Brundarte visita presso la National Gallery di Londra la sala dedicata a Johannes Vermeer, il pittore olandese reso ancora più celebre al grande pubblico dal film La Ragazza con l’Orecchino di Perla (record d’incassi nel 2003), e al rapporto tra la musica e la pittura del XVII secolo.
La musica in realtà è sempre stata presente nelle arti visive, dagli antichi Egizi alle ceramiche greche, dalle scene dei miti classici e in quelle religiose, ma nel Seicento, secolo che vide la fioritura dell’arte e della cultura nei Paesi Bassi, il tema diventa molto diffuso nei ritratti, dove la presenza di uno strumento musicale poteva rivelare la classe sociale di appartenenza dei protagonisti dei dipinti, nelle nature morte e nelle rappresentazioni di vita quotidiana.
Poco si sa della vita dei Johannes Vermeer nato nel 1632 a Delft, da un importante commerciante di opere d’arte nella cui bottega trascorse suoi primi anni, decidendo poi di voler dipingere. Si iscrisse nel 1653 alla Gilda di San Luca, la corporazione dei pittori, e si sposò con una donna di famiglia benestante, cosa che gli permise per un certo periodo di vivere e lavorare senza grandi problemi. L’artista però morì quando aveva solo una quarantina di anni, stremato dalla povertà in cui viveva con sua moglie e i suoi undici figli. La sua genialità artistica rimase sconosciuta fino al 1860, quando venne scoperto da un critico francese che finalmente ne valorizzò le opere.
Il contributo della musica all’opera di Vermeer è indubbio: ben dodici dei trentasei dipinti attribuiti con certezza al pittore olandese hanno infatti come tema la musica.
Tra gli strumenti più popolari nel diciassettesimo secolo oltre al liuto, alla cetra, alla chitarra e alla diffusissima viola, nelle case dei borghesi olandesi del tempo era immancabile il virginale o spinetta, una sorta di clavicembalo in scala contenuto in una cassa di legno, che spesso presentava una tastiera sulla destra per permettere alle corde interne di essere pizzicate. Ed è proprio in piedi davanti ad una spinetta che Veermer dipinge questa giovane donna all’interno di una stanza arredata di una ricca abitazione di Delft, con l’intenzione di raccontare una scena quotidiana nel modo più generico possibile. La giovane donna infatti non sarebbe nessuna committente in particolare, ma una qualsiasi ragazza intenta a dilettarsi con la musica.
Johannes Vermeer – Giovane donna seduta alla spinetta – 1670-1672
Come la maggior parte dei lavori di Vermeer, non si ha alcuna documentazione sull’opera. La datazione, indicata tra il 1670 e il 1672, si basa sullo stile e sulla foggia degli abiti della ragazza che porta un’acconciatura sofisticata, con uno chignon e riccioli che ricadono liberi sulla fronte, e indossa un corsetto azzurro guarnito da nappe che scendono sulle maniche gonfie del vestito in raso giallo, decorato da perline e nastrini. Al collo porta una collana di perle che l’artista dipinge con piccole gocce di bianco.
La spinetta, mostra una veduta dipinta sul lato interno del coperchio. Per i dipinti appesi alle pareti l’artista dovette ispirarsi ad opere esistenti: il paesaggio potrebbe citare Jan Wijnants o Allart van Everdingen, mentre il Cupido che mostra una carta potrebbe essere di Caesar van Everdingen, fratello di Allart.
Accanto al dipinto di Vermeer ammiriamo di seguito le opere di alcuni importanti artisti suoi contemporanei che ci offrono una fantastica occasione per comprendere il ruolo ricoperto dalla musica nella società del diciassettesimo secolo.
Carel Fabritius (1622 – 1652)
Uno dei più innovativi allievi di Rembrant con cui lavorò ad Amsterdam nel periodo 1641-3. Fu probabilmente maestro di Vermeer.
La Veduta di Delft di Carel Fabritius viene dipinta nel 1652. Essa presenta, nel formato minimo di 15×31 cm, una vista della città olandese di Deft con al centro la Chiesa Nuova col campanile e alla sua sinistra, a distanza, il Municipio. Entrambi ancora oggi conservano lo stesso aspetto. Sulla sinistra il banco di un venditore di strumenti musicali con in primo piano una viola da gamba ed un liuto.
Carel Fabritius – Veduta di Delft, con banco di venditore di strumenti musicali – 1652
Gerard ter Borch (1617 – 1681)
Ter Borch era figlio di un pittore vissuto in Italia , Gerard ter Borch the Elder (1584 – 1662). Nacque a Zwolle e suo padre fu il suo primo maestro. Successivamente visse ad Amsterdam e ad Haarlem, e viaggiò moltissimo in Europa. Partecipò alla conferenza che portò al Trattato di pace di Münster nel 1648.
In questo quadro l’autore dipinge una giovane donna che suona un liuto in compagnia di due uomini, uno dei quali stringe tra le mani un libro di musica e sembra segnare il tempo con la mano libera. L’associazione tra musica ed amore è frequente nella pittura olandese di scene quotidiane. Qui, come in molte tele di Borch, i rapporti tra i soggetti dipinti rimangono deliberatamente ambigui. L’osservatore può scegliere se si tratta di una scena familiare felice o della raffigurazione di un bordello. Dallo stile e dall’eleganza degli abiti questo quadro dovrebbe essere tra gli ultimi lavori di Borch.
Gerard ter Borch – Donna che suona un liuto a due uomini – 1667-8
Godfrield Shalcken (1643 – 1706)
Godfrield Shalcken nacque a Made, vicino Dordrecht. Studiò pittura sotto la guida di Hoogstraten ed in seguito con Gerhard Dou a Leida. I suoi primi dipinti di genere somigliano a quelli di questo maestro. Lavorò a Leida fino al 1675 ca. e ritornò a Dordrecht fino al 1691, quando si stabilì a L’Aia. Fin dal 1675 dipinse soggetti allegorici e scene basate sulla letteratura antica. Famose sono le sue scene a lume di candela. Verso la fine della sua vita lavorò a L’Aia e a Londra.
In questa opera, Una donna che canta e un uomo che suona la cetra, l’associazione tra musica e corteggiamento, familiare nella pittura olandese, è sottolineata dalla presenza sul tavolo della rosa, un simbolo d’amore. Sullo sfondo c’è un quadro la cui parte visibile mostra due gambe nude. Suia lo stile che i costumi suggeriscono come datazione della pittura il 1665-70 circa.
Godfrield Shalcken – Una donna che canta e un uomo che suona la cetra (1665 – 1670 circa)
Gabriel Metsu (1629 – 1677)
Metsu nacque a Leida, dove ebbe come maestro Gerrit Dou, il più importante pittore del luogo. Divenne un membro fondatore della corporazione dei pittori di Leida nel 1648 e produsse (fino al 1655 circa) scene religiose e mitologiche e soggetti di vita domestica in cui si specializzò in seguito.
Il quadro in foto, Un uomo e una donna seduti alla spinetta è probabilmente tra i primi lavori dell’autore, intorno alla metà del 1660, quando Metsu si spostò da Leida ad Amsterdam. La frase tratta dai salmi scritta sulla spinetta potrebbe essere un commento ironico all’incontro rappresentato in primo piano. Sul muro dietro si vede un quadro dipinto in precedenza dallo stesso Metsu.
Gabriel Metsu – Un uomo e una donna seduti alla spinetta (1660 circa)
In questa opera Donna seduta ad un tavolo e uomo che suona il violino, del 1658 circa, la donna tiene in mano un foglio di musica mentre l’uomo suona un violino. Questo tipo di scene in cui si fa musica rappresentano spesso metafore per l’armonia dell’amore, sebbene i protagonisti di questa composizione non sembrino coinvolti in un rapporto romantico.
Gabriel Metsu – Donna seduta ad un tavolo e uomo che suona il violino (1658 circa)
Pieter de Hooch (1629 – 1684)
Figlio di uno scalpellino, Hooch nacque a Rotterdam. Ebbe come maestro Nicolaes Berchem, uno dei principali pittori di paesaggi all’italiana. Dal 1653 Hooch visse a Delft lavorando come servitore e pittore. Le sue opere del di quel periodo furono certamente influenzate dagli studi prospettici di Carel Fabritius, che visse a Delft dal 1651.
Nel 1663 Hooch si trasferì ad Amsterdam dove dipinse quadri che rappresentavano la vita alla moda della città, utilizzando una gamma di colori più scuri e più ricco di colori derivati da Nicolas Maes.
In questa opera, Festa con musici in un cortile, le case che si vedono sul canale, sebbene non rappresentino una riproduzione precisa, sono simili a quelle di Amsterdam e le caratteristiche della pittura sono proprio quelle del periodo di Amsterdam di Hooch. In contrasto con gli interni borghesi della sua pittura s Deft è qui più focalizzato sugli ambienti domestici e le figure eleganti.
Pieter de Hooch – Festa con musici in un cortile, 1677
Fonte
National Gallery https://www.nationalgallery.org.uk/