Il nuovo regno italiano, dopo il 1861, iniziò la riorganizzazione dello Stato dando priorità all’amministrazione, economia, esercito, ferrovie e porti.
Per capire quale fosse la migliore sistemazione del Porto di Brindisi, mettendolo in grado di vincere le sfide che lo sbarco della Valigia delle Indie e lo sviluppo commerciale avrebbero richiesto, ma anche per migliorare le condizioni igieniche ancora precarie a causa dell’insalubrità dell’aria, il nuovo governo nominava una commissione che il 4 giugno 1864 presentava nelle conclusioni un progetto dell’Ing. Tommaso Mati che, tra le altre cose, prevedeva la riunione della Punta di Capobianco con la Pedagna Grande per mezzo di scogliere e questa con le altre isolette fino a raggiungere quella chiamata Traversa.
Vittorio Amedeo Caravaglios nella sua “Illustrazione storica, geografica, tecnica, economica, corporativa, statistica e tariffaria del Porto di Brindisi” (Napoli, 1942) osservava:
“verso est, e precisamente da Capo Bianco, si dirama la diga che chiude il Passaggio dei Trapanelli, fra la terraferma e la Pedagna Grande.”
Le Pedagne sono 5 isolotti che sporgono appena qualche metro dal mare: si presume che il loro nome derivi dall’essere un tempo quasi possibile il guado fra l’una e l’altra. Particolarmente si distinguono con i nomi di Pedagna Grande, Giorgio Treviso, La Chiesa, Monacello e Traversa. Le prime tre sono congiunte fra loro da dighe, mentre la Pedagna Grande, come si è visto, è a sua volta congiunta alla terra ferma, e precisamente al Capo Bianco, da una diga lunga 500 metri; sull’isolotto Traversa sorge il “Fanale delle Pedagne”, messo in funzione nel 1861 dal Genio Civile. E’ il primo segnale che si incontra entrando nel porto.
Attualmente, la zona un tempo denominata Avamporto o Rada, che si estende per 360 mila mq. con fondali da 12 a 15 metri, ha assunto la denominazione di Porto Esterno con le caratteristiche di area portuale protetta a seguito della realizzazione della Diga di Punta Riso che è stata ultimata nel 1990 e presenta uno sviluppo lineare di circa 2,8 km.. Il Porto Esterno risulta delimitato a Nord dalla Diga di Punta Riso, a Sud dalla Costa di Capo Bianco, a Est dalla diga dei Trapanelli e a Ovest dall’Isola di S. Andrea e dalle dighe di Forte a Mare e di Costa Morena.
L’accesso alla Diga dei Trapanelli e alle Isole Pedagne avviene da una strada esterna alla recinzione dello stabilimento petrolchimico.
Le Pedagne
Fonte wikipedia:
- G. Carito, Brindisi: Nuova Guida, Brindisi, 1993.
- P. Camassa, Guida di Brindisi, Brindisi, 1910.
- M. Marinazzo, I sistemi difensivi moderni nella piazza di Brindisi; in Dal mare… verso il mare, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brindisi, Brindisi, 2005.
- A. Chionna, Gli insediamenti rupestri della provincia di Brindisi, Schena Editore, 2001.
Le Isole Pedagne sono un piccolo arcipelago che chiude il porto esterno di Brindisi e lo divide dal mare Adriatico.
Pedagna Grande
Sull’isola è presente la batteria militare “Fratelli Bandiera”, costruita nel 1916; tuttora è utilizzata come zona di addestramento e base operativa del 1º Reggimento “San Marco” ed è quindi zona militare. La superficie è di 8,63 ettari
Giorgio Treviso
È piatta e ha bassa vegetazione. L’isola è zona militare. La superficie è 2.270 metri quadrati.
La Chiesa
Anch’essa è piatta e ha bassa vegetazione. Sull’isola si trova la Grotta dell’Eremita, con affreschi che forse rappresentano la Natività e che ora sono in forte degrado; un tempo vi erano anche un vano dormitorio ed una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. L’insediamento era collegato con il monastero dell’isola di Sant’Andrea, costruito nel basso medioevo. La superficie è di 1,29 ettari.
Traversa
L’isola è è occupata da un faro (attualmente fanale), progettato nel 1834 su un basamento circolare costruito nel 1859, e funzionante dal 1º febbraio 1861. Il faro costò 75.222 lire ed è visibile a 13 miglia di distanza; prima dell’automatizzazione era gestito da tre fanalisti. La superficie è 3.850 metri quadrati.
Monacello
È la più piccola dell’arcipelago e non ha vegetazione, essendo solo un piccolo scoglio. La superficie è 600 metri quadrati.
Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione