In questi giorni la nostra città è fiera di ospitare, nella prestigiosa sede di Palazzo Nervegna, la personale di pittura del maestro Athos Faccincani, oggi uno degli artisti più capaci nel rappresentare con pennello e tavolozza, la lussureggiante bellezza dei paesaggi mediterranei mediante uso di colori brillanti.
“Nasce a Peschiera del Garda il 29 Gennaio 1951. Negli anni 63-64 , ancora tredicenne, inizia a frequentare lo studio del Maestro Pio Semeghini; frequenta poi le scuole tecniche ed è sempre più presente, intorno agli anni 67-69, negli studi veneziani di Novati, Gamba, Seibezzi. Sempre in questo periodo, conosce a Brescia Ottorino Garosio e Angelo Fiessi.
Scriveva Cesare Marchi: “…per accontentare la madre che, come tutte le madri, sognava per lui una quieta professione borghese, s’iscrisse all’istituto per ragionieri. Si alzava alle quattro, per fare i compiti. Il pomeriggio lo consacrava alla pittura frequentando lo studio del vecchio Semeghini e quando si diplomò a pieni voti e già la mamma trafficava per trovargli un posto in banca, le procurò un altro dispiacere correndo a Venezia, a iscriversi all’Accademia delle belle arti. Per mesi visse d’arte e di panini, cliente affezionato delle più note latterie. Fece il piccolo di bottega a Guidi, Seibezzi, a Marco Novati. Angelo Gamba lo faceva alzare di buon’ora perché andasse a vedere l’alba. “L’ho vista ieri” si difendeva il giovanotto, cui difettava il cibo, non il sonno. “Ricordati che ogni alba è diversa dalle precedenti” rispondeva il maestro, “non solo perché cambia il giorno, ma perché cambiamo noi”. Dopo una dozzina di levatacce, scrisse alla madre informandola che mai e poi mai sarebbe entrato in banca. Come era possibile stare curvi dietro uno sportello a timbrare assegni avendo gli occhi colmi di gabbiani e d’albe lagunari? “
Terminati gli studi, il giovane Athos si dedica all’equitazione con grande entusiasmo e contemporaneamente alla pratica della pittura fraternamente aiutato da Nantas Salvalaggio. In quegli anni il suo spirito di osservazione, ormai disincantato, lo pone di fronte al primo, doloroso impatto con la realtà sociale e i suoi problemi. Comprende che la vita è fatta anche di emarginazione, dolore, carceri e malavita. Sente forte il bisogno di partecipare in prima persona al clima d’impegno civile e diviene paladino degli handicappati, dei poveri, degli assistiti. Le sue tele, in un indirizzo artisticamente rivolto all’enigma del sentimento umano, ai suoi drammi e alle sue contraddizioni , riassumono colori melanconici e sofferti nella rappresentazione di figure impegnate. ” (http://www.arteincorniceborgione.it/athos-faccincani.asp)
“Negli anni ’70 gli viene commissionata una mostra sulla Resistenza, grazie alla quale ottiene la nomina a Cavaliere della Repubblica, conferitagli da Sandro Pertini che aveva avuto modo di visitare le sue Personali. Dopo questo riconoscimento, l’artista vive un periodo di crisi interiore e abbandona la pittura per un intero anno. In un momento così intensamente difficile, si affida all’abbraccio amorevole di suo figlio Mattia e, con la sua famiglia, compie diversi viaggi nel sud Italia.
Quando decide di ricominciare a dipingere, il suo stile cambia radicalmente sia per i soggetti che per lo stile. In questa nuova fase artistica predilige i paesaggi che rappresentano una natura lussureggiante e rigogliosa. Lo stile è quasi impressionista, i colori usati sono accesi. Ogni opera ripropone le stesse linee guida: il sole alto, la luce e il racconto semplice. Sembra quasi che Faccincani abbia deciso di combattere la sofferenza del mondo, tipica della sua prima fase, con la pittura.
Athos Faccincani è oggi un artista di enorme successo: ha esposto a Londra, Parigi, Vienna, Chicago, Madrid, Los Angeles, New York, Zurigo, Montecarlo… oltre che in Italia, ricevendo numerose attestazioni e riconoscimenti. Le sue opere sono presenti nelle case delle celebrità di Hollywood che negli anni hanno sempre più apprezzato la sua unicità.
Athos Faccincani è sicuramente uno dei pochi artisti che riesce a rendere la lussureggiante bellezza delle coste del mediterraneo, senza tingerla di malinconia o di tristezza. I suoi paesaggi non lasciano spazio alla nostalgia o al rimpianto per i luoghi rappresentati, perché i colori vivaci e brillanti riescono ad appagare completamente lo spettatore, compensando il desiderio di trovarsi lì.” (dal materiale in esposizione)
°°°°°°°°°°°°°°°
° ° ° ° °
° ° ° ° °
° ° ° ° °
° ° ° ° °
° ° ° ° °
° ° ° ° °
Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione