Acquerelli di Louis Ducros, artista francese al seguito di un gruppo di viaggiatori stranieri in Puglia

Nella rappresentazione dei pochi viaggiatori stranieri che, nel Settecento, si avventuravano a Brindisi, la città appare nella sua condizione di peggior degrado. Essa è ritratta con impietosa fedeltà: un agglomerato di case, popolazione ridotta e decimata dalla malaria, l’eterno problema delle paludi e del porto, però, emerge il senso dell’ospitalità dei brindisini, la disponibilità degli uomini di cultura del luogo. Così era ridotta l’antica Brundusium:
“ C’erano ancora nella città alcuni resti antichi, fra cui i ruderi di antiche terme (..). Le mura furono costruite in seguito da Carlo V a spese di queste terme”scrive l’abate di Saint-Non protagonista suo malgrado, prima di entrare in città, di un singolare episodio che racconta nel suo “Viaggio pittoresco” nel sud dell’Italia, svolto dal 10 aprile al 12 agosto 1778, (Terzo volume, Tomo II in francese – la traduzione è nostra).
Colonne Romane – Acquerello di L. Ducros
Colonna antica e vecchie case del porto – Acquerello di L. Ducros
Vivan Denon, che guidava il gruppo di Saint-Non al Grand Tour, rende efficacemente con dovizia di particolari la dinamica e l’emozione dell’incidente occorso:
“dopo aver visitato le rovine di Egnatia, siamo andati a rinfrescarci a una masseria a 20 miglia da Monopoli, e continuando a seguire il mare, abbiamo trovato a sette miglia da Brindisi, dei frammenti di mosaici senza poter indovinare quale poteva esserne l’uso, a meno che non si trattasse di frammenti delle poche tombe poste sulla strada che si vede (..).
La pioggia è arrivata di notte; la nostra sfortuna ci ha fatto entrare in un vicolo che finiva improvvisamente in mare, di modo che, noi non potevamo più avanzare nè ritornare sui nostri passi: tuttavia a giudicare da alcune luci che si vedevano a poca distanza, eravamo vicino al porto; ci è andata bene, perché mentre cercavamo un passaggio nella boscaglia, i nostri valletti che si erano avventurati a camminare in riva al mare, all’improvviso si trovarono nel fango, al punto che i muli, che durante il giorno avevano percorso quarantasei miglia, rimasero lì senza voler più fare alcuno sforzo per uscirne. Noi accorremmo per andare loro in soccorso, ma si andò di male in peggio, poichè volendo evitare a una vettura che non era ancora impegnata in questo brutto passaggio, l’incidente delle altre due, facendole prendere un’altra strada, si rovesciò. La notte era diventata così buia che non riuscivamo a riconoscerci; cominciavamo a disperarci e a credere di non poter uscire da questa situazione se non caricandoci i nostri bagagli e avviandoci a piedi verso la città.
L’arrivo a Brindisi – Acquerello di L. Ducros
Fortunatamente per noi, ma si potrebbe dire miracolosamente, arrivarono altri viaggiatori. Fortunatamente, dunque, un gruppo olandese – guidato dal barone Willem Hendrik van Nieuwerkerke, aveva voluto fare lo stesso nostro viaggio, arrivando lo stesso giorno a Brindisi, prendendo lo stesso cammino, e trovandosi alla stessa ora, nella stessa posizione con le sue vetture, che si sono unite alle nostre, formando un convoglio numeroso composto da nove carrozze, diciotto cavalli e ventisette persone che non si capivano, non si vedevano e non riuscivano a concepire cosa li tenesse insieme in tale imbarazzante confusione.
Fortuna volle anche che, a Roma, il gruppo del barone olandese van Nieuwerkerke, prima di partire per il meridione, si fosse arricchito della presenza e dell’aiuto di Abraham Louis Rodolphe Ducros, esperto pittore di viaggio. I cavalli non ne potevano più, le carrozze a lato, i bagagli sparsi, quella era la nostra deplorevole situazione, quando finalmente le torce accese vennero ad illuminare questa scena disastrosa, che non tralasciava però di avere, alla luce delle torce, il suo fascino ironico e il suo effetto pittoresco; ma non avendo il tempo per fare un quadro, cercammo di raccogliere a tantoni quasi tutto ciò che era caduto nel fango e raggiungere Brindisi con le nostre forze.
Finalmente ci arrivammo, e il nostro primo alloggio fu una locanda che somigliava più a una stalla che altro; avemmo ancora grandi difficoltà a farci portare dal Console olandese, che, infine ci accolse molto bene e ci consolò offrendoci una cena e buoni letti.”
Ai francesi non fu possibile «fare il disegno», come scrive Denon. Lo fece invece Ducros, sopraggiunto col gruppo degli olandesi, e rese così la scena che, a guardar bene ci si accorge subito della perfetta rispondenza tra racconto e immagine.
Concerto al console francese a Brindisi – Acquerello di L. Ducros
Soggiorna a Brindisi anche il pittore francese L. Ducros che con i suoi disegni fornisce immagini documentative di quei tempi e ritrae persino un concerto organizzato dal Console di Francia in onore dei suoi ospiti.
Ortensio De Leo, eccellente collezionista di monete antiche di San Vito dei Normanni, ma anche raccoglitore di un importantissimo fondo librario che poi sarebbe stato il nucleo più importante dei libri confluiti nella biblioteca arcivescovile di Brindisi fondata e avviata dal nipote Annibale De Leo, fu guida sicura e accreditata per gli ospiti stranieri. Questo colto accompagnatore – savant (dotto) lo definisce un viaggiatore olandese – fu anche l’illustratore dei monumenti brindisini: la cattedrale non esibisce nient’altro che il mosaico dell’XI secolo, da lui definito gotico, raffigurante la creazione di Adamo ed Eva, realizzato, in realtà, secondo la tecnica dei mosaici della cattedrale di Otranto e del duomo di Taranto.
Particolare della pavimentazione e del mosaico della Cattedrale di Brindisi – Acquerello di L. Ducros
Altri particolari importanti sono: le fondamenta e le colonne della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, appartenute a un vecchio tempio dedicato alla dea Cibele, due ippopotami forse antichi piedistalli, su cui è inciso il nome Evergetes, che proverebbe la loro provenienza dall’Egitto, la colonna che segna la fine della via Appia , ipotizzata, con l’altra disposta nella piazza principale di Lecce, come l’antico faro del porto. Poi l’attenzione si concentra sulla casa dove presumibilmente morì Virgilio.
Due statue di ippopotami in marmo bianco in una piazza di Brindisi – Acquerello di L. Ducros
Andrea Pigonati, un ingegnere inviato da Ferdinando IV a progettare e seguire i lavori per la risoluzione dei problemi del porto, quasi inagibile dai tempi di Cesare, li accompagna in una visita alla città e illustra agli ospiti i modi e l’attuazione dei restauri. Una carta del porto da lui redatta ne indica fedelmente l’articolazione. Essi conoscono così i due grandi bacini che costituiscono il porto interno e quello esterno di Brindisi, collegati da un canale a forma di Y, come si vede nell’illustrazione qui riportata, su cui l’ingegnere siciliano si diffonde con dovizia di indicazioni. Su quella cartina, per ironia della sorte, erano anche indicate proprio quelle zone, all’entrata di Brindisi, in cui si erano impaludati i carri.
Disegno tratto dal libro di A. Pigonati “Memoria del riaprimento del porto di Brindisi sotto il regno di Ferdinando IV”
Canale d’ingresso al porto di Brindisi – Acquerello di L. Ducros
 
Bibliografia: Viaggiatori dell’Adriatico : Percorsi di viaggio e scrittura / a cura di Vitilio Masiello – Bari : Palomar , 2006; R. Alaggio, Brindisi medievale; R. Jurlaro, Cronaca dei sindaci
Immagini di Google Fotografia

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