Il complesso religioso dei frati minori di Veglie
Anticamente a nord di Veglie, all’interno di quella vasta area che attualmente comprende il convento, la cripta, la chiesa e l’antico cimitero, c’era una piccola chiesa dedicata a Santa Maria di Veglie; nel suo interno c’era un solo altare con l’affresco di una Madonna con Bambino, rinvenuto ed estratto da una grotta che si trovava nelle vicinanze e che il popolo ed il clero di Veglie avevano assunto a protettrice del paese.
Il convento francescano di Veglie fu fondato nel 1579 ed edificato su tale preesistenza del XIV sec.
La chiesa
Gli altari
La chiesa annessa, completamente affrescata, fu oggetto di vari interventi e trasformazioni nel tempo.
I vari altari furono realizzati tra il 1630 e il 1640;
La zona absidale
Il transetto
La volta
Il bellissimo affresco della volta nel 1680, altri stucchi nel 1700.
Gli affreschi raffigurano scene della vita di S. Francesco e santi francescani.
Ingressso originario
La chiesa fu incorporata al convento di cui oggi rimane solo la traccia dell’originario ingresso che, sebbene ridimensionato alla misura di una normale porta, mostra tuttora integra la cornice ad arco sul prospetto esterno nonché alcune tracce indecifrabili di antico affresco sullo stesso prospetto (vedi foto).
Anno di costruzione
Nel 1651, ultimata la costruzione della nuova chiesa (vedi foto), l’affresco della Madonna di Santa Maria di Veglie viene definitivamente collocato in un altare appositamente costruito (secondo altare a sinistra per chi entra in chiesa) dove è rimasto fino a quando, nell’agosto 1981, i moderni barbari non lo hanno saccheggiato.
Testimonianza incisa sul cartiglio
Unica testimonianza della presenza in quell’altare della Madonna “Regina di Veglie” è la scritta sul cartiglio lapideo che non è stato fortunatamente asportato: QUAM LAUDANT MATUTINA ASTRA VELIAS TUERE REGINA, cioè: “O Regina, che lodano le stelle del mattino, proteggi Veglie” (vedi foto).
Le soppressioni degli ordini monastici
Con l’occupazione del Regno delle due Sicilie da parte dell’esercito napoleonico nel 1805, le cose mutarono: la nuova legislazione soppresse tutti gli Ordini monastici possidenti e i religiosi furono cacciati dai loro Conventi.
Crollando l’impero Napoleonico, ritornarono i vecchi sovrani Borbonici e nel 1818 essi concordarono con la S. Sede il ritorno degli Ordini Religiosi e la riapertura dei Conventi.
Con l’unità d’Italia, in virtù della legislazione del regno di Sardegna, introdotta nel nuovo Regno d’Italia, il decreto luogotenenziale del 17 novembre 1861 dichiarò soppressi, per la seconda volta, tutti gli Ordini Religiosi e il relativo patrimonio fu incamerato.
I restauri
Solo nel 1981, dopo un secolo ed oltre di completo abbandono, il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali ha riconosciuto che il Convento di Veglie “costituisce un’interessante e notevole testimonianza di architettura religiosa legata agli insediamenti ecclesiastici del XVI – XVII sec. nell’area salentina” e che la cripta è una “notevole testimonianza di architettura rupestre legata alla cultura religiosa e alle forme liturgiche dell’area grecanica della Puglia”.
Furono quindi iniziati i restauri in quegli anni e, per fortuna, terminati quasi subito. Infatti la ditta appaltatrice, dichiarata in seguito fallita, sicuramente non idonea a questi particolari e specialistici lavori, causò ingenti danni alla struttura, in particolar modo alla chiesa; ad esempio, fu smantellato il pavimento originale in cotto, un’antica scala a chiocciola in pietra dura fu inglobata in un pilastro di cemento, stucchi settecenteschi e affreschi furono sfregiati con iniezioni di cemento senza metodo scientifico, le lastre cinque-seicentesche dei sepolcri furono buttate come materiale di risulta, i relativi ipogei furono cementati etc.
Purtroppo però, proprio nell’agosto del 1981, l’immagine della Madonna fu trafugata.
Nel 2006 c’è stato un ultimo restauro finanziato dal Comune per 270.000 euro, che però non ha interessato le superfici decorate o dipinte ma ha principalmente riguardato lavori di consolidamento delle volte e il ritorno alle originarie proporzioni delle otto grandi finestre della navata.
Il Convento e il Chiostro
Accanto alla chiesa si trova il Convento e il chiostro dei frati francescani. Nel refettorio vi sono due lunette affrescate di buon pregio, in particolare l’Ultima Cena in cui Cristo istituisce la SS.ma Eucarestia.
L’opera pittorica presenta una tecnica mista di affresco e acquerello. Non se ne conosce l’autore anche se qualcuno, sembrerebbe erroneamente, lo ha attribuito a Diego O. Bianco di Manduria.
Note
Vogliamo segnalare una particolarità che a occhio nudo non si poteva cogliere ma che abbiamo potuto rilevare con un ingrandimento dell’immagine centrale del soffitto; è il Cristo sulla Croce che dice a quello che sembrerebbe dagli abiti un nobiluomo nell’atto di chiedere una supplica e, probabile committente dei lavori, “RESTAURA ECCLESIA”. Le parole sono scritte da destra verso sinistra per far capire la provenienza non essendo ancora in uso la tecnica del fumetto che, solo molti anni dopo, includerà le parole in una nuvoletta che si farà uscire dalla bocca di chi parla.
E noi, facendo nostro il monito che viene da Gesù urliamo: “Restaurate la chiesa”.
Bibliografia e sitigrafia:
Veglie news – Il Santuario di Santa Maria di Veglie, Antonio De Benedittis
Veglie news – Il Convento della Favana, Luigi Mazzotta
Veglie news – Il Convento pronto a ritrovare l’antico splendore, Katia Manca
Comune di Veglie, Il Convento di Veglie tra storia e ceramica – servizio di Tele Rama
Rai 2 – A Veglie la chiesa e la cripta della Favana