Passando per via Lata, ai più attenti non sarà sfuggita una lapide in marmo posta sulla casa natale del Sottotenente pilota Leonardo Ferrulli, Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Narra le gesta di un eroe di guerra, brindisino, di cui poco si sa e ancora meno si parla in città, ma che è stimato e conosciuto negli ambienti militari e soprattutto nel paese di Scordìa dove viene ricordato anche per le sue virtù umane, per premiare le quali i cittadini hanno proposto l’assegnazione di una Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Nel filmato che proponiamo, girato nel paese di Scordìa, vengono intervistati alcuni di loro che raccontano:
“E’ il 5 luglio 1943. Nei cieli della Piana di Catania si combatte un’aspra battaglia aerea tra le forze anglo-americane e gli italiani alleati dei tedeschi. Nelle prime ore di quel pomeriggio di 71 anni fa un Macchi MC 202 pilotato dal giovane Sottotenente Pilota Leonardo Ferrulli M.O.V.M. (Medaglia d’Oro al Valor Militare) viene colpito sui cieli di Scordia e perde quota. Il pilota nativo di Brindisi potrebbe catapultarsi con il paracadute lasciando il mezzo al suo destino ma, resosi conto che ciò avrebbe potuto causare una strage di civili, si lascia morire andandosi a schiantare proprio nei pressi dell’attuale piazza Madre Teresa di Calcutta. Ferrulli sarà seppellito nel cimitero di Scordia ma qualche anno dopo, i parenti, trasferiscono la salma nella sua città natale dove gli viene intitolata anche una strada. Un gruppo di concittadini, guidato da Filippo Scavo, ha chiesto che anche a Scordia gli venga dedicata una via o una piazza perchè il suo sacrificio rimanga a perenne memoria.”
- Filmato dell’Associazione Scardioti organizzati e informati
La vita ((Abstract dal libro di G. Teodoro Andriani, Brindisi da Capoluogo di Provincia a Capitale del Regno del Sud. Grafica Aprile, Ostuni (BR) – Dicembre 2000))
Laonardo Ferrulli nacque a Brindisi il 24 dicembre 1918 e fu decorato con una Medaglia d’Oro e tre Medaglie d’Argento al valor militare.
Nel 1935 frequentò la scuola di volo presso l’aereoporto di S. Vito dei N.nni e durante la seconda guerra mondiale partecipò con valore a centinaia di combattimenti aerei sui cieli della Libia, Malta e Sicilia. Durante una di queste missioni egli fu sorpreso dai caccia inglesi che si lanciarono dall’alto contro di lui; tentò di sottrarsi picchiando ma, colpito, si lanciò col paracadute da una quota molto bassa e finì per sfracellarsi al suolo.
Gli fu conferita la Medaglia d’Oro al valor militare “alla memoria” con la seguente motivazione:
“IL CUORE GENEROSO, L’AUDACIA ECCEZIONALE, L’ABILITA’ IMPAREGGIABILE, AVEVANO FATTO DI LUI IL SIMBOLO EROICO DELLA NOSTRA ARMA COMBATTENTE. IN NUMEROSI ASPRI COMBATTIMENTI PER VENTI VOLTE PIEGO’, VINCENDOLA, LA BALDANZA NEMICA. NON RITORNO’ DA UN MERAVIGLIOSO COMBATTIMENTO NEL QUALE, SOLO CONTRO TRENTA, AVEVA ANCORA DUE VOLTE FATTO FREMERE IL SACRO SUOLO D’ITALIA CON L’URTO DEL NEMICO ABBATTUTO.
NELL’ORA GRAVE DELLA PATRIA, SFATANDO L’ALONE DI INVULNERABILITA’ CHE SI ERA CREATO, VOLLE ADDITARE A NOI, INGIUSTAMENTE SUPERSTITI, LA VIA DELLA GLORIA E DELL’ONORE.
ESEMPIO LUMINOSO DI UNA VITA POSTA CON SUPERBIA DEDIZIONE AL SERVIZIO DELLA PATRIA”.
Cielo A. S. del Mediterraneo e della Sicilia 10 giugno 1940 – 5 luglio 1943.
L’aereo di L. Ferrulli (1)
Il S.Tenente L. Ferrulli con un commilitone (1)
Aerei in volo (1)
Le altre decorazioni di Leonardo Ferrulli sono:
- MEDAGLIA D’ARGENTO al Valore militare, Spagna, maggio – ottobre 1937
- MEDAGLIA D’ARGENTO al Valore militare, Fronte egiziano, Giugno – dicembre 1940
- MEDAGLIA D’ARGENTO al valore militare “Sul Campo”, Cielo di Malta e dell’Egitto, maggio – settembre 1942.
I brindisini per ricordare il suo valore e il suo sacrificio ai posteri, collocarono una lapide commemorativa sul muro esterno della vecchia sede del Banco di Napoli, lato Piazza Vittoria.
Purtroppo, dopo la demolizione dell’edificio del Banco di Napoli, alla fine degli anni ‘60, la lapide fu rimossa e accantonata nei depositi comunali. La lapide, successivamente ritrovata, fu affidata all’Associazione Arma Aeronautica.
A nome di Leonardo Ferrulli fu intitolato nel dopoguerra un aeroclub brindisino impegnato oltre alla normale attività d’istruzione a promuovere nel pubblico la cultura aeronautica.
Foto 4
Foto 2
Foto 2
Nelle pagine del sito Assoaeronautica dedicate a Leonardo Ferrulli troviamo tutta la sua storia e la dedica dei commilitoni:
“Per l’eroica testimonianza ed il sacrificio del S. Ten. Pil. Leonardo Ferrulli la Sezione brindisina dell’Associazione Arma Aeronautica ˗ costituita il 7 ottobre 1989 ˗ non poteva non essere intitolata alla sua memoria. Così, “per fugare l’oblio del tempo”, la storica lapide ˗ “acquisita” dopo varie vicissitudini ˗ il 24 maggio 1995, unitamente a quella commemorativa della Sezione A.A.A., trovava la sua degna e definitiva sistemazione all’esterno dell’edificio che ospita l’Associazione.
Recentemente (5 luglio 2014), sempre a cura della A.A.A. – Sezione di Brindisi, veniva posta un’altra lapide sulla facciata della casa in cui vide la luce l’Eroe. ” (3)Sezione AAA di Brindisi
Foto 3
Foto 1
Pubblichiamo su questa pagina dedicata all’eroe di guerra Leonardo Ferrulli, il commento ricevuto oggi dal sig. Cesare Marini, in cui si mettono in luce le qualità d’animo sue e quelle del Capitano della Regia Aeronautica, decorato anche lui con la medaglia d’oro al valore militare alla memoria: Franco Lucchini
“Ci voleva tanto coraggio per alzarsi in volo in quei giorni di luglio del 1943, missione quasi suicide data la grande disparità di numero e di potenza…eppure Franco Lucchini e Leonardo Ferrulli quel giorno non si tirarono indietro, come sempre avevano fatto fino ad allora..salirono sui loro caccia ornati dai regolari distintivi del loro paese e senza contare il numero dei nemici si gettarono nella mischia disperata.
Come sempre fecero più di quello che potevano ma questa volta il destino non gli concesse scampo e quello fu il loro ultimo volo.
Giustamente in ogni città c’è una via dedicata a Francesco Baracca,eppure mi piacerebbe vedere una piazza dedicata alla memoria di questi due grandi assi che ebbero la sfortuna di combattere una guerra sbagliata.”
(Cesare Marini)
- Filmato dell’Associazione Scardioti organizzati e informati
- http://www.asso4stormo.it/arc_02/04Stormo/Ferrulli_fer/Ferrulli.htm
- http://www.assoaeronautica.it/eroi?lightbox=image_14ri
- http://www.assoaeronautica.it/single-post/2014/07/17/La-Sezione-di-Brindisi-festeggia-i-suoi-25-anni
commento decisamente POSITIVO, mi metterò ulteriormente in contatto con Voi per vedere se vi sia la possibilità di pubblicare qualche cosa di simile sul mio Eroe, Papà. Brindisino, Ufficiale Pilota, Medaglia d’Argento alla M.V.M., Pluridecorato, Deceduto in Africa Settentrionale l’8/11/1942, Etc. etc.
Ciao Piero, innanzitutto desidero ringraziarti per il commento POSITIVO; poi volevo dirti che, avendo letto di tuo padre deceduto in Africa, mi è venuto in mente che presso la Biblioteca De Leo ci sono delle foto di “ricordi della campagna d’Africa delle truppe italiane a Tripoli”. Se ti può interessare io ho le copie ma sono tantissime e di formato molto piccolo tranne alcune e tutte ovviamente in b/n. Non le ho pubblicate perchè non so se possono interessare a qualcuno. Buona giornata e fammi sapere.
Ma certo che le foto vanno pubblicate! Sono personaggi che hanno consapevolmente sacrificato la loro vita e quella delle persone amate per il bene della Patria. Noi abbiamo il compito di divulgare e, con tanta pazienza, tramandare e rendedre vivo il loro ardimento.
Fernando Anaclerio Col. (r) presidente Sezione Provinciale di Bari dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati Aeronautica
Bravi Brundarte a ricordare ques’eroico aviatore e come lui tantissimi altri che per dovere ed amore di Patria sacrificarono la vita,ma… ci sarebbero da fare alcune considerazioni che elencherò con spirito costruttivo e suggerendo qualcosa a partire dalla segnalazione del signor Caravaggio, figlio di un altro pilota brindisino caduto..1) la foto dell’aereo di Ferrulli non è quella poichè il suo era un Macchi 202,mentre quello pubblicato è un G50 2)con quel MC202 armato di due mitragliatrici poche decine di caccia italiani in quell’estate del 43 in missioni “suicide” si opposero a centinaia di bombardieri scortati da caccia superarmatidi cannoni e mitragliatrici, effetto della follia di chi come Mussolini e il fascismo avevano dichiarato guerra a mezzo mondo.in un contesto simile sono caduti in migliaai di aviatoricome il padre del signor Caravaggio. Quel G50 e equei biplani in foto, pensate un po’ che erano schierati nel 43 a difesa delle città del Nord,e della stessa Brindisi, illudendo la popolazione che potessero difenderla…i morti sotto i bombardamenti in quell’estate del 43 parlano chiaro…nel frattempo gli industriali italiani si facevano pagaredallo Stato i caccia in legno e tela allo stesso costo dei super caccai metallici tedeschi , americani o inglesi… la stessa politica di vendita che nel dopoguerra la Fiat faceva con le sue auto concorrenti con le tedesche, o francesi o inglesi… gli industriali facevano affari e piloti morivano in aria e soldati con le scarpe di cartone morivano congelati in Russia o nei Balcani
Grazie Antonio
L’aereo della fotografia, individuato dal sig. Camuso come “Fiat G 50”, in realtà è il prototipo del Macchi C 200 “Saetta” Matricola Militare 336 che comunque non è quello su cui perse la vita il sottotenente Ferulli.
Più complessa la risposta che si potrebbe dare al costo di un caccia italiano rispetto a quello dei prodotti stranieri. Intanto sarebbe opportuno chiarire che il “Folgore” non era di “legno e tela” ma un aereo interamente metallico che fin dal suo primo apparire nei cieli italiani poteva (finalmente) tenere testa ai caccia avversari. Il vero problema dei velivoli italiani era una certa arretratezza dell’industria nazionale che non era stata in grado di adeguarsi alle tecniche costruttive di (p.es. Germania e/o alleate) e per produrre un caccia monoposto, monomotore occorrevano 2/3 volte le ore lavorative che erano richieste p.es per la costruzione di un Messerschmitt (che montava, questo solo a titolo di curiosità, lo stesso motore, seppure costruito su licenza in Italia dall’Alfa Romeo) tra le 500 e le 580.000 lire dell’epoca (escluso il motore). Altro falso mito da sfatare, quel luogo comune che è diventata ormai una nenie ripetuta da più di un secolo: “le scarpe di cartone” in Italia non sono mai esistite !!! Vero è che negli anni della II Guerra Mondiale e precedenti quella che venne chiamata “Autarchia” impose a tanti settori dell’industria italiana -calzaturiera compresa- scelte poco felici come ad esempio -non potendo più ricevere cuoio americano a causa dell’embargo. pellame italiano che non aveva le stesse caratteristiche di quello di importazione e con l’uso quotidiano, con fango e/o neve si deteriorava troppo in fretta. Fare e raccontare Storia dovrebbe voler dire riportare dati e fatti reali, accertati e documentati. Questo anche e soprattutto quando si onora la memoria di un Caduto -come in questo caso- che altrimenti ne esce come una vittima predestinata, un agnello mandato al macello, quando invece, e lo dimostrano le medaglie meritate, Eroi come il s.ten. Ferulli erano veri protagonisti della loro stessa storia, professionali e coraggiosi attori di una guerra (giusta o sbagliata in questa occasione non importa) che si stava combattendo nei cieli e sui mari e sabbia italiane. Chiedo scusa se sono stato forse eccessivamente lungo nel mio commento. Se vi interessa mi trovate, con molti altri appassionati di storia dell’aviazione, su questa pagina di FB: I Cavalieri del Cielo la Regia Aeronautica – Un saluto a tutti.
Grazie per il suo appassionato e profondo intervento
Ci voleva tanto coraggio per alzarsi in volo in quei giorni di luglio del 1943,missione quasi suicide data la grande disparità di numero e di potenza…eppure Franco Lucchini e Leonardo Ferrulli quel giorno non si tirarono indietro,come sempre avevano fatto fino ad allora..salirono sui loro caccia ornati dai regolari distintivi del loro paese e senza contare il numero dei nemici si gettarono nella mischia disperata. Come sempre fecero più di quello che potevano ma questa volta il destino non gli concesse scampo e quello fu il loro ultimo volo.Giustamente in ogni città c’è una via dedicata a Francesco Baracca,eppure mi piacerebbe vedere una piazza dedicata alla memoria di questi due grandi assi che ebbero la sfortuna di combattere una guerra sbagliata.
La ringraziamo per il suo prezioso intervento che abbiamo provveduto ad inserire all’interno del nostro articolo dedicato alla Medaglia d’Oro Leonardo Ferrulli