La conquista del Salento fu per Roma un avvenimento della massima importanza, perchè con esso entrò in possesso anche di Brindisi e del suo celebre porto. I romani capivano bene che la città, per la sua invidiabile posizione strategica che ne faceva la chiave dell’Adriatico, avrebbe potuto rendere importanti servizi ai disegni espansionistici della Repubblica.
Divenuta Brindisi colonia e municipio romano, si pensò di renderne più agevoli e veloci i collegamenti con due strade, una era la via Appia, che partendo da Roma per Brindisi, passava da Benevento, Taranto e Oria; l’altra, detta via Egnazia, faceva lo stesso itinerario fino a Benevento, ma qui le strade si dividevano, e proseguiva verso Canosa, Ruvo, Bari e Gnatia, da cui prendeva il nome.
Una delle pietre miliari che si conserva oggi nel Museo Ribezzo di Brindisi, risale all’epoca dell’Imperatore Massenzio (309 d.C.). Ha forma di colonnina, in parte scanalata, di pietra arenaria, alta un metro e del diametro di quaranta centimetri. Reca incisa la seguente iscrizione forse non completa perchè la colonnina è rotta nella parte inferiore:
IMP – CAES
MARCUS – AVR
VAL – MAXENTIV
S – PIUS – FELIX – IN
VICTUS – AVG -PON
TIFEX – MAXIMUS
TRIBVNICIAE – PO
TESTATIS – CONS
IT – P – P – PROCONS.
(Imperatore Cesare Marco Aurelio Valerio Massenzio pio, felice, invitto, Augusto, Pontefice Massimo, Tribuno, Console per la seconda volta, Padre della Patria, Proconsole.)
Il fatto che il suo ritrovamento sia avvenuto in prossimità di Porta Lecce fa pensare che essa possa appartenere al tratto iniziale della via Traiana-Calabra (la penisola salentina all’epoca era chiamata Calabria), che collegava Brindisi ad Otranto. Purtroppo non ci è pervenuta la denominazione antica di questa strada romana, che, doveva muovere in direzione della statale Adriatica e, superato il canale Patri (ossia Palmarini) era fiancheggiata dall’estesa necropoli di Perrino.
In questa stessa zona, dopo avere effettuato la pulizia della radura dalle erbacce che la infestavano, è spuntata la linea di un rudere su cui sarà necessario fare degli approfondimenti ricadendo, per quanto innanzi detto, in una zona che è stata oggetto di ritrovamento archeologico.
Le nostre foto del Canale Patri sono del 2014.
Bibliografia: Pasquale Camassa, La romanità di Brindisi; Giovanni Uggeri, La via Traiana Calabra
Colonna Miliare, con iscrizione in lingua latina, documenta i lavori fatti eseguire dall’Imperatore Massenzio (309 d.C.)
Passaggio del Canale Patri sotto il Ponte Piccolo e suo sbocco nelle acque del porto
Rudere nei pressi di Porta Lecce – zona semaforo
Traduzione in inglese a questo link – http://wp.me/p8GemW-3Nl
A treasure in every street. Milestone near Porta Lecce (11) The conquest of Salento was of utmost importance for Rome because it also gained control of Brindisi and its famous port. The Romans understood well that the city, with its enviable strategic location, which made it the key to the Adriatic, could serve the expansionist designs of the Republic.
Once Brindisi became a Roman colony and municipality, it was thought to improve its connections with two roads. One was the Appian Way, which started from Rome to Brindisi, passing through Benevento, Taranto, and Oria. The other, called the Via Egnazia, followed the same route to Benevento, but there the roads diverged, and it continued towards Canosa, Ruvo, Bari, and Gnatia, from which it took its name.
One of the milestones preserved today in the Ribezzo Museum in Brindisi dates back to the time of Emperor Maxentius (309 AD). It has the shape of a column, partly grooved, made of sandstone, one meter high, and forty centimeters in diameter. It bears an inscribed inscription, which is perhaps incomplete because the column is broken at the bottom:
IMP – CAES MARCUS – AVR VAL – MAXENTIV S – PIUS – FELIX – IN VICTUS – AUG – PON TIFEX – MAXIMUS TRIBUNICIAE – PO TESTATIS – CONS IT – P – P – PROCONS. (Emperor Caesar Marcus Aurelius Valerius Maxentius, pious, happy, invincible, Augustus, Pontifex Maximus, Tribune, Consul for the second time, Father of the Country, Proconsul.)
The fact that its discovery took place near Porta Lecce suggests that it may belong to the initial section of the Trajan-Calabrian Way (at that time, the Salento Peninsula was called Calabria), which connected Brindisi to Otranto. Unfortunately, the ancient name of this Roman road has not been preserved, but it was supposed to move in the direction of the Adriatic highway and, after crossing the Patri Canal (i.e., Palmarini), it was flanked by the extensive Perrino necropolis.
In the same area, after clearing the clearing of weeds that infested it, the outline of a ruin emerged, which will require further investigation, given that it falls into an area that has been the subject of archaeological findings.
We show you everything with our photos, noting that those related to the Patri Canal are from 2014.
Bibliography: Pasquale Camassa, The Roman Heritage of Brindisi; Giovanni Uggeri, The Trajan-Calabrian Way.