Subito dopo la Prima Guerra Mondiale, furono realizzate gran parte delle trasformazioni che interessarono il nostro centro storico. Seguendo una logica di svecchiamento ed ammodernamento fu stravolta la fisionomia della vecchia Piazza Vittoria; i vecchi fabbricati furono abbattuti e al loro posto costruiti il Palazzo delle Poste e quello del Banco di Napoli; molto tempo dopo, anche il palazzo INPS.
Il palazzo del Banco di Napoli fu inaugurato in pompa magna il 22 novembre 1931 alla presenza del re Vittorio Emanule III.
Situato in posizione strategica all’incrocio dei tre corsi, si sviluppava su due piani in perfetto stile neoclassico.
Da “Brindisi 1927-1943, da Capoluogo a Capitale..” dell’Archivio di Stato – Brindisi e dell’Ordine degli ingegneri della Provincia apprendiamo come andarono all’epoca le cose:
Palazzo del Banco di Napoli
Ubicazione p.za Vittoria , e.so Garibaldi, v . Rubini
Committente Banco di Napoli
Progettista ing. Stile (Ufficio tecnico Banco)
Impresa F.lli Minunni, BR
Direzione lavori ing. Antonio Cafiero
Inaugurazione 22 nov . 1931
Uso attuale demolito
Con una lettera del 2 marzo 1921 indirizzata al sindaco ed alla giunta municipale, l’agente di Brindisi del Banco di Napoli, Guido Barducci, manifestava la volontà dell’Istituto centrale del Banco di «provvedere all’impianto di nuovi e convenienti locali per la propria Agenzia …» di Brindisi e comunicava che erano state avviate alcune trattative «per l’acquisto di casamenti situati tra corso Garibaldi, la Piazza Fontana ed il Vico Orologio …». Con la stessa nota si richiedeva la cessione, a condizioni di favore, di alcuni locali comunali sempre al fine di costruire «un nuovo e completo edificio venendo a dare a quel punto centralissimo della città quella definitiva e decorosa sistemazione da tutti desiderata»•
Un primo progetto di costruzione della sede del Banco di Napoli fu redatto, nel 1924, dall’Ufficio tecnico del Banco stesso; la Commissione edilizia municipale, nella seduta del 9 aprile 1924, espresse parere favorevole alla sua approvazione e stabilì di richiedere alla Direzione generale del Banco, che «l’attico di coronamento, avente forma di piedistallo …» del nuovo edificio fosse sormontato da un orologio.
Nel marzo 1925, però, i lavori di costruzione della sede del Banco di Napoli non erano ancora iniziati, tanto che il sindaco Serafino Giannelli manifestò, in una lettera al direttore dell’agenzia di Brindisi, il timore che l’esecuzione dell’opera fosse ritardata « a chi sa quando …», dopo che l’impresa Minunni aveva ormai completato i lavori di abbattimento dei fabbricati •
Con la elevazione di Brindisi a capoluogo di provincia e in considerazione del prevedibile impulso economico che la città avrebbe avuto, il Banco decise di ampliare il progetto della sede brindisina , acquistando un altro fabbricato il cui suolo, unito al precedente, avrebbe portato la superficie destinata alla costruzione a mq . 900 •
L’ «Indipendente» del 6 luglio 1929 riporta la notizia della approvazione definitiva, da parte del consiglio di amministrazione, del progetto della sede della succursale del Banco di Napoli il cui costo, comprese le spese di espropriazione e l’acquisto del suolo, era previsto in circa 3 milioni di lire.
I lavori di costruzione del nuovo edificio si conclusero nel 1931, con la realizzazione del progetto del capo dell’Ufficio tecnico del Banco, ing. Stile.
Nel centro del cornicione frontale fu collocato, così come richiesto dall’amministrazione comunale, un grande orologio luminoso. La cerimonia di inaugurazione, avvenuta il 22 novembre 1931, fu particolarmente significativa perchè presenziata dal re Vittorio Emanuele III.
Il progetto originario della sede brindisina del Banco di Napoli prevedeva la costruzione di un edificio che si sviluppava su due piani fuori terra ed in uno stile ancora ottocentesco, che trovava esaltazione formale nella soluzione del prospetto principale ad angolo su piazza della Vittoria.
Fondale scenografico obliquo, all’incrocio dei tre corsi cittadini, la facciata del Banco di Napoli era caratterizzata dal sistema composto dal portale archivoltato e ad imposta continua e dalla finestra soprastante ad arco a tutto sesto, con balconata
a balaustri. In questa facciata, chiusa superiormente da un frontone ad arco ribassato, sono presenti tutti gli elementi del repertorio decorativo classico: dalle colonne con capitelli ionici alle lesene modanate, dal fregio ornato ai cartigli coronati con stemmi ed alle bugne levigate, che rivestono con continuità l’ordine inferiore dell’intero edificio.(..)
Negli anni ’70, considerato insufficiente ai nuovi bisogni fu abbattuto e ricostruito nella sua forma attuale.
Le prime 3 sono immagini della fototeca Briamo (presso Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo”), che ci mostrano sia il momento dell’inaugurazione che gli anni successivi;
La quarta foto appartiene all’Istituto Luce ed è accompagnata da questa didascalia: “22.11.1931, Vittorio Emanuele accompagnato da un folto gruppo di persone (ripreso di spalle), entra nella sede del Banco di Napoli di Brindisi”.
Fototeca Briamo presso B.A.D.
Fototeca Briamo presso B.A.D.
Fototeca Briamo presso B.A.D.
Inaugurazione del Banco di Napoli: Vittorio Emanuele III entra nell’edificio, 22 novembre 1931 – Foto Istituto Luce
Inaugurazione del Banco di Napoli, sul palco reale Vittorio Emanuele III, il principe Umberto e Achille Starace, 22 novembre 1931 – Foto Istituto Luce
Il Banco di Napoli a Brindisi – Prima, durante e dopo i lavori di restyling 2019-2020
L’importanza che il Banco di Napoli doveva avere all’indomani della Prima Guerra Mondiale, fu confermata dalla centralità dell’edificio – all’incrocio dei tre corsi, e dalla presenza del re Vittorio Emanuele III all’inaugurazione del 22 novembre 1931.
Troppo frettolosamente, però, l’antico edificio venne abbattuto negli anni ’70 per far posto ad un più funzionale edificio moderno che tuttora campeggia nella sua imponenza sull’intera area di piazza Vittoria.
Nel nuovo progetto, però, a differenza di quello antico che prendeva la luce dai dieci finestroni laterali, gli alti marmi che cingevano l’edificio impedivano una sufficiente illuminazione interna, rendendo la sua figura complessivamente austera e poco efficiente.
Alla fine del 2019 iniziavano, quindi, i lavori di ammodernamento dell’edificio per renderlo adeguato alle nuove necessità e, con l’occasione venivano create anche delle ampie aperture nelle superfici murarie affacciate sui due corsi, allo scopo di dare una soluzione al vecchio problema della scarsità di luce.
L’isolamento e il blocco delle attività conseguente al covid-19, ha ritardato i lavori che si sono conclusi soltanto a fine 2020; ed è questo anche il motivo per cui noi vi proponiamo le nostre foto che documentano il tutto soltanto adesso.