Per rispondere alle perplessità espresse da qualcuno in altra sede, precisiamo subito che, per quello che ci risulta, la chiesa di Santa Maria del Monte è l’unica chiesa sconsacrata di Brindisi, pur se non risulta da alcun atto formale. Anche se, bisogna aggiungere, che, adesso alcune chiese sono destinate ad altre funzioni come,ad esempio, la chiesa di S. Paolo che ospita il Museo Tarantini.
Storicamente, il primo a parlarci della chiesa è padre Andrea della Monaca nella sua Memoria Historica del 1674, che scrive: “Reggeva allora la chiesa brundusina l’Arcivescovo Pietro di Bisignano (a. 1230), per quel che appare nel sacro archivio da una certa donazione ch’egli fece in quell’anno al Capitolo di Brindisi, d’una casa nella contrada di Santa Maria del Monte. Qual chiesa benchè in quei tempi fusse stata magnifica, per le rovine non di meno patite ne1la città si è ridotta in picciola forma, commoda però per celebrarci il Santo sacrificio della Messa. E’ posta detta chiesa quasi in un promontorio del destro colle della città sul mare (..).
La chiesa dovette continuare ad avere la sua importanza se il 12 maggio 1726, mons. Maddalena, arcivescovo di Brindisi la elevò a seconda parrocchia vicaria della Cattedrale; privilegio che nel 1766 fu trasferito dall’arcivescovo Rossi, alla vicina chiesa della SS. Annunziata più idonea e rispondente alle esigenze del culto (da V. Guerrieri, Articolo storico su’ Vescovi di Brindisi – 1846).
Secondo Alberto Del Sordo (Toponomastica Brindisina), “Via Monte è il breve tratto che collega via De’ Flagilla con via Tunisi.
Il toponimo trae origine non solo dal dislivello che segna l’inizio del promontorio, ma anche dalla chiesa di S. Maria del Monte, più volte restaurata nel corso dei secoli, e, ricostruita dalle fondamenta, nel 1950, in seguito al crollo causato dai bombardamenti aerei dell’ultimo conflitto mondiale.”