2010

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