Intorno agli anni ’30, la scalinata, che costituiva e costituisce il più importante punto d’accesso al rione Casale dalla parte del porto, era ridotta veramente male. Per questo, nel 1933, fu affidato all’ing. Telesforo Tarchioni dirigente dell’ufficio tecnico provinciale, l’incarico di redigere tra le altre cose, anche il piano di urbanizzazione del quartiere Casale.
Con esso, si doveva provvedere anche al ripristino della scalinata mediante “un’ampia gradinata da costruirsi con gradini in pietra dura”, che avrebbero dovuto sostituire la “vecchia e angusta scala in calcestruzzo di cemento”.
Ma, i lavori subirono delle variazioni, a causa della sistemazione della banchina del Casale e del conseguente allargamento della strada lungo il seno di ponente.
Anche il progetto iniziale, che prevedeva la costruzione di muri ciechi ai fianchi della gradinata, subì ulteriori variazioni per l’opposizione dei proprietari dei suoli laterali che reclamarono la “servitù di veduta”. Così “si stabilì di costruire ai fianchi della gradinata uno zoccolo in muratura sormontato da una bassa cortina a sostegno di una cancellata in ferro, risolvendo in modo confacente i bisogni dell’estetica e quelli della proprietà privata”. I lavori terminarono il 20 settembre 1933 e ammontarono a Lire 105.856,40.
A distanza di 87 anni dobbiamo dire che la soluzione trovata fu eccellente, in quanto la scalinata esiste tuttora con soddisfazione generale. La vista è magnifica e le foto lo dimostrano.