Brindisi. Un tesoro in ogni strada (21) – Piazza Mercato

La necessità di spostare la piazza dei commestibili sul luogo dove attualmente è posta, fu espressa per primo dal matematico Raffaele Rubini (1817-1890) in un Consiglio Comunale del 1874. Ma ci vollero molti anni e fu solo dopo varie vicissitudini e ripensamenti dell’amministrazione che, il 2 febbraio 1911, la struttura progettata da Pasquale Fusco e Ferdinando Nisi, fu completata e aperta al pubblico. Nell’esecuzione di lavori per il nuovo mercato furono segnalati importanti resti di edifici, colonne, trabeazioni marmoree, un cippo onorario, due statue marmoree acefale (Not. Scavi 1910 p. 145 P. Camassa op. cit. p. 76).

Le due statue viste dal Camassa, come tutte le altre menzionate in questo articolo, sono attualmente in mostra presso il Museo Ribezzo di Brindisi.
Entrambe erano ritratti di Togato, acefale e prive degli arti (alla prima manca solo una mano del braccio sinistro). La prima statua, poco lavorata nella parte posteriore, è inquadrabile nell’ambito del I sec. d.C. (età claudia); la seconda, con panneggio particolarmente curato e ben eseguito, presenta caratteri stilistici dell’epoca Giulio-claudia.

Già nel 1888, a seguito di scavi condotti nel giardino privato, erano venute alla luce due statue in marmo di loricati (in Età Imperiale la statua loricata era stata adottata per sottolineare doveri e meriti militari al fine di evidenziare il carisma del guerriero ndr), che possono ritenersi creazione dell’età imperiale rispecchiandone la mentalità aulica e commemorativa.
La lorica della prima è lavorata a sbalzo con molta cura ed eleganza proprie dell’età di Augusto. Dell’età augustea sono infatti il taglio dell’accollatura perfettamente circolare e bordato da un orlo rialzato e gli spallacci molto larghi, decorati dal fulmine alato di Giove. Molto ben reso è il Gorgoneion che, inserito in campo squamato, insieme alla Vittoria alata che incorona il trofeo diventeranno, poi, motivo obbligato di tutte le statue loricate.

Nel solco dell’arte augustea si può inserire anche l’altra statua rivestita da ampia e movimentata toga che ricorda la notissima statua di Augusto di via Labicana, rappresentato nella sua dignità sacerdotale. Con molta probabilità lo sbarco a Brindisi di Ottaviano Augusto reduce vittorioso dalla campagna d’Oriente, portò la città a decretare all’Imperatore quegli stessi onori ricevuti in Roma ed a dedicargli oltre all’arco trionfale, anche le due statue, che lo rappresentavano sotto l’aspetto di Pontefice Massimo e di vincitore della battaglia di Azio.
Vale la pena ricordare che nel 1909 a Brindisi, proprio in occasione dei lavori di costruzione del ‘mercato coperto’, fu rinvenuto un basamento marmoreo con una iscrizione in lingua latina accanto ad una statua femminile. La bellissima statua (II sec.), priva di testa, rappresentava una giovane fanciulla elegantemente vestita, Clodia Anthianilla, nata in una importante famiglia di Brindisi e morta giovanissima, definita dalla studiosa Benita Sciarra “importante letterata brindisina”. L’attuale mercato coperto, alla luce anche dei ritrovamenti successivi nell’area di S. Pietro degli Schiavoni, si dedusse doveva essere probabilmente il Foro della città romana.
L’amministrazione Rossi, su impulso delle organizzazioni culturali locali, ha posto un’iscrizione commemorativa sulle scale di accesso alla Piazza.

Abstract: Sciarra B., Brindisi e il suo Museo; Sciarra B., Scavi e scoperte nell’area urbana di Brindisi; G. Cera, Brindisi in età messapica e romana

Il nuovo mercato coperto agli inizi del Novecento

Il nuovo mercato coperto – Oggi. I vari ingressi

Il nuovo mercato coperto – Oggi. L’interno

Il Museo Ribezzo di Brindisi. Atrio

Il Museo Ribezzo di Brindisi. Sala statuaria

Statua di Togato (altezza cm. 162)

in marmo, senza testa e priva degli arti (al braccio sinistro manca solo la mano); ambito I sec. d.C. (età Claudia)

Statua di Togato (altezza cm. 218)

in marmo, senza testa e priva degli arti. Il ginocchio destro è piegato e il panneggio è ben curato. Epoca giulio-claudia.

Statua di loricato (altezza cm. 136)

Dall’attuale centro della città che anche in età romana doveva comprendere i più importanti edifici pubblici, vengono le statue loricate.  La presente è lavorata a sbalzo con molta cura ed eleganza proprie dell’età di Augusto. Dell’età di Augusto sono il taglio dell’accollatura perfettamente circolare  e bordato da un orlo rialzato e gli spallacci molto larghi, decorati dal fulmine alato di Giove. Molto ben reso è il Gorgoneion che, insieme alla Vittoria alata che incorona il trofeo diventeranno, poi, motivo obbligato di tutte le statue loricate.

Statua di togato capite velato (altezza cm. 170)

Nel solco dell’arte augustea si può inserire anche l’altra statua rivestita da ampia e movimentata toga che ricorda la notissima statua di Augusto di via Labicana, rappresentato nella sua dignità sacerdotale. Con molta probabilità lo sbarco a Brindisi di Ottaviano Augusto reduce vittorioso dalla campagna d’Oriente, portò la città a decretare all’Imperatore quegli stessi onori ricevuti in Roma ed a dedicargli oltre all’arco trionfale, anche le due statue, che lo rappresentavano sotto l’aspetto di Pontefice Massimo e di vincitore della battaglia di Azio.

Clodia Anthianilla (altezza cm. 160)

La bellissima statua, priva oltre che della testa anche del braccio sinistro, rappresenta una giovane fanciulla elegantemente vestita di un sottile chitone pieghettato, seminascosto da un avvolgente himation. Insieme al basamento marmoreo è  attualmente esposta nella sezione romana del Museo Archeologico Provinciale F. Ribezzo.

L’iscrizione del 144 d.C. sul basamento riporta il decreto dei decurioni brindisini per onorare una ragazza morta in giovane età,  Clodia Anthianilla, nata in una importante famiglia del Municipio di Brindisi.  Clodia, ‘splendidissima puella’, era infatti figlia di Lucio Clodio Pollione, appartenente all’ordine equestre e patrono del municipio di Brindisi, e di Seia Quintilia, definita nell’iscrizione ‘ornata femina’ (l’aggettivo ornatus è presente in testi ufficiali in riferimento a notabili locali); il marito, Marco Cocceio Gemino, era prefetto di ala, vale a dire ufficiale di cavalleria. (Qui il nostro articolo completo su Clodia Anthianilla – http://wp.me/p8GemW-23o)

Statua della dea Fortuna – da piazza Mercato

rielaborazione romana di un modello tardo ellenistico. Una rappresentazione della dea Fortuna ci è data da una statua marmorea del I sec. d.C.  La dea appare vestita di un corto chitone e regge col braccio sinistro la cornucopia, di cui è presente solo la parte inferiore, mentre sul destro sono visibili solo tracce dell’altro attributo della dea, cioè il timone.

Nemesis – la giustizia punitrice

in atto di schiacciare Hybris ; da piazza Mercato III sec. d.C. Nella tavoletta in pietra la dea è rappresentata frontalmente, rivestita da un lungo e pesante chitone; poggia i piedi quasi trionfante su una figura rannicchiata. Ai lati, genietti alati, con gli ultimi due che reggono sulla testa della dea, un alto polos. Carattere magico e propiziatorio aveva presso gli antichi il culto di questa divinità ed era anche legato ai desideri degli innamorati e alle esigenze degli avventurieri.

Translated into English “Brindisi. A treasure in every street (21) – Market Square”

 The need to move the food market to its current location was first expressed by the mathematician Raffaele Rubini (1817-1890) in a City Council meeting in 1874. However, it took many years and only after various ups and downs and reconsiderations by the administration that, on February 2, 1911, the structure designed by Pasquale Fusco and Ferdinando Nisi was completed and opened to the public.

During the construction works for the new market, important remains of buildings, columns, marble friezes, an honorary milestone, and two headless marble statues were unearthed (Not. Excavations 1910 p. 145 P. Camassa op. cit. p. 76).

The two statues mentioned by Camassa, like all the others mentioned in this article, are currently on display at the Ribezzo Museum in Brindisi. Both were portraits of Togati, headless and lacking limbs (the first is missing only a hand from the left arm).

The first statue, less worked on the back, can be dated to the 1st century AD (Claudian age); the second, with particularly well-executed and detailed drapery, presents stylistic characteristics of the Julio-Claudian period.

Already in 1888, as a result of excavations conducted in a private garden, two marble statues of loricate warriors came to light (in the Imperial Age, the loricate statue was adopted to emphasize military duties and merits in order to highlight the charisma of the warrior), which can be considered creations of the Imperial age reflecting its courtly and commemorative mentality.

The lorica of the first is worked in relief with great care and elegance typical of the Augustan age. The cut of the neckline, perfectly circular and bordered by a raised hem, and the very wide shoulder straps decorated with the winged thunderbolt of Jupiter are indeed from the Augustan age. Very well-rendered is the Gorgoneion, which, inserted in a scaled field, together with the winged Victory crowning the trophy, would later become a mandatory motif for all loricate statues.

In the wake of Augustan art, we can also place the other statue clad in a wide and flowing toga reminiscent of the well-known statue of Augustus from Via Labicana, represented in his priestly dignity. It is very likely that Octavian Augustus’ victorious return from the East campaign to Brindisi led the city to decree to the Emperor those same honors received in Rome and to dedicate to him, in addition to the triumphal arch, also the two statues, which represented him as Pontifex Maximus and victor of the Battle of Actium.

It is worth remembering that in 1909 in Brindisi, precisely during the construction works of the ‘covered market’, a marble pedestal with a Latin inscription next to a female statue was found. The beautiful statue (2nd century), headless, represented a young maiden elegantly dressed, Clodia Anthianilla, born into an important family of Brindisi and died at a very young age, defined by the scholar Benita Sciarra as an “important Brindisian literary figure”. The current covered market, in light of subsequent findings in the area of S. Pietro degli Schiavoni, was deduced to probably be the Forum of the Roman city.

The Rossi administration, spurred by local cultural organizations, has placed an inscription on the access stairs to the square.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *