Diverse volte, nel secolo scorso, il nostro Duomo fu sottoposto a vigorose ristrutturazioni.
– Nel 1920 il restauro fu curato da Mons. Tommaso Valeri e si concluse con importanti modifiche tra le quali, all’esterno, spiccava il completamento della facciata con la costruzione di un timpano decorato da un piccolo rosone (fig. 1).
All’interno, oltre al ritrovamento di una porzione dell’abside minore dell’antica basilica normanna, ci furono importanti variazioni nella zona absidale, come si vede dal confronto di una cartolina del 1912 (fig. 2 – 1912, Coll. Avv.Poli su G. Candilera, Parliamo di Brindisi con le cartoline p.269), con l’attuale presbiterio (fig. 3).
I lavori di restauro, infatti, comportarono una notevole semplificazione dello spazio nella zona presbiteriale, con il trasferimento dell’altare monumentale in marmo nella chiesa matrice di S. Pancrazio Sal. ove attualmente si trova (figg. 4 e 5).
– Nuovi restauri furono successivi alla seconda Guerra Mondiale. Il bombardamento del 16 dicembre 1941 aveva danneggiato piazza Duomo e, in particolare il Campanile, l’Ospedale Civile, l’Episcopio e il palazzo Balsamo. Alla fine della guerra il campanile fu ricostruito (fig. 6) e, anche i restauri all’interno della Cattedrale (figg. 7 e 8), già iniziati nel 1942, proseguirono negli anni Cinquanta con la valorizzazione del Cappellone del SS. Sacramento tramite puliture e nuove decorazioni a stucco.
– Con i restauri del 1957 voluti da Mons. Nicola Margiotta, si provvide, all’esterno, alla sostituzione del timpano con le statue dei santi Teodoro, Lorenzo da Brindisi, Leucio e Pio X, in cemento, modellate da Alessandro Fiordigiglio (fig. 9).
Per quanto riguarda l’interno, furono rimossi tutti gli altari esistenti che, da una planimetria allegata al “verbale di concordamento” dei prezzi del restauro, scopriamo erano ben sei, tre per lato; quelli lungo la navata laterale destra erano dedicati a S. Andrea, alla Sacra Famiglia e alla Visitazione. Rimasero soltanto i due altari di S. Leucio e S. Pelino collocati nei vani absidali e quelli marmorei del Cappellone.
In questa occasione, anche il cinquecentesco Fonte battesimale (fig. 10) voluto da Bernardino de Figueroa e due Colonne in marmo collocate nei pressi dell’altare maggiore (vedasi fig. 2) furono traslate rispettivamente nell’area cimiteriale il primo, oggi ritornato al suo posto (fig. 11)
e, nella chiesa del Cimitero dedicata alla Madonna di Loreto (figg. 12-13-14) le seconde. Entravano, così, nella disponibilità di don Augusto Pizzigallo all’epoca Rettore del Cimitero cittadino nonchè grande estimatore della storia e cultura locale.
(Bibl. Laura Casone, Restauri a Brindisi tra 800 e 900; Giacomo Carito, Brindisi Nuova Guida)