Piazza Dionisi e gli anni ’60 a Brindisi

Deve il suo nome ad Engelberto Dionisi che fu sindaco di Brindisi dal 1890 al 1895. Questi, trasferitosi dall’anconetano nel periodo post-unitario, ebbe la sua prima residenza nello stabile sul Lungomare Regina Margherita già nel 1870, che riattò e trasformò radicalmente nel 1882.

Massicci interventi di sostituzione edilizia o di radicale aggiornamento dei fabbricati sulla via Marina si ebbero quando la città divenne caposcalo della Valigia delle indie. Nel Palazzo Dionisi ebbero sede i consolati e le succursali delle maggiori compagnie di navigazione. Engelberto, esponente di primo piano della locale Massoneria, oltre a rappresentare vari istituti di credito europei, fondò la Banca Dionisi e favorì l’apertura di un primo sportello della Banca d’Italia in uno stabile adiacente il proprio. Sarà il figlio Dionisio ad acquistare nel 1907, i fabbricati che dal lungomare arrivano a connettersi con Palazzo Scolmafora.

Nella cessione non era compreso il fabbricato di gusto neoclassico sul lungomare, oggi un frequentatissimo bar, che, di proprietà dell’Orfanatrofio Militare di Napoli ed utilizzato quale sede dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza del Porto, sarebbe stato rilevato dall’Amministrazione Provinciale di Brindisi e, da questa, ceduto nel 1955, a Silvia Dionisi figlia di Dionisio.
Sulla piazzetta che si era creata, una volta liberata da alcune costruzioni addossate all’edificio della Dogana, fu ospitato dal 22 novembre 1931 al 14 aprile 1938, il Monumento ai Caduti, opera dello scultore brindisino Edgardo Simone, prima che fosse rimosso e sistemato definitivamente in Piazza S. Teresa.

Molti anni dopo, nello spazio lasciato libero sorgerà il bar Chiosco, un ampio fabbricato in legno che d’estate esponeva all’esterno comode poltrone in vimini e tavolini in ferro con appoggio in marmo bianco. Nel bar ebbe sede anche l’Ufficio del Centro Italiano Turistico e, quando il Chiosco fu demolito, in quello stesso spazio nacque l’Ufficio Informazioni dell’Ente Prov. del Turismo. L’inaugurazione avvenne nel maggio 1967, in un momento quanto mai propizio per il turismo brindisino, che sarebbe durato fino alla fine degli anni ottanta.

Aumentava  in quegli anni infatti a Brindisi il traffico turistico: basti pensare che tra il gennaio e il settembre del 1962 il porto di Brindisi partecipava al movimento globale dei passeggeri nei porti italiani con il 20,67%, contro l’1,25% degli anni ’50, e che, se nel ’61 e nel ‘62 il traffico turistico a Brindisi era stato pari, rispettivamente, a 273.538 e a 287.030 unità, nei primi dieci mesi del ’63 aveva già raggiunto quota 300.000.

In considerazione di tutto questo, la Provincia di Brindisi insieme con altri operatori turistici locali, effettuava una serie di interventi per lo sviluppo della ricettività.
Vi contribuiva in particolare l’EPT di Brindisi, che si interessava per l’apertura a Brindisi di una sezione della “Berlitz School” e di un Istituto professionale alberghiero adatto a soddisfare le esigenze di correnti turistiche sempre più numerose, aumentate anche grazie all’istituzione del nuovo servizio di navi-traghetto espletato dalle navi “Egnazia” e “Appia” della Società Adriatica di Navigazione, che per quattro volte la settimana traghettavano giovani delle più disparate nazioni da e verso la Grecia.

Per favorire i transiti, nei locali dell’EPT, fu stabilito da parte dell’ACI, un servizio di fornitura di coupon con cui, chi viaggiava in auto, poteva comprare la benzina ad un prezzo ridotto.
Specifica attenzione era riservata, allo sviluppo delle attrezzature di tipo sociale, tra cui l’Ostello della gioventù e il Camping internazionale di Brindisi.

Nello stesso tempo, dall’Amministrazione Provinciale di Brindisi venivano avviate, d’intesa con l’EPT locale e con alcuni Comuni, varie iniziative a scopo turistico, che includevano anche l’organizzazione di una serie di manifestazioni folkloristiche, dalle Regate Nazionali di Canottaggio (Coppa del Basso Adriatico) e Veliche di Brindisi alla mostra internazionale dell’artigianato di Ceglie Messapica, alla Cavalcata di Sant’Oronzo e al Carnevale di Ostuni, alla Gara motociclistica di Fasano, alla Fiera-Mostra dell’Ascensione di Francavilla Fontana, al Carnevale sampietrano, ecc.

Agli inizi degli anni ’60 Brindisi appariva ormai città di aspetto moderno, notevole centro agricolo-industriale e soprattutto commerciale, dotato di un porto tra i più sicuri dell’Adriatico, importante fin dall’antichità per i traffici con l’Oriente.

Agli inizi degli anni ’80 del Novecento, gli effetti della crisi energetica del ’73 e le prospettive ormai non più rosee del petrolchimico a Brindisi – settore sul quale la città, com’è noto, aveva fondato, sin dagli anni ’50, la propria identità – ponevano seri interrogativi.

Con l’istituzione della L. 217 dell’83 tutti gli E.P.T. (Enti Prov. del Turismo) già costituiti nelle varie regioni, diventano A.P.T. (Az. Di Promozione turistica) pur continuando ad avere la sede in Via C. Colombo, 88.
Intanto, pian piano, anche per la concorrenza degli altri porti, il turismo cominciò a diminuire vistosamente e l’Ufficio Informazioni perse di importanza; demolito nell’anno 2000, dapprima si spostò nella Casa del Turista, e poi diede l’addio definitivo nel silenzio generale.

Continuando a tenere la stessa sede in via C. Colombo, l’A.P.T. di Brindisi, da febbraio 2011 è diventato Puglia Promozione – Brindisi, ma non ci risultano, forse perché non pubblicizzate, iniziative per la promozione del territorio.

Bibliografia: PDF – Provincia di Brindisi e strategie turistiche. Dal 1927 agli anni ’90 di Elisabetta Caroppo; G. Carito, Brindisi Nuova Guida; A. Caputo, Piazze, luoghi e quartieri di Brindisi

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