Nel 1964, in esecuzione del progetto per la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia, le ruspe iniziarono gli sbancamenti nella miseranda zona di S. Pietro degli Schiavoni. Il quartiere, un tempo abitato perlopiù da slavi immigrati nel XV sec., era rimasto, unico in città, privo di palazzi multipiano e, quindi, anche di fondamenta, scantinati, cisterne e pozzi neri. Si vide subito che, tutto questo offriva un’occasione unica per indagare sulla forma e la storia di Brindisi antica.
Nel 1966 furono finalmente portati alla luce le strutture murarie, i pavimenti delle case e una strada. Nel complesso si distinguono, secondo A. Cocchiaro, soprintendente ai lavori, “un grande ambiente pavimentato in marmo e un ambiente più piccolo cui si addossa una struttura semicircolare rivestita interamente di marmo”. Un vano potrebbe essere il calidarium, ambiente destinato al bagno caldo; altri due vani dovevano essere riscaldati con il sistema della circolazione al di sotto dei piani pavimentali (hypocaustum). A nord, probabilmente una domus con pareti intonacate e dipinte, pavimentata tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I d.C. A ponente della strada, una struttura abitativa con pavimento in tessere di cotto a spina di pesce (opus spicatum) e resti di canalizzazione. A Sud la soglia di una struttura abitativa.
Intanto, nel 1960 era stato demolito lo storico Teatro Verdi, dichiarato inagibile nel 1956. Così quel capolavoro di architettura consegnatoci dagli ingg. A. Sfondrini e C. Pergolesi cessò di vivere e la città si ritrovò improvvisamente senza un teatro. Lo sgomento era tale che la città fu costretta ad accettare il compromesso: costruire il Nuovo Teatro Verdi sui resti dell’area archeologica di S. Pietro degli Schiavoni, rinunciando così ad ampliare l’area della ricerca e degli scavi. I resti romani a circa 2,5 m. di profondità rispetto alla strada, furono coperti da struttura metallica ad una campata, con la vista dei reperti possibile sia dalle vie circostanti sia dal foyer.
Il Nuovo Teatro Verdi fu inaugurato il 20 dicembre del 2006, con un concerto diretto da Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra «Luigi Cherubini”. Con i suoi 40mila metri cubi di volume e 4.500 metri quadrati di superficie, il teatro s’impone allo sguardo esterno per l’imponenza della sua architettura. Gli interni ruotano intorno a una sala di 650 metri quadrati, che può ospitare in confortevoli poltrone 995 spettatori. Al piano rialzato c’è l’immenso foyer, dal quale è possibile osservare, attraverso una grande pavimento di cristallo, il sito archeologico sottostante, per un’emozione unica al mondo. La facciata principale ospita un bassorilievo in bronzo realizzato dall’artista ungherese Amerigo Tot.
Abstract: Brindisi Nuova Guida, Giacomo Carito
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Nuovo Teatro Verdi – Brindisi
Area archeologica di San Pietro degli Schiavoni
Translation into English.
Brindisi. A treasure in every street (19) – S. Pietro degli Schiavoni “Roman Island” and New Municipal Theater “G. Verdi”
In 1964, as part of the project for the construction of the new Palace of Justice, bulldozers began clearing the area in the poor district of S. Pietro degli Schiavoni. The neighborhood, once inhabited mostly by Slavic immigrants in the 15th century, had remained, unique in the city, devoid of multi-story buildings and, therefore, also of foundations, basements, cisterns, and cesspits. It was immediately apparent that all this offered a unique opportunity to investigate the shape and history of ancient Brindisi. In 1966, the walls, floors of houses, and a street were finally unearthed. Overall, according to A. Cocchiaro, superintendent of the works, “a large marble-paved room and a smaller room against which a semicircular structure entirely clad in marble rests” can be distinguished. One room could be the calidarium, a room intended for hot baths; two other rooms were heated with a system of circulation below the floor levels (hypocaustum). To the north, probably a domus with plastered and painted walls, floored between the end of the 1st century BC and the beginning of the 1st century AD. To the west of the street, a residential structure with a herringbone-patterned terracotta floor (opus spicatum) and remains of drainage. To the south, the threshold of a residential structure. Meanwhile, in 1960, the historic Verdi Theater, declared unfit for use in 1956, was demolished. Thus, that masterpiece of architecture handed down to us by the engineers A. Sfondrini and C. Pergolesi ceased to exist and the city suddenly found itself without a theater. The dismay was such that the city was forced to accept the compromise: to build the New Verdi Theater on the remains of the archaeological area of S. Pietro degli Schiavoni, thus giving up expanding the area of research and excavations. The Roman remains, about 2.5 meters deep from the street, were covered by a single-span metal structure, with the view of the artifacts possible both from the surrounding streets and from the foyer. The New Verdi Theater was inaugurated on December 20, 2006, with a concert conducted by Riccardo Muti on the podium of the “Luigi Cherubini” Orchestra. With its 40,000 cubic meters of volume and 4,500 square meters of surface area, the theater impresses the external viewer with the grandeur of its architecture. The interiors revolve around a 650-square-meter hall, which can accommodate 995 spectators in comfortable seats. On the raised floor, there is the immense foyer, from which it is possible to observe, through a large glass floor, the underlying archaeological site, for a unique emotion in the world. The main facade hosts a bronze bas-relief created by the Hungarian artist Amerigo Tot.”
Nuovo Teatro Verdi
Area Archeologica
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