La strada della Mena, oggi Corso Garibaldi, a fumetti

  • Ciao nonno, urla la bambina appena uscita da scuola!

  • Ciao bella piccina, com’è andata oggi?

  • Benissimo, la maestra ci ha parlato della Mena, un canale che attraversava la città. Scorreva tra due colline e portava in mare le acque piovane e quelle derivanti dagli scarichi delle persone e delle concerie, che a Brindisi erano numerose. In dialetto, infatti, “mena” vuol dire getta. Per questo ogni tanto si impantanavano ed erano fonte non solo di cattivo odore ma anche delle febbri malariche che tempestavano la città.

  • Ora capisco, dice il nonno, l’origine del nome! Queste cose le devo imparare da te perchè ai miei tempi nelle scuole non si insegnavano ai bambini. E dimmi qualcosa in più sull’attuale Corso.

  • Alla fine del Settecento il re Ferdinando IV diede incarico all’ingegner Pollio di costruire le fogne, che sarebbero partite dalle vicinanze di Piazza Cairoli e avrebbero scaricato in mare, senza però che le correnti potessero riportare il mare dentro e bloccare le acque sporche facendole ristagnare. Durante i lavori furono trovati molti pezzi di legno appartenuti a barche e attrezzi per pescherecci, i quali fecero pensare che in un passato molto antico sia stato un altro ramo del porto. Dopo i lavori di bonifica la Mena fu chiamata Strada Carolina in onore della regina che non era stata testimone silenziosa di quel che avveniva nel porto, ma, durante una sua visita a Brindisi nel 1797, viene ricordata con la pianta tra le mani per verificare l’esecuzione dei piani proposti ed approvati. Le profonde cognizioni che lei aveva di simili opere posero in confusione perfino quell’abile ingegnere. In occasione della visita fu eretto, nella piazza Vittorio Emanuele II che oggi comunemente chiamiamo i “Giardinetti”, un obelisco in onore del re. Qualche tempo dopo però l’obelisco fu demolito e quella che era ormai diventata la più bella e importante strada cittadina che da piazza Vittoria giunge fino al lungomare, fu intestata all’eroe del nostro Risorgimento, Giuseppe Garibaldi.

  • Ti devo ringraziare piccolina mia, perchè ho imparato tante cose che non conoscevo e che mi porteranno ad amare ancora di più la nostra città e difenderla da ogni forma di ignoranza e vandalismo.

La sequenza delle immagini è da seguire andando con lo sguardo verso il porto, sul marciapiede lato destro di Corso Garibaldi, e, tornando a Piazza Vittoria sul marciapiede sempre dal lato destro.

Le nostre foto da cui sono stati ricavati i disegni

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