Cenni storici
ll complesso conventuale di S. Paolo Eremita fu edificato nel XIV secolo. In posizione dominante sul mare del seno di ponente, sui resti altomedievali della c.d. “Domus Margariti”, a sua volta edificata sulle rovine di una fortificazione di epoca romana.
Questa residenza fu confiscata dall’imperatore Enrico VI dopo la vittoria degli Svevi sui Normanni.
Nel 1215 erano ubicati in quest’area il “Telonio” (Banca di Stato) e la “Moneta” (la Zecca).
A seguito di diversi passaggi di proprietà, la “Domus” tornò a far parte del demanio reale, ma nei documenti successivi fu indicata come “Casa della Curia Regia” e sede della Zecca.
Con questa denominazione il comprensorio fu ceduto nel 1284 ai Frati Minori Conventuali di S. Francesco da Carlo I d’Angiò; la donazione reale era accompagnata dall’autorizzazione a demolire la fabbrica, ivi esistente, per utilizzarne il materiale di risulta nella costruzione della nuova chiesa e dell’annesso convento, dedicati dai Francescani a S. Paolo Eremita.
Nella prima metà del XVII secolo, il complesso conventuale fu interessato da altri lavori, documentati dall’allestimento di alcuni altari visibili in chiesa e dalla datazione impressa sulla vela del campanile (a.D. 1634).
Da altre fonti viene segnalato, inoltre, che Paolo de Villana Perlas, appena nominato nel 1716 Arcivescovo di Brindisi, scelse come sua residenza il convento di S. Paolo. l lavori di ripristino o di restauro si resero necessari dopo i terremoti precedenti al 1716, l’ultimo dei quali verificato nel 1694.
Ma, oltre ai terremoti appena citati, viene menzionato dalle fonti il terremoto del 1743 che interessò l’intero territorio brindisino; tra i danni registrati dai francescani di S. Paolo è compresa la distruzione del dormitorio.
A partire da questo evento è difficile reperire altra documentazione sulla fabbrica francescana poiché nel 1809 il monastero fu soppresso e da questo momento ebbe inizio il decadimento anche fisico del complesso che fu via via smembrato.
Il convento accolse nel 1813 la sede della “Sottintendenza” trasferita da Mesagne a Brindisi.
Con un progetto del 1868 il piano terra fu adibito a carcere mandamentale e lungo l’Ottocento e il Novecento ha ospitato le sedi di diverse
istituzioni tra cui la caserma dei Carabinieri e per ultima la Questura.
Con la creazione della Provincia brindisina nel 1927 il complesso subì notevoli trasformazioni, caratterizzato dalla costruzione di nuovi corpi nel grande giardino che ancora nel ‘700 circondava il complesso da Est a Ovest.
Ingresso
Pianta del Convento di S. Paolo di Brindisi (a. 1738) – N. Vacca, Brindisi ignorata, indice delle illustrazioni p. 348
Chiostro, Pozzo e Porticati
Sulle volte, agli incroci dei due costoloni che le sorreggono, laddove si trova la cosiddetta chiave di volta, troviamo delle minuscole sculture con motivi floreali od oggetti diversi, tranne in un solo caso dove compaiono tre volti umani forse degli artigiani o del committente come si usava all’epoca.
Il Refettorio
Le 7 stanze
Il Giardino
L’inaugurazione
Il Chiostro prima dei lavori
Dalla Relazione Archeologica redatta in fase di esecuzione dei lavori dal dott. A. Monastero – esposta nella bacheca dei rinnovati locali del Chiostro S. Paolo (08/10/2014).
Le Mappe
Le Foto
Bibliografia
Vittorio Papadia, Brindisi dal paganesimo al cristianesimo – La chiesa di San Paolo eremita. Neografica Latiano (Br) 2002
Un ringraziamento agli amici Mario Carlucci e Giuseppe Greco per la collaborazione