A maggior protezione dei nostri porti: esterno, medio ed interno, nel periodo dal 1985 al 1990, il Ministero dei Lavori Pubblici fece costruire la colossale Diga di Punta Riso che, in pratica, diventava un prolungamento della preesistente Diga di chiusura delle Bocche di Puglia, edificata subito dopo l’unificazione del Regno, fra il 1861 e il 1870, in uno alla gettata del molo e della scogliera del Castello a Mare.
La Diga di Punta Riso ha una lunghezza complessiva di 2385 m. ed è formata da un tratto in curva di 265 m. che costituisce un raccordo tra la costa nord dell’isola di Sant’Andrea e l’isolotto di Punta Riso su cui sorge il Faro e da un secondo tratto che, radicato su quest’ultimo, si protende verso est per 2120 m. La difesa dalla furia del mare, all’esterno, è fornita da tetrapodi di 40 t. ad eccezione di un breve tratto da 15 t.
Sull’intera opera è stato elevato un muro paraonde di sette metri.
(Bibl. -V. A. Caravaglios – Il porto di Brindisi, stampato a Napoli, 1942; http://web.tiscali.it/danielep/lavori/dighe/brind.htm)