La farmacia, meglio nota in paese come “Antica Farmacia del Leone”, dove il leone sta a simboleggiare la forza della medicina, nacque come piccola bottega farmaceutica in un’epoca in cui la farmacia non era solo un luogo dove si acquistavano medicinali, ma anche un centro di cultura, scienza e scambio di idee. Nei piccoli paesi come Mesagne, la farmacia era uno dei pochi punti di contatto tra il sapere medico-scientifico e la popolazione, rappresentando un luogo di consultazione e consiglio per i cittadini, che spesso si rivolgevano ai farmacisti anche per questioni non strettamente legata alla medicina. Per molti anni quindi, la farmacia Antonucci ha operato come una vera e propria istituzione nella vita quotidiana dei mesagnesi, diventando un punto di riferimento per la comunità.
Un suo aspetto distintivo è certamente l’arredamento interno, affidato da Osvaldo Antonucci ad un artigiano del luogo, mastro Cavaliere. Gli importanti mobili in legno di noce scuro, elegantemente lavorati, sono impreziositi da vetrine aventi specchi e fregi di serpenti con teste raffiguranti alcune belle ragazze mesagnesi dell’epoca. I vetri, in puro stile liberty, furono decorati con papaveri e volti di donne.
Le vetrine, intatte ancora oggi, ospitano vasi con le etichette dell’epoca e contengono alcuni estratti rimasti del tutto integri, appartenenti al corredo originario di Oreste. Si tratta di circa un centinaio di vasi a urna, decorati in oro zecchino e prodotti dalla ditta Ginori.
Uno degli elementi più affascinanti sono le cassettiere e gli antichi scaffali che custodiscono vasi in ceramica, albarelli e bottiglie di vetro soffiato, usate in passato per contenere preparati galenici e medicamenti artigianali. Molti di questi strumenti e contenitori sono oggi considerati veri e propri pezzi d’antiquariato, rappresentando un patrimonio unico che testimonia l’evoluzione della farmacia nel corso dei secoli.
Nella parte più alta della scaffalatura centrale fa bella mostra si sé un orologio di forma circolare, sostenuto ai lati da due draghi. Sui lati, due piccoli scaffali con le diciture “veleni” ed “erotici”.
La farmacia Antonucci ospita anche una raccolta di strumenti farmaceutici d’epoca che danno un’idea di come fosse la pratica farmaceutica nei secoli passati. Questo arredamento e i dettagli storici fanno della farmacia Antonucci non solo un luogo di commercio, ma un vero e proprio museo della storia farmaceutica.
Dopo la fine della II guerra mondiale, la gestione della Farmacia passò al figlio Vittorio che continuò l’opera del padre, ampliandola e adeguandola alle nuove esigenze del dopoguerra, conservando però sempre l’amore per la galenica che l’aveva contraddistinta in un’epoca in cui la produzione industriale di farmaci non era ancora sviluppata e i farmacisti dovevano preparare manualmente i medicinali, miscelando erbe, polveri e liquidi per ottenere sciroppi, unguenti, pillole e tinture specifiche per le esigenze dei pazienti.
Possiamo in conclusione dire che questa farmacia è stata quindi certamente molto più di un luogo dove acquistare medicinali e che costituisce un patrimonio storico e culturale che racconta la storia della città e della professione farmaceutica. E’ forse per questo che è diventata oggi anche una meta turistica per i visitatori che desiderano scoprire la storia di Mesagne e conoscere uno degli esempi più suggestivi di farmacia storica del Salento.
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