Sin dal 1986 l’arcidiocesi di Brindisi e la diocesi di Ostuni sono unite in una circoscrizione ecclesiastica che prende il nome di Arcidiocesi di “Brindisi-Ostuni”. Di essa fanno parte: la provincia di Bari con il comune di Locorotondo; la provincia di Brindisi con i comuni di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, Ostuni, Sandonaci, San Michele Salentino, San Pancrazio Salentino, San Vito dei Normanni; la provincia di Lecce con Guagnano, Leverano, Salice Salentino e Veglie.
Abbiamo visitato la chiesa ipogea della Madonna della Favana a Veglie, costruita nella roccia a 5 metri di profondità; presumibilmente del IX sec. e affrescata secondo le consuetudini pittoriche italo-greche.L’abbiamo trovata, purtroppo, in un pessimo stato di conservazione e, sinceramente, ci duole il cuore al pensiero che tali opere d’arte possano andare disperse a causa del trascorrere del tempo e per l’incuria dell’uomo. Ci siamo azzardati a parlare di opere d’arte perchè, estraendo da un contesto ormai indecifrabile, i soli volti ancora visibili, è possibile osservare un livello di pittura non comune nel genere dell’epoca.
Vi mostriamo il tutto preceduto da una breve introduzione.
“La denominazione è legata alla malattia del favismo (*); originariamente il complesso cultuale era dedicato a Santa Maria di Veglie la cui immagine affrescata di stile bizantino era venerata dai fedeli contro il grave male del favismo. Alla cripta, scavata in un banco calcarenitico, si accede per mezzo di un dromos (corridoio di accesso alla tomba ndr), in cui è stata ricavata una scala di tredici gradini. Presenta una pianta a navata unica monoabsidata e orientata a est, secondo lo schema liturgico greco. Entrando, a sinistra, c’è il pastophorion (vano di servizio per la liturgia). Il pavimento è in terra battuta. Le pareti sono ricoperte da un vasto ciclo pittorico databile al XV secolo, raffigurante una Madonna col Bambino, una Madonna Allattante e diversi santi (san Michele Arcangelo, santo Stefano, sant’Andrea apostolo, sant’Antonio abate, SS. Trinità, san Francesco d’Assisi, sant’Antonio di Padova, san Pietro e san Paolo). La presenza di santi appartenenti ai culti orientale e occidentale, oltre alle scritte in greco e in latino, esprime l’intreccio culturale che ha contraddistinto questo insediamento rupestre. Il soffitto piano reca un’immagine del Cristo Pantocratore attorniato da quattro angeli e dai simboli dei quattro evangelisti. La struttura ipogea fu custodita per alcuni secoli dai Frati Minori Conventuali del vicino convento.” (Le Chiese delle Diocesi Italiane)
(*) il favismo, è una condizione morbosa tossico-allergica, molto diffusa anticamente nelle nostre contrade, provocata dall’inalazione del polline o dall’ingestione di fave fresche.
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