Londra – The British Library

La British Library è la biblioteca nazionale del Regno Unito, una delle più grandi del mondo, con un patrimonio di più di 170 milioni di documenti tra manoscritti, mappe, giornali, periodici, stampe e disegni, spartiti e contratti, oltre che libri stampati. Quasi tutte le lingue conosciute vi sono rappresentate.

La British Library riceve una copia di ogni pubblicazione effettuata nel Regno Unito e in Irlanda, per cui circa 3 milioni di nuovi documenti vengono aggiunti ogni anno alla sua collezione. L’archivio sonoro raccoglie registrazioni che vanno dai cilindri del XIX secolo a CD, DVD e MD.

Un’impressionante collezione di circa 8 milioni di francobolli e altri oggetti filatelici completano l’enorme patrimonio documentale della biblioteca, ospitato su circa 625 km di scaffali, la cui estensione viene incrementata di 12 km ogni anno.

La sua storia inizia nel 1760 con l’ascesa al trono re Giorgio III, che decise di creare una biblioteca reale con scopo educativo, tenendo in alta considerazione l’istruzione e la condivisione della conoscenza. Dapprima acquistò la collezione privata di 6000 testi di Joseph Smith, console britannico a Venezia fino al 1760 e amante dell’arte, quindi incaricò degli agenti di cercare in tutta Europa i testi più utili e particolari, creando la King’s Library.

Alla sua morte il suo successore re Giorgio IV decise di donare la biblioteca allo stato, ordinando che essa non venisse mai suddivisa. Per diversi secoli è stata proprietà del British Museum, fino alla costruzione dell’attuale edificio progettato dall’architetto Colin St. John Wilson, in Euston Road, presso la stazione di St. Pancras.

Si tratta del più grande edificio pubblico costruito nel Regno Unito nel XX secolo, per il quale, nei 35 anni necessari al suo completamento, sono stati impiegati 10 milioni di mattoni e 180.000 tonnellate di cemento. Il piano interrato si estende fino alla profondità di 24.5 metri, mentre la superficie totale dell’edifico è di 120.000 metri quadri, su 14 piani, 9 sopra e 5 sotto terra, con la possibilità di fornire spazi di lettura a più di 1200 utenti alla volta.

Nel cortile esterno si trova la statua in bronzo di Newton realizzata nel 1995 dall’artista Eduardo Paolozzi, ispirata al dipinto di William Blake in cui criticamente si raffigura Newton chino sui suoi calcoli ignorando completamente il mondo intorno a lui. Stranamente la statua non è orgogliosamente eretta, non ha nulla della fierezza che ci potremmo aspettare dal grande scienziato, esclusivamente e completamente preso dal suo compasso. Si tratta però di una “statua parlante”: utilizzando  uno smartphone e scannerizzando la placca sulla base della statua si può ricevere una telefonata dallo scienziato che ci racconterà della sua vita, delle sue scoperte scientifiche e matematiche  del suo lavoro come Maestro della Zecca Reale.

Newton di Eduardo Paolozzi, British Library di Londra

Si entra nella biblioteca in una grande sala da cui accedere agli altri livelli.

Subito a sinistra troviamo l’arazzo If Not, Not, basato su un dipinto dell’artista ebreo Ronald Brooks Kitaj. Realizzato da sette tessitori nel 1997, è largo 7 metri e pesa 113 chili. L’edificio in alto è l’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, ed ogni elemento nella scena comunica sensazioni di disperazione e devastazione fisica e culturale, ricordando l’olocausto.

La King’s Library si trova ora al centro della British Library, in una torre di vetro alta 6 piani e ben visibile da quasi tutto l’edificio, con 65.000 volumi stampati e altri opuscoli, manoscritti e mappe raccolti dal Re Giorgio III tra il 1763 ed il 1820. Contiene anche opere rare e di valore come una bibbia di Gutenberg, quattro prime edizioni in folio delle opere di Shakespeare ed una prima edizione delle Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer.

Oltre alle mostre temporanee, all’interno della British Library è stata allestita una mostra permanente e gratuita nella Treasure Room, che espone manoscritti e altri testi di grande interesse storico e letterario, sicuramente un “must” per gli appassionati di letteratura (e di musica, visto che espone anche gli spartiti originali di molti compositori, da Mozart a Chopin).

 

In questa sala sono esposti alcuni dei più preziosi tesori della British Library che di seguito vi mostriamo.

La Bibbia di Gutenberg

La British Library conserva due copie (una su carta e una su pergamena) della Bibbia di Johann Gutenberg, il primo libro stampato usando la tecnica di stampa a caratteri mobili che Gutenberg inventò nel 1452. Molto prima,  erano stati prodotti in Cina e Corea libri  come il Sutra del Diamante, anch’esso esposto in questa sala, con caratteri fatti prima di legno e poi di bronzo, ma l’invenzione di Gutenberg fu diversa: era finalmente possibile stampare velocemente molte copie dello stesso testo. Il potenziale commerciale era enorme e, anche se Gutenberg non divenne mai un uomo ricco, sicuramente cambiò il mondo per sempre.

La Bibbia di Gutenberg – 1455

La Bibbia di Gutenberg, probabilmente la più famosa Bibbia al mondo, fu stampata a Magonza nel 1455 da Johann Gutenberg e dai suoi collaboratori, Johann Fust e Peter Schoeffer. Quaranta copie furono stampate su pergamena e 140 su carta di canapa, importata dall’Italia, tutte originariamente acquistate da istituzioni religiose, soprattutto monasteri. Delle 180 copie originarie sono sopravvissute solo 48, di “completezza variabile”, di cui 12 stampate su pergamena e 36 su carta. Delle venti  complete, due sono alla British Library, una stampata su carta (marchio di fabbrica C.9.d.3,4.), e un’altra stampata su pergamena (marchio di fabbrica G.12226-7). Molte copie, inclusa la copia cartacea della British Library, sposarono la nuova tecnologia di stampa con la vecchia e contengono decorazioni dipinte a mano per imitare l’aspetto di un manoscritto miniato.

L’Apocalisse di S. Giovanni

Testo sacro del Sikhismo

Il Sikhismo è una religione monoteista fondata da Guru Nanak nella città di Anandpur Sahib, nell’India del XV secolo. Questo testo fu inviato a Londra dal Governo dell’India.

Titolo dell’opera. Due e una metà dei continenti  – Gujerat, India

Mandala di fede Giainista 

Questo sacro mandala appartiene al Giainismo, una religione che crede che ogni anima sia potenzialmente divina. Il fondatore e primo Jina si chiamava  Adinath e fu seguito da altri 23 Jinas, il più recente dei quali, Madavira, visse nel VI secolo. Come gli altri Jinas si batteva per la non violenza ed era vegetariano, due precetti di questa  fede. Tutti e 24 i Jinas sono dipinti nei tre cerchi concentrici di questo mandala, disegnato su carta e protetto da vetro montato poi su una scatola di metallo circolare.

Corano del Sultan0 Baybars, Egitto

Si tratta del Corano commissionato dal Sultano Baybar nel XIV secolo. L’opera in sette volumi è scritta  in oro, in corsivo Arabo e rappresenta certamente uno dei più incredibili manoscritti Islamici al mondo. Fu prodotto in Cairo da un fine amanuense che impiegò  due anni per completarlo. Fu terminato nel 1306 (705 nel calendario Islamico).

Tavolette di Biccherna, XIX sec. 

Questa tavoletta  che rappresenta  “Il ritorno dei Noveschi a Siena”, 1448, è pervenuta alla British Library nel 1977 per legato di H. Davis, dopo essere stata nella collezione Fontange di Montpellier e nella collezione Figdor di Vienna. E’ attribuita a Guidoccio Cozzarelli e raffigura un piccolo gruppo di fuorusciti capeggiato da Pandolfo Petrucci che penetra a Siena dalle mura nella zona di Vallepiatta e consente a una schiera di una cinquantina di armati di fare il proprio ingresso in città.

La Bibbia di Re Giacomo, 1611

La Bibbia di Re Giacomo è la traduzione della Bibbia in inglese per eccellenza. Assunto al trono d’Inghilterra nel 1603  Giacomo I d’Inghilterra, ripropose il problema della traduzione dal latino della Bibbia  durante la conferenza ecclesiastica di Hampton Court, nel gennaio del 1604. Il lavoro venne svolto da 47 studiosi, sebbene ne fossero stati contattati originariamente 54, che operarono suddivisi in sei commissioni: due a Oxford, due a Cambridge e due a Westminster. Nel gennaio del 1609 un comitato generale di revisione si riunì a Londra per esaminare le bozze definitive prodotte dalle 6 commissioni. La prima stampa del testo fu pubblicata da Robert Barker nel 1611.

Il “Decretum” di Graziano

Monaco d’origine toscana, Graziano trascorse parte degli anni della sua formazione in Francia avendo come compagno di studi il senese Rolando di Rainucci, divenuto poi papa con il nome di Alessandro III. Tornato in Italia, Graziano insegnò a Bologna nel monastero benedettino di SS. Felice e Naborre. E’ in quegli anni – 1140 circa-  che compone il Decretum, un’enciclopedia della Chiesa  divenuto il più popolare testo di diritto canonico del Medioevo. Furono subito prodotte copie che circolarono in Francia e in Inghilterra con commenti e spiegazioni del testo di Graziano.  In questo volume, prodotto in Inghilterra intorno al 1170–1180, vengono usate le decorazioni per rendere più accessibile il complesso materiale legale del testo.  Le iniziali decorate e i diversi colori marcano le varie sezioni. Lungo i margini e tra le righe ci sono commenti  scritti in corsivo che facilmente si distinguono dal testo principale.
Il Messale Sherborne 
Questo meraviglioso testo è un messale manoscritto miniato dei primi del XV secolo, uno dei migliori esempi inglesi di pittura gotica internazionale. Con 347 fogli di pergamena che misurano 535 per 380 millimetri, è uno dei più grandi messali decorati sopravvissuti del Medioevo.  Pesa 20 kg.
Inizia con un calendario che registra i giorni festivi celebrati durante l’anno, seguito dai testi da leggere e cantare nelle diverse messe e presenta anche una sezione con liturgie locali. E’ stato realizzato per l’abbazia benedettina di St Mary’s a Sherborne, nel Dorset. Il libro fu probabilmente commissionato da Robert Bruyning, abate di Sherborne dal 1385 al 1415, la cui immagine compare nel manoscritto un centinaio di volte. È raffigurato insieme a Richard Mitford, che fu vescovo di Salisbury dal 1396 al 1407, e che è rappresentato otto volte. Miniato in oro e in un’ampia gamma di colori, il manoscritto è ricco di immagini che, nelle pagine che riguardano le feste più importanti, si espandono fino a riempire quasi interamente la pagina.
Libro d’Ore

Il Libro d’Ore è un manoscritto miniato realizzato in Italia nel 1503, commissionato da Bonaparte Ghislieri, membro di una delle maggiori famiglie nobili della città di Bologna. Il libro venne redatto dal copista Pierantonio Sallando nel periodo del papato di Alessandro VI. Nel XIX secolo passò ad uno dei discendenti del cardinale Giuseppe Albani. Nel 1838, a Roma, venne ceduto al collezionista James Dennistoun e successivamente ad un altro collezionista di libri antichi, Henry Yates Thompson. Nel 1941, alla morte della moglie di quest’ultimo, una parte della collezione, passò British Museum. Il libro venne invece donato alla British Library.

Manuale stampato a colori, Cina 1800

Stampa popolare a colori, Giappone 1842

Il calendario javanese, 1738

Magna Carta

 La Magna Carta  è senz’altro tra i documenti più famosi al mondo. Concessa nel 1215 dal Re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra come soluzione pratica alla crisi politica  con un gruppo di baroni ribelli  fu redatta  dall’Arcivescovo di Canterbury garantendo la tutela dei diritti della chiesa, la protezione dei civili dalla detenzione ingiustificata, la garanzia di una rapida giustizia e la limitazione sui tributi feudali alla corona. Stabilì per la prima volta il principio secondo cui ognuno – compreso il re – è soggetto alla legge.

Questa è una delle quattro copie superstiti della Magna Carta spedite  a vari vescovi  in tutto il regno. Il documento stesso inizia con una grande “I” maiuscola (per “Iohannes”) nell’angolo in alto a sinistra. È stata scritta su pergamena di pelle di pecora da un solo scrivano. Il testo latino è in prosa continua – la divisione in proposizioni separate è un fenomeno successivo – ma ci sono aggiunte nel margine inferiore, che denotano passaggi che sono stati omessi per errore dallo scriba o rappresentano revisioni dell’ultimo minuto. Delle 1215 copie superstiti, solo questo documento è scritto in formato orizzontale. Il sigillo di re Giovanni non è più attaccato, ma una fessura in basso mostra dove forse si trovava il sigillo.

Questa copia fu curiosamente trovata in una sartoria londinese e poi venduta a Sir Robert Cotton nel 1628/9. I manoscritti di Cotton sono poi stati donati alla biblioteca del  British Museum (ora British Library) e questa Magna Carta è stata regolarmente esposta dal 1857.

La bolla papale che dichiarò nulla la Magna Carta

Il 24 agosto 1215 Papa Innocenzo III emise questo documento che rendeva nulla la Magna Carta.  La bolla fu scritta da uno scriba nella cancelleria pontificia ed è autenticata dal sigillo di piombo del papa.

Re Giovanni aveva probabilmente mandato a Roma suoi inviati, infuriato per il comportamento arrogante dei 25 baroni, eletti per far rispettare la Magna Carta sotto la sua clausola di sicurezza, e per la continua sfida all’autorità dei suoi funzionari. Giovanni aveva sperato che lo statuto portasse pace e ordine diventando ben presto semplicemente un documento simbolo di buon governo, ma i suoi oppositori si erano rifiutati di disarmare e insistevano affinché la carta fosse applicata con zelo.

Come signore supremo del regno e protettore di un Re che aveva fatto voto di crociato, Innocenzo III aveva già inviato una serie di lettere in Inghilterra per rimproverare i baroni. Qui spiega come avevano costretto Giovanni ad accettare un patto «illegale, ingiusto, dannoso per i diritti reali e vergognoso per il popolo inglese». Il Papa dichiara quindi la Magna Carta “nulla e priva di ogni validità per sempre”.

Mappamondi

Mappa del mondo giapponese buddista

Le tradizionali mappe del mondo buddiste giapponesi illustravano l’Universo come interpretato dai Buddisti che mostravano il mondo abitabile come un continente Jambudvîpa. Questa mappa del mondo, creata da un sacerdote Zontō, è uno dei primi tentativi di combinare l’immagine convenzionale del mondo con la cartografia europea, probabilmente basandosi sulla mappa emisferica di Takahashi Shintei Bankoku Zenzu del 1810.

Zontō non credeva che la Terra fosse una sfera, quindi per evitare la rappresentazione emisferica, modificò il contorno e la composizione della sua mappa e dipinse solo l’emisfero orientale. La mappa forma una trilogia con il Sekai Daisō Zu (Mappa dell’Universo) e il Tenjiku Yochi Zu (Mappa dell’India) che cattura la concezione buddista dell’Universo.

Mappa e porto di kinsale

Nel 1601 una forza spagnola sbarcò al largo di Kinsale vicino a Cork, nell’Irlanda meridionale. Sebbene gli invasori furono prontamente respinti, l’evento ebbe un effetto traumatico sulle autorità inglesi, ossessionate per i successivi due secoli dalla paura di una nuova invasione. Fu immediatamente costruito un nuovo castello, chiamato James Fort in onore del re Giacomo I (1566-1625), fu costruito rapidamente e si provvide alla ricostruzione del castello medievale di Ringcurran secondo le ultime teorie sulla fortificazione.

Questa mappa è stata probabilmente creata in un laboratorio sulle rive del Tamigi, a est della Torre di Londra, seguendo un modello dettagliato inviato dall’Irlanda. Disegnato su pergamena, mostra la città di Kinsale e il suo porto e una grande pianta del castello “Ringcoran”. Grande cura è stata posta nella sua esecuzione, e i colori ricchi  e l’uso dell’oro suggeriscono che sia stata creata per la presentazione allo stesso re Carlo II (1630-1685), appassionato di architettura militare. L’esposizione della mappa avrebbe inoltre avuto funzione di propaganda, suggerendo ai visitatori che gli inglesi avevano il pieno controllo anche di questa parte più vulnerabile dell’Irlanda.

Le leggi gallesi

Nell’alto medioevo il Galles era diviso in diversi regni, ciascuno con le proprie leggi.  Fu Hywel ap Caell, o Hywel il Buono, che divenne re di quasi tutto il Galles nel 942, a riunire questi diversi sistemi in un unico corpo legislativo, rimasto in uso in Galles fino all’unione con l’Inghilterra nel 1536. Si ritiene che questa sia la copia più antica e importante, scritto nel Galles meridionale o centrale, forse a Neath, dallo stesso scriba che scrisse il Libro di Taliesin, un libro di alcune delle prime poesie del Galles (ora nella Biblioteca Nazionale del Galles). Scritto da uno scrivano professionista, il libro sarebbe stato compilato da avvocati professionisti. Le leggi in esso contenute riguardano principalmente le punizioni per i reati e gli obblighi degli individui nei confronti dello stato. Libri come questo sono la prova della prima codificazione del diritto sotto l’autorità reale.

 

La principessa sul pisello di Hans Andersen

Il testo è illustrato da Christine Tacq con 20 stampe in rilievo ed è autografato dall’autore.

 

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