Dalla fine del XVIII sec. le nuove idee ed i nuovi principi che avrebbero condotto alla grande epopea del Risorgimento italiano, furono portati avanti da esponenti della nobiltà, da altri provenienti dalle famiglie borghesi e dalle professioni. La partecipazione della città di Gubbio a questa esperienza fu molto significativa con gran numero di decorati al valor militare nelle guerre risorgimentali.
La collezione istituita per volontà dell’avvocato Lamberto Marchetti, sindaco di Gubbio dal 1923 e podestà dal 1927 al 1943, si arricchì nel tempo di cospicue donazioni che si aggiunsero a quadri, incisioni, gessi, fotografie, lettere, medaglie, uniformi, coccarde, armi e bandiere, ritratti di personaggi illustri e stampe delle patrie battaglie.
Nel 2007, in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi la collezione ha trovato sistemazione all’interno del Museo Civico di Palazzo dei Consoli dopo aver subito, probabilmente a seguito degli eventi bellici, uno smantellamento dell’originale allestimento nella residenza Municipale.
Abbiamo voluto pubblicare il contenuto di questa mostra perchè crediamo che possa essere importante anche per noi brindisini che non abbiamo vissuto con la stessa intensità il movimento risorgimentale, innanzi tutto perchè ci ricorda tante epiche battaglie studiate sui libri di storia di cui ormai a mala pena ricordiamo solo i nomi; in secondo luogo perchè abbiamo la possibilità di vedere quanto la lotta risorgimentale sia stata coinvolgente per le classi lavoratrici che ne hanno subito le conseguenze in termini di lutti e devastazioni, ma anche medaglie e soddisfazioni; e, in ultimo, perchè ci mostra un’immagine di Garibaldi, che di quelle lotte è stato il condottiero, molto più umanizzata e meno icona leggendaria! Un Garibaldi insomma che non ci aspettiamo e che scrive poesie tra le mura domestiche dopo aver fatto l’Italia!
In primo piano, da sinistra: Berretto da volontario garibaldino; fazzoletto blu da garibaldino appartenuto a Tommaso Orsini; giubba da garibaldino appartenuta M. Spario
In primo piano, da sinistra a destra: Daga da fanteria con fodero; sciabola baionetta per fucile Remington (Stato Pontificio) e fodero; sciabola per fanteria adottata nel 1834 (mod. Briquet); sciabola con fodero
In primo piano, da sinistra: Controspalline da ufficiale della Guardia Civile e contenitore 1847; coccarde bianco-gialla e verde-bianco-rossa appartenute al conte Carlo Della Porta; elmo da ufficiale della Guardia Civica appartenuto al conte Carlo Della Porta
In primo piano, da sinistra: Cinturone con pendaglio e fascia da ufficiale della Guardia Civica appartenuti al conte Carlo Della Porta
C. Campaiola, Ritratto di Vittorio Emanuele II; XIX secolo. Stampa 1025×750, Comune di Gubbio
Ritratti fotografici: Francesco II Re di Napoli, generale Ludwig von Benedek, Pio IX, Ferdinando I d’Austria, Granduca Ferdinando – XIX secolo
Ritratto fotografico di Giuseppe Mazzini, XIX secolo
Ritratto fotografico Luigi Pianciani, XIX secolo
Carlo Santamaria, La Battaglia di S. Martino (Acquaforte 256×344)
Carlo Santamaria, La Battaglia di Palestro (Acquaforte 256×344)
Bezzera, Stato maggiore di Garibaldi (1873). Litografia 660×800
Quinto Cenni, La morte di Enrico Cairoli (1873). Litografia (627×860)
Quinto Cenni, La battaglia di Mentana (1873). Litografia (626×860)
Roma nel 1849: La difesa del Vascello
Roma abbandonata dal Papa Pio IX si costituiva in repubblica il 9 febbraio 1849.Ma contro di essa si mossero francesi e Borbonici per ridarla al Papa. La città fu difesa in modo meraviglioso da Giuseppe Garibaldi che vinse in battaglia contro francesi e borbonici a Palestrina e Velletri; ma il numero soverchiante dei nemici ebbe ragione di loro. Durante la resistenza morirono da eroi i colonnelli Daverio, Masina e Pollini; Enrico Dandolo, Emilio Morosini, Luciano Manara, eroe delle Cinque Giornate e il giovane poeta Goffredo Mameli.
Il Vascello è l’edificio così chiamato per la sua forma di nave e nella stampa il Maggiore Giacomo Medici s’erge tra le rovine da dove dirige il combattimento; mentre i soldati, con i loro moschetti, tengono lontani i nemici.
Battaglia risorgimentale tra francesi e austriaci (Solferino 24 giugno 1859) – XIX secolo
Guerra dell’indipendenza italiana
Perrin, Vittorio Emanuele II al Garigliano. Torino, 1861. Litografia 710×810
Il 1849: Carlo Alberto a Novara
Nel 1849 Carlo Alberto riprende la guerra contro gli austriaci quantunque esponga a grande rischio sè stesso e il suo regno. Il giorno 23 marzo, nella pianura di Novara si scontrano i due eserciti. I piemontesi fanno sforzi eroici per respingere gli austriaci che vengono rinforzati continuamente da nuove truppe. La sera stessa Carlo Alberto radunati attorno a sè i suoi ufficiali, abdicava in favore di suo figlio Vittorio Emanuele II, nella speranza che l’Austria sarebbe stata con lui più benigna nelle trattative di pace. L’infelice re si recava quindi in volontario esilio a Oporto in Portogallo, dove morì il 28 luglio dello stesso anno.
Vittorio Emanuele a S. Martino
Dopo le grandi battaglie di Magenta e Melegnano, gli austriaci si ritirarono verso il Mincio, per essere protetti dal quadrilatero formato dalle fortezze di Peschiera, Verona, Mantova e Legnago. Gli alleati franco-piemontesi marciarono loro contro e il 24 giugmo ci fu la battaglia definitiva sopra i colli di Solferino e San Martino.
Il combattimento, preceduto da un terribile uragano, è asprissimo e sanguinosissimo ma, infine, gli austriaci si ritirano dandosi a una fuga disordinata mentre le schiere procedono serrate al grido di “Viva l’Italia! Viva il Re!”
Ettore Ximenes, Busto di Giuseppe Garibaldi
Registro originale delle presenze
Anonimo, Giuseppe Garibaldi a cavallo. Olio su tela, 1100×817
Giuseppe Garibaldi, Memorie (pubblicato da Alessandro Dumas, traduzione di Vincenzo Bellagamba). Prato, Giacchetti, 1861 2 voll. (160×110)
Manifesto. Resoconto a stampa di Garibaldi dal “Quartier Generale S. Pietro in Montorio”. Roma 2 luglio 1849
Quadro con i capelli di Giuseppe Garibaldi e di suo figlio Menotti con lettera di donazione. XIX secolo, seconda metà.
Quadro con lettere di Francesca Armosino Garibaldi (moglie), 16 e 21 luglio 1877
Caprera – Versi improvvisati dal Generale Giuseppe Garibaldi, 29 luglio 1877.
…Io l’infinito qui contemplo, scevro dalla menzogna…
Versi di Garibaldi dedicati a Nizza (sua città natale)
Tre litografie di C. Santamaria su disegno di A. Masutti (ante 1863): Entrata di Garibaldi in Napoli, Garibaldi a Montevideo, Generale Giuseppe Garibaldi
F.lli Tensi, Ritratto di Giuseppe Garibaldi – litografia a colori
Dono del Rotary Club
Ritratto fotografico – Vincenzo Maria Toschi Mosca, patriota consigliere comunale
Manifesto – Editto del Triumvirato della Repubblica Romana, Roma 1849
Manoscritto – Minuta di relazione sull’art. 5 dello Statuto Albertino
G. Pedempi. Ritratto fotografico, Evaristo Bonfatti. Cospiratore e patriota nel 1859
A sin. foglio di congedo e copia di brevetto di medaglia al valore del garibaldino Pieri Teofilo; al centro libro di L. Marchetti, Ricordi eugubini della campagna del 1866; a destra le medaglie d’oro della provincia
A sin. ritratto fotografico Tommaso Orsini – reduce campagna 1867 con brevetto di concessione della medaglia commemorativa; a destra ritratto fotografico Cesare Migliarini – reduce campagna 1867 con brevetto di concessione della medaglia commemorativa
Da sinistra: ritratto fotografico Mariano Spurio – reduce campagna 1867; ritratto fotografico A. Nardelli – garibaldino campagna 1867; ritratto fotografico F. Marchetti, Mazziniano, uno dei 28 congiurati che parteciparono al convegno organizzato da Aurelio Saffi a Villa Ruffi il 2 agosto 1874; ritratto fotografico G. Zenobi, caporale d’artiglieria con medaglia commemorativa
Ritratto fotografico – Giovanni Spinari. Ufficiale della Guardia Nazionale
A sin. Elenco dei volontari eugubini alle guerre del Risorgimento. A destra ritratto fotografico del prof. Pio Pieri. Sul ripiano in vetro soprastante le medaglie dei reduci
A sin. e al centro ritratti fotografici con medaglie e a destra ritratto fotografico della IX Compagnia, classe 1884
In alto medagliere e ritratto fotografico di Angelico Fabbri; in basso documenti e ricordi della fam. Fabbri
A sin. Manoscritto de “Il regio commissario Tsnsri e Nazareno Agostinucci”, Pesaro 12 settembre 1860; al centroMinuta del manifesto di saluto alle truppe piemontesi, 14 settembre 1860; a destra manifesto: “La giunta provvisoria di governo al popolo eugubino”, 14 settembre 1860. Il alto il busto di Vittorio Emanuele
Fonte
come curatore del museo del risorgimento vi ringrazio dello spazio che ci avete dato e delle bellissime fotografie che avete pubblicato. veramente grazie
Grazie, mi farebbe piacere se voleste condividerlo con i vostri amici