Al termine della contrada Sciabiche, nella piazza intitolata a S. Teodoro d’Amasea Patrono di Brindisi (già piazza Baccarini), vi è il Palazzo Montenegro, uno dei più notevoli edifici civili di Brindisi e del Salento, per grandiosità e bellezza, attualmente di proprietà dell’Amministrazione Provinciale ed adibito ad abitazione del Prefetto pro-tempore.
Durante i lavori di scavo nel giardino del Palazzo, il 12 maggio 1736, fu casualmente scoperta una lastra marmorea, che ancora oggi possiamo vedere sul muro che dall’atrio conduce al piano superiore. Si tratta di un’scrizione molto importante dedicata dai decurioni e dal municipio di Brindisi all’imperatore Traiano, per ringraziarlo della sistemazione della via che da lui prese il nome.
Nell’identico luogo l’Amministrazione cittadina volle porre – quello stesso anno, una lapide dedicatoria in memoria dell’importante ritrovamento.
La via Traiana collegava Benevento (Beneventum) a Brindisi (Brundisium). La strada era stata costruita nel 109-110 d.C. sulle orme della preesistente ma disagiata via Minucia. Essa costituì una valida alternativa alla via Appia Antica rimanendo in uso fino a tutto il medioevo e, limitatamente al tratto appenninico, anche in epoca moderna.
Questo è il testo che per noi tradusse don Pasquale Camassa:
“IMP – CAESARI – DIVI – NERVAE – F – NERVAE – TRAIANO – AVG – GER – DACIC -PONT – MAX – TRIB – POT – XIV – IMP – V – COS – VI – P – P – BRVNDVSINI – DECVRIONES – ET – MVNICIPES
(A Nerva Traiano Imperatore, Cesare, Augusto, figlio del divo Nerva, Germanico, Dacico, Pontefice Massimo, Tribuno per la quattordicesima volta, Imperatore per la quinta, Console per la sesta, Padre della Patria, i Decurioni e i Municipali Brindisini)”
Il palazzo fu fatto costruire da Leonardo Montenegro (anche se il cognome vero di origine slava si ritiene che sia stato sostituito) ricchissimo commerciante montenegrino, chiamato dal popolo col nome del suo paese d’origine.
In questo Palazzo, che un tempo aveva un giardino molto più grande, furono ospitati Ferdinando IV, Gioacchino Murat e Lord Byron.
Ma il palazzo Montenegro ospitò, sia pure per breve tempo, e in circostanze forse più romanzate che reali, anche don Ciro Annicchiarico, il celebre prete-brigante di Grottaglie che tenne sotto il terrore la regione salentina per vari anni.
Si pensi che, per farla finita, il governo di Napoli mandò quaggiù alla fine del 1817, con poteri assoluti e con notevoli forze, il generale irlandese Riccardo Church. Braccato dalle sue truppe, Annicchiarico corse a Brindisi e qui cercò disperatamente di espatriare, ma nessuno lo aiutò per paura delle sanzioni di Church. Infine, entrato di soppiatto in casa di don Giacomo Montenegro, fece un ultimo tentativo di ottenere un’imbarcazione per espatriare, alternando le minacce alle offerte di denaro. Ma don Giacomo, riavutosi dalla poco gradita sorpresa, disse con dignità e fermezza che non poteva aiutarlo, consigliando il brigante di prendere subito il largo, poiché fra breve attendeva in casa sua proprio il generale Church.
Fu così che il brigante, travestito da donna e accompagnato da un domestico, riuscì a fuggire alle truppe che ormai avevano invaso l’edificio.
Quando il gen. Church, fu informato da don Giacomo dell’accaduto, disse che comprendeva le ragioni della sua condotta raccomandando il silenzio sull’accaduto. Annicchiarico fu infine catturato e giustiziato nel febbraio 1818.
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Translated into English:
“At the end of the Sciabiche district, in the square dedicated to St. Theodore of Amasea, the Patron Saint of Brindisi (formerly known as Baccarini Square), stands the Montenegro Palace, one of the most remarkable civil buildings in Brindisi and Salento, renowned for its grandeur and beauty. It is currently owned by the Provincial Administration and used as the residence of the temporary Prefect.
During excavation works in the palace garden on May 12, 1736, a marble slab was accidentally discovered, which can still be seen today on the wall leading from the atrium to the upper floor. It bears a highly significant inscription dedicated by the decurions and the municipality of Brindisi to Emperor Trajan, thanking him for the construction of the road named after him.
In the same location, the city administration decided to place a dedicatory plaque in memory of this important discovery in the same year. The Via Traiana connected Benevento (Beneventum) to Brindisi (Brundisium). Constructed in 109-110 AD, it replaced the previously inconvenient Via Minucia. The road provided a viable alternative to the Via Appia Antica and remained in use until the Middle Ages and, to a limited extent in the Apennine stretch, even into modern times.
This is the text translated for us by Don Pasquale Camassa:
“To Emperor Nerva Trajan, Caesar, Augustus, son of the divine Nerva, Germanicus, Dacicus, Pontifex Maximus, Tribune for the fourteenth time, Emperor for the fifth time, Consul for the sixth time, Father of the Fatherland, the Decurions and the Municipals of Brindisi.”
The palace was built by Leonardo Montenegro, a very wealthy Montenegrin merchant, though it is believed that his true Slavic surname was replaced, popularly referred to by the name of his country of origin.
In this palace, which once had a much larger garden, Ferdinand IV, Joachim Murat, and Lord Byron were hosted. But the Montenegro Palace also briefly hosted, perhaps in circumstances more romanticized than real, Don Ciro Annicchiarico, the famous priest-bandit from Grottaglie who terrorized the Salento region for several years.
To put an end to it, the Neapolitan government sent General Richard Church here at the end of 1817, with absolute powers and considerable forces. Pursued by his troops, Annicchiarico fled to Brindisi and desperately tried to flee the country, but no one helped him for fear of Church’s sanctions. Finally, sneaking into the house of Don Giacomo Montenegro, he made a last attempt to obtain a boat to escape, alternating threats with offers of money. However, Don Giacomo, recovering from the unwelcome surprise, stated with dignity and firmness that he could not help him, advising the brigand to set sail immediately, as General Church was expected shortly at his house.
Thus, the brigand, disguised as a woman and accompanied by a servant, managed to escape the troops that had invaded the building.
When General Church was informed by Don Giacomo of what had happened, he said he understood his conduct, recommending silence on the matter. Annicchiarico was finally captured and executed in February 1818.”
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La Facciata
Il Balcone
Mascheroni apotropaici sulle mensole
Il Portale
Interno
Il Giardino
Verso il primo piano
Lapide del 110 d.C. dedicata dai brindisini all’imperatore Traiano
Lapide che ne ricorda il ritrovamento, scolpita nel 1736
Sala con stemmi delle province brindisine
Abitazione del Prefetto