Si ringrazia la fam. Guadalupi, attuale proprietaria dell’immobile, per averci consentito di visitare e pubblicare queste eccezionali e rare foto della cappella che in pochissimi conoscono. Un po’ di storia:
Su di un antico documento del 1777, in cui erano riportati i beni del Santo Sepolcro (Cabreo della Grancia del S. Sepolcro – a. 1777), è riportato il disegno della chiesa di Cristo del Passo, chiamata anche di “S. Nicolicchio” per via di un affresco del santo che si trova all’interno.
La chiesetta deriva il suo nome probabilmente dal fatto che si trovava sull’itinerario che percorrevano i brindisini per recarsi in pellegrinaggio a S. Maria del Casale.
La chiesetta di Cristo del Passo era situata proprio sull’itinerario della processione, e, rappresentava un luogo in cui i pellegrini si potevano fermare a meditare. Aveva origini antiche la tradizione di celebrare la Natività di Maria, che ricorre l’8 settembre, con una processione, in cui clero e capitolo, si recavano alla chiesa di S. Maria del Casale.
Racconta il Della Monaca nella sua Memoria historica (ed. 1674) –
“Si celebra ogni anno in detta chiesa, all’8 di settembre la solennità della nascita della Vergine, e vi è una fiera competente, ma il concorso della gente forastiera è grande, il che rende la festa più celebre. Il camino ordinario che si fa per andare alla detta devozione e al Monasterio de’ Padri, parte è per mare e parte per terra; per mare perché bisogna passare tutta la larghezza del corno destro del porto interiore, che è di 250 passi, per il che vi sono molte barche in quel giorno ornate di tendali e bandiere per il fine di condurre e ricondurre le genti dall’una, e l’altra riva; aggiungendosi per maggior diletto degli spettatori la vista dell’emulazione grande, che è tra marinari che in voga arrancando s’affatigano gli uni per superar gli altri nella prestezza del viaggio per far maggior guadagno; oltre la barca ordinaria fatta a modo di scafo, che vi tiene tutto l’anno l’Arcivescovo, essendo ciò sua giurisdizione per far tragitto delle genti che vanno a lavorare i campi, che sono di là del mare. Si va anco per terra, poiché uscendo dalla barca è di bisogno caminare per giungere al Monasterio de’ Padri passi 800, per una strada amena, spalleggiata dall’ombre delle siepi, delle vigne, dei giardini e d’oliveti, che vi sono dall’una e l’altra parte del camino. Si può andare anco sempre per terra senza toccar mare, ma il viaggio è un poco più lungo e alquanto faticoso”. Agli inizi del XX secolo, con l’aumentare della popolazione del quartiere Casale, si accrebbe anche il bisogno dell’assistenza religiosa. Nel dicembre del 1933, l’arcivescovo T. Valeri, avviò l’istituzione della parrocchia Ave Maris Stella, stabilendo come sede provvisoria, dall’anno successivo, la cappella privata della famiglia Guadalupi.
Posta su via S. Maria del Casale, nel punto in cui si affaccia via G. Castromediano, con la sua facciata a capanna di estrema semplicità, ben ricorda l’architettura delle cosiddette “case minime”, da cui si distingue per lo slanciato campanile che l’affianca. Conserva però all’interno, rappresentazioni parietali della passione di Cristo.
L’itinerario, oggi, non è più percorribile nella sua totalità per l’interruzione che se ne ebbe con la costruzione dell’aeroporto.
Bibliografia: G. Carito, Brindisi Nuova Guida; A. Della Monaca, Memoria historica…p. 680, N. Vacca, Brindisi Ignorata; Archivio di Stato – Brindisi, Il ritorno a Brindisi dei frati cappuccini