Le prime notizie riguardanti l’esistenza della Cattedrale di Oria sono legate alla venuta in Oria dell’Apostolo Pietro nel 44 d.C. e soprattutto alla presenza di S. Oronzo nel 58 d.C. che avrebbe consacrato l’originario tempio di Saturno e designato il primo Vescovo di Oria (Barsanofio).
L’area su cui insisteva la costruzione corrispondeva a quella attualmente occupata dal Castello Svevo. Attendibile è la datazione all’880 della costruzione della nuova chiesa cattedrale ad opera del Vescovo Teodosio che nell’886 vi pose le reliquie dei SS. Martiri Crisanto e Daria. Nell’anno 1225 il Vescovo Pellegrino I (1216-1225) concede all’Imperatore Federico II i terreni su cui insisteva la costruzione per consentire l’edificazione del Castello e riceve in cambio l’area dell’attuale ubicazione.
Episcopio. Mensola con croce a foglie lanceolate della Cattedrale altomedievale (secc. IX-XI)
Sul colle del Vaglio viene dunque eretta la Cattedrale dedicata a “S. Maria Assunta in Cielo”. La costruzione fu completata nel 1343, la facciata tipicamente romanica esibiva un rosone ed un portico sorretto da colonne su leoni stilofori; l’interno era a croce latina e la navata centrale era separata dalle laterali da due file di colonne.
Episcopio. Leoni stilofori della Cattedrale normanno-sveva (sec. XIII)
In seguito al terremoto del 20 febbraio 1743 la struttura presentava gravi segni di dissesto, tali da indurre il Vescovo Castrense Scaja nel 1747 a demolire il fabbricato. Nel 1750 si diede inizio ai lavori di costruzione dell’attuale edificio con fondi stanziati da Carlo III di Napoli, a cui il Vescovo Castrense Scaja aveva ceduto due colonne in marmo verde. L’opera fu progettata in stile barocco dall’ingegnere Regio Giustino Lombardi.
L’attuale costruzione fu terminata da Mons. Francesco Antonio Los Rejes (1756-1769). Le coperture orizzontali sono realizzate con volte a botte, crociera e cupola. Lo spazio interno si esalta nel volume della cupola impostata su quattro archi ed un alto tamburo. La facciata, realizzata in conci di carparo, presenta il movimento tipico del barocco che dà alla superficie una maestosa austerità. A sinistra s’innalza la Torre dell’Orologio con il suo campanile a vela.
La facciata
portale in pietra con lo stemma cittadino
Gli interni
L’impianto si presenta a croce latina con tre navate, transetto e presbiterio, cui sono state aggiunte sei cappelle laterali e due androni paralleli all’area presbiteriale. Nella navata destra ci sono tre cappelle dedicate alla Madonna del Carmine, a Sant’Oronzo e a San Michele Arc. In fondo alla navata è il Cappellone del SS. Sacramento.
Nella navata sinistra ci sono la Cappella del Battistero, quella del Cuore di Gesù e quella del Crocifisso.
Accanto alla Cappella del Battistero si apre l’ambulacro che collega la chiesa con L’Episcopio e con l’Arciconfraternita della morte con annessa Cripta delle “mummie”. Le mummie sono i cadaveri disidratati dei confratelli, vestiti con la loro divisa nera, appesi nelle nicchie che si aprono lungo le pareti dell’oratorio cinquecentesco.
I bracci del transetto sono occupati da due monumentali altari litici dedicati ai Santi Protettori della città: S. Barsanofio Abate nel braccio sinistro e i SS. Medici, Cosimo e Damiano nel destro.
La Cattedrale è decorata con 134 tele che si è ritenuto utile suddividere in 5 gruppi:
1 – Pale d’altare, quadri e ovali;
2 – Quadreria dell’Abate Carbone;
3 – Pinacotheca Episcopalis;
4 – Museo Kalefatiano;
5 – Tele dell’Arciconfraternita della Morte.
Navata centrale
Statua in cartapesta della Vergine Addolorata, Luigi Guacci – Sec. XIX
Crocifisso ligneo
Controfacciata
Pulpito ligneo
Vetrata policroma che riproduce l’Assunzione della Vergine
Le Volte affrescate
Cappella della Madonna del Carmine
Statua lignea della Vergine del Carmine, F. Perathoner – Sec. XX
Gesù caricato della Croce, Francesco Penna – Sec. XVIII
Cristo incontra le Pie Donne, Gaspare Scaramucci – Sec. XVIII
Cappella di Sant’Oronzo
Statua in cartapesta di San Giuseppe, 1912
Statua lignea dell’Assunta del maestro leccese Raffaele Caretta (Sec. XVII)
S. Oronzo, Andrea Coppola – Sec. XVII
Cristo aiutato dal Cireneo, Tommaso Conca – 1756
Cristo rivestito di porpora, Mariano Calì – 1756
Cappella di San Michele Arc.
S. Michele Arc. tra i santi Francesco da Paola, Barsanofio, Daria e Crisanto, ambito meridionale – XVI sec.
Cristo inchiodato alla Croce, Vincenzo Strigelli – 1755
Cristo issato sulla Croce, Mariano Calì – sec. XVIII
Transetto, braccio destro
SS. Medici Cosimo e Damiano, Matteo Trillocco – Sec. XVIII
SS. Antimo, Euprepio e Leonzio, Scuola napoletana – 1858
Vetrata raffigurante Santi Medici Cosimo e Damiano
Altare dedicato ai Santi Medici – Protettori della città
I Santi Medici Cosimo e Damiano con i fratelli Antimo, Euprepio e Leonzio. Salvatore Scoditti, 1985
Cristo deposto dalla Croce, ambito romano – sec. XVIII
Cristo unto d’unguenti, Gaspare Scaramucci – 1758
Cristo portato al Sepolcro, Laura Penna – sec. XVIII
Cristo deposto nel Sepolcro, ambito romano – sec. XVIII
Cappellone del SS. Sacramento
Putti marmorei di scuola berniniana – Sec. XVII
Ultima Cena (copia del cenacolo leonardesco), Raffele Pavone – XX sec.
La comunione dei fanciulli, Raffele Pavone – XX sec.
Nella navata sinistra ci sono la Cappella del Battistero, quella del Cuore di Gesù e quella del Crocifisso.
Cappella del Battistero
Fonte battesimale (1894)
Ecce Homo, Giulio Caforio – 1993
Il trionfo della Croce, Giulio Caforio – 1999
Cappella del Cuore di Gesù
Statua in cartapesta Cuore di Gesù, Guacci
Giudizio di Pilato, Andrea Marcati – sec. XVIII
Cristo flagellato, Laura Penna – 1758
Cappella del Crocifisso
Crocifissione, Gaetano Sortino – 1758
Cristo deriso, ambito romano – Sec. XVIII
Rinnegamento di Pietro, ambito romano – Sec. XVIII
Nel braccio sinistro del transetto si possono ammirare la stupenda tela di Oronzo Tiso che raffigura S. Barsanofio di Gaza, patrono della città e della diocesi; l’inquietante Bacio di Giuda del Conca, il Giudizio di Hanna del Marcati; le pareti laterali ospitano le due grandi tele mistilinee del Tatulli con le storie di Teodosio e una più piccola con i SS. Crisanto e Daria dello stesso pittore. In questo lato del transetto, si può ammirare il più antico dei tre organi presenti nella chiesa, datato 1757.
Transetto – Braccio sinistro
Candelabri bronzei kalefatiani
L’Organo (meccanico) più antico dei tre presenti nella Cattedrale, datato 1757, proviene dalla chiesa dei Celestini, è del grottagliese Carlo Sanarica
Vetrata policroma che riproduce S. Barsanofio, opera dei maestri vetrai Mellini di Firenze – 1936
San Barsanofrio Abate, Oronzo Tiso – Sec. XVIII
Il bacio di Giuda, Tommaso Conca- 1758
Il giudizio di Hanna, Andrea Marcati – 1758
Transetto – parete lat. sinistra
L’arrivo delle reliquie di San Barsanofrio, Samuele Tatulli – 1788
La Cattedra del Beato Teodosio, Samuele Tatulli – 1787
I Santi Crisanto e Daria, Samuele Tatulli – 1792
Sagrestia
Qui possiamo vedere le ultime tele della Quadreria raffiguranti:
Tu es Petrus, Gaspare Scaramucci – 1758
Pentimento di Giuda, Gaspare Scaramucci – Sec. XVIII
Cristo appare agli undici, Niccolò Bocciolini – 1758
Cristo risorto, Niccolò Bocciolini – 1758
Cristo al Getsemani, Laura Penna – 1759
Dormitio Virginis, Gioacchino Martorana – 1759
Cristo dinanzi ad Erode, ambito romano – Sec. XVIII
Giudizio di Caifa, ambito romano – Sec. XVIII
S. Maria Assunta in cielo, Oronzo Tiso – Sec. XVIII
L’ambulacro
che porta in sagrestia propone le tele raffiguranti il Beato Giacomo Cusmano, S. Annibale M. di Francia e il Beato Bartolo Longo, San Giustino de Jacobis e Giovanni Paolo II
Beato Giacomo Cusmano, D. Agostino Caputi – 1982
Beato Annibale Maria di Francia, Giuseppe A. Lomuscio – 1999
Beato Bartolo Longo, A. Bujar
Beato San Giustino de Jacobis
Beato Giovanni Paolo II
Nell’Androne che porta alla Sagrestia le statue dei quattro evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni, datate 1887 e firmate Carlo Novelli e sullo sfondo un dipinto di ambito romano, La lavanda dei piedi
La lavanda dei piedi, ambito romano – Sec. XVIII
Presbiterio
Appesi alle pareti del presbiterio ci sono quattro tele appartenenti alla Quadreria dell’Abate che raffigurano:
Il Cristo appare a Maria, Tommaso Conca – 1758
Noli me tangere, ambito romano – Sec. XVIII
L’incontro di Emmaus, ambito romano – Sec. XVIII
Incredulità di Tommaso, Niccolò Ricciolini – 1758
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Basilica Cattedrale S. Maria Assunta in cielo di Oria (Br) – Parte 2^
Si ringrazia l’amico Mario Carlucci cha ha collaborato nelle riprese fotografiche
Abstract: Pino Malva, La via di Maria. Tip. Tiemme – Manduria, 2008
Pino Malva, Il patrimonio pittorico della Basilica Cattedrale di Oria